20/12/13

Giustizia da paura

Evade un pericoloso assassino.
Ci immaginiamo lime dentro al pane per segare le sbarre, lenzuola usate come corde per fughe rocambolesche dal carcere... perché come potrebbe evadere un soggetto così pericoloso da un carcere?
Con un bel permesso premio: semplicissimo e, allo stesso modo, evade anche un bravo camorrista.
Mentre altri disgraziati, a volte pure innocenti, scontano anni di carcere preventivo in condizioni disumane e di questa peculiare amministrazione della Giustizia non esistono mai responsabili.
Ancora: uccide la moglie e la fa franca per la prescrizione del reato: in Italia l'omicidio va in prescrizione, i debiti con le pubbliche amministrazioni no.
Da anni si sente solo parlare di riformare la Giustizia, sembra un problema insormontabile e, molto probabilmente si tratta di un compito effettivamente molto complesso.
Noi siamo l'opinione pubblica e non dovremmo lasciarci influenzare da questi casi limite che non dipendono dal sistema giudiziario in quanto tale, ma da una pessima amministrazione di questo.
Troppo semplicistico diventare giustizialisti convinti con dei soggetti pericolosi e armati in circolazione, mentre si valutano provvedimenti di clemenza per chi sconta carcere per reati meno gravi. Tutto questo ci fa sentire in pericolo, disorientati e dubbiosi.
Pare impossibile che la signora Ligresti ottenga i domiciliari perché inappetente e tale Federico Perna muoia in carcere affetto da patologie gravissime!
Mentre aspettiamo riforme e un futuro migliore mi domando: ma è davvero così difficile amministrarla con un po' di buon senso questa Giustizia?
Fa più paura il pericoloso assassino in fuga o un sistema giudiziario che sbaglia?
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