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16/06/14

Eventi & Mostre | Sperimentando 2014

Sperimentando 2014
Tra gli eventi e le mostre che nell'anno 2014 si svolgeranno, meritano particolare attenzione, Sperimentando 2014, Festa Scienza Filosofia, Giornate della biodiversità e per concludere La Scienza in piazza con una sorta di Food Immersion.

In questo post proverò ad analizzare e farvi un sunto, riguardo alle suddette mostre ed eventi, cercando di darvi le nozioni necessariea per farvi fare un'idea di ciò che vi apprestate a seguire. Iniziamo con Sperimentando 2014, si tratta di una mostra interattiva con esperimenti di fisica e chimica e osservazioni di scienze naturali e biologiche, pensata sia per visitatori di ogni età che per studenti e insegnanti delle scuole secondarie.

La mostra comprende circa 200 exhibits, spesso realizzati con materiale semplice e di uso comune. Giunta alla tredicesima edizione, la kermesse di quest'anno ha come sottotitolo "Scienza e nuove tecnologie" e illustrerà le ricadute nella tecnica e nella vita quotidiana delle scoperte scientifiche dell'ultimo secolo, in particolare per quanto riguarda robotica, comunicazioni, nuovi materiali, nanotecnologie, genetica e molto altro ancora.(science)





19/01/14

Processori operanti con i fotoni per realizzare "la penna laser" che scrive sul vetro | Vinto il primo Ricercat@mente

Premiato per la "Penna laser", che vince il premio 'Ricercat@mente' nel settore 'Scienze fisiche e tecnologie della materia con il suo gruppo di circuiti ottici, un 29enne assegnista di ricerca post-doc presso l'Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn) del Cnr di Milano,' Chip di vetro realizzati dalla fisica della luce combinata con la meccanica quantistica.

Sono i primi modelli di processori operanti con i fotoni, per la cui realizzazione Andrea Crespi, ventinovenne assegnista di ricerca post-doc presso l'Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn) del Cnr di Milano, ha vinto il premio 'Ricercat@mente' nel settore 'Scienze fisiche e tecnologie della materia'. Un riconoscimento per il "contributo dato allo studio di circuiti ottici integrati per simulazione e computazione quantistica", come si legge nella motivazione.

Crespi, all'interno del gruppo guidato da Roberto Osellame, utilizza un 'laser a femtosecondi' (milionesimi di miliardesimi di secondo), la cui luce, opportunamente focalizzata, può creare i circuiti all'interno del vetro. "La luce modifica il materiale in modo molto preciso, ossia solo nel punto del fuoco e alla profondità desiderata, senza danneggiarne la superficie", spiega il ricercatore. "Si possono quindi letteralmente 'scrivere' strutture tridimensionali all'interno, usando il laser come una 'penna ottica' in 3D". La tecnica è innovativa: fino a oggi, infatti, gli esperimenti di ottica quantistica hanno manipolato la luce tramite lenti, specchi e filtri macroscopici, delle dimensioni di qualche centimetro. "Quando nell'apparato sperimentale il numero di questi elementi diventa elevato, lo strumento risulta ingombrante, ma anche sensibile alle vibrazioni e alle condizioni ambientali, quindi meno preciso, rendendo difficili o addirittura impossibili esperimenti complessi", prosegue Crespi. "Con la tecnica che usiamo, invece, possiamo miniaturizzare dispositivi che svolgono la stessa funzione dei voluminosi elementi ottici finora in uso". Con applicazioni che vanno dai circuiti ottici a dispositivi per le telecomunicazioni in fibra ottica, fino - in futuro - a elementi per computer quantistici superpotenti.                                                                                                fonte R.it

30/11/13

Il "materiale delle meraviglie" si conferma il grafene!

Il "materiale delle meraviglie" si conferma il grafene! Alcuni ricercatori dell'Istituto nanoscienze (meglio conosciuto come Nano-Cnr) in collaborazione con l'Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn-Cnr) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) sono stati protagonisti di un'evento fantastico: per hanno assisitito per la prima volta al manifestarsi di un fenomeno che potrebbe essere utilizzato per incrementare l'efficienza di dispositivi fotovoltaici come le celle solari.
Stiamo parlando del grafene, che sottoposto ad impulsi luminosi ed estremamente brevi, introduce un processo di moltiplicazione a cascata degli elettroni
Il grafene
Il traguardo ottenuto in collaborazione con il Politecnico di Milano, la Scuola normale superiore e l'Università di Cambridge e Manchester, è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications. “Studiare il comportamento degli elettroni nel reticolo bidimensionale di questo materiale, che è costituito da un foglio monoatomico di atomi di carbonio, è la chiave per capirne e sfruttarne al meglio le eccezionali proprietà: conduzione di elettricità e calore migliore del rame, leggerezza e resistenza maggiori dell'acciaio”, spiega Marco Polini di Nano-Cnr di Pisa.

“Un aspetto ancora poco noto, per esempio, è cosa accade agli elettroni dopo che un lampo intenso e ultra-breve di luce li ha fortemente perturbati: abbiamo pertanto indagato le primissime fasi successive alla foto-eccitazione, quando gli elettroni, riscaldati dalla luce a temperature di migliaia di gradi, si raffreddano in un tempo brevissimo”. I ricercatori hanno dimostrato che in questo caso i fotoni incidenti innescano un processo di ‘moltiplicazione a cascata’ degli elettroni.

“Un fenomeno noto come 'carrier multiplication', grazie al quale, per ciascun fotone assorbito dal grafene, più elettroni si mettono in moto e incrementano la corrente elettrica”, continua Polini. “La possibilità di innescare questo fenomeno potrebbe migliorare le prestazioni delle tecnologie fotovoltaiche e dei dispositivi optoelettronici in termini di efficienza, robustezza, risparmio energetico”. “La moltiplicazione di carica è estremamente difficile da rilevare poiché dura appena un centinaio di femtosecondi, meno di un milionesimo di milionesimo di secondo!”, spiega Giulio Cerullo di Ifn-Cnr e Politecnico di Milano. “Per studiare effetti fisici su scale temporali così brevi servono impulsi luminosi altrettanto brevi, che siamo stati in grado di ottenere con tecniche di spettroscopia ultra-veloce capaci di 'comprimere' la luce. Il nostro esperimento rappresenta al momento l’evidenza sperimentale più chiara del fenomeno nel grafene”.

I gruppi di Nano-Cnr, Ifn-Cnr, Politecnico di Milano, Sns, Cambridge e Manchester, autori dello studio, hanno un ruolo di primo piano nella Graphene Flagship, il progetto europeo premiato con un maxi-finanziamento di un miliardo di euro per i prossimi dieci anni, che ha ufficialmente preso il via il primo ottobre scorso e coinvolge oltre 70 partner scientifici e industriali, con lo scopo di portare il grafene dai laboratori di ricerca alle applicazioni, attraverso tecnologie in una vastissima gamma di settori.
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