Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta contributi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta contributi. Mostra tutti i post

07/10/14

Pubblico impiego escluso dal TFR in busta | Il Governo non ha versato i contributi

Il Governo, non avendo pagato i contributi figurativi, dopo la fusione dell’INPDAP con l’INPS, per la Corte dei Conti i lavoratori pubblici non possono usufruire del TFR in busta paga


A tal proposito Marcello Pacifico (Anief-Confedir) dichiara che: la cessione del TFR garantisce 100.00 € ad oggi, ma purtroppo ne defalca 150.00 € nel momento in cui si usufruisce del pensionamento. Il TFR, per l'appunto, è la maggiore risorsa che fornisce liquidità ai fondi integrativi pensione (80% quota base). 

Mancando questo fattore di sostegno, i lavoratori, a termine della loro attività lavorativa, guadagneranno meno della metà dell’ultimo stipendio percepito, rischiando una nuova tassazione che porti soltanto positività per le casse pubbliche. Il sindacato, inoltre, dopo i primi successi in tribunale, avvia la campagna per ottenere la restituzione del 2,5% di trattenuta operata nei cedolini del personale della scuola assunto a partire dal 2001.

La presa di posizione del Governo di fare fuori i dipendenti pubblici dal progetto di anticipo mensile in busta paga, altrimenti come 14a, del pagamento del TFR non è casuale, ma va deriva dal fatto che lo Stato non ha mai provveduto a versare i contributi, se non a titolo figurativo. A denunciarlo è l’associazione sindacale Anief, ricordando che la Corte dei Conti ha certificato un “ammanco” di 23 miliardi di euro, che l’Inps ha ereditato dall’Inpdap, per il mancato pagamento mensile dei contributi dei dipendenti pubblici

Per tal motivo il Governo ha provveduto a disporre un emendamento ad hoc nella legge di stabilità, che ad oggi pur i cambiamenti tecnici non risultano finanziamenti idonei e sufficienti per fare fronte all'enorme “ammanco” sui TFR degli statali. E anche se l’onerosa copertura dovesse arrivare, la somministrazione graduale del Trattamento di fine rapporto non costituisce una buona opportunità: “per i lavoratori – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – quella di assegnare il TFR assieme alle buste paga sarebbe una decisione peggiorativa, perché si tratta di un risparmio derivante per l’80 per cento dai fondi pensionistici. 

Ciò che nella scuola, facendo un'esempio, si chiama ‘Fondo Espero’”
Anief prende l’occasione per rammentare che per i dipendenti pubblici si è provveduto a dare il via ai ricorsi contro l’interruzione della trattenuta illegittima in busta paga del 2,5% per il TFR, come previsto dal D.P.C.M. del 20 dicembre 1999, al fine di provvedere alla restituzione delle somme indebitamente prelevate e l’accredito figurativo dell’intero trattamento fine rapporto, assieme agli accessori interessi di legge, nonché per l’accertamento del credito del 2,69% per il 2011/2012 utile a costituire il TFR mancante nel periodo provvisorio di transito di tale personale in regime di TFR per effetto della legge 122/2010 dichiarata incostituzionale.
È possibile aderire on line al ricorso TFR seguendo le indicazioni a questo link.


19/03/14

"Gocce" di notizie: Aumentato l'età contributiva delle donne di un anno

Allineamento tra uomini e donne dell'eta' contributiva da 41 a 42 anni, per maturare i requisiti della pensione. E' una delle misure nell'area pensioni contenute in una delle 72 slide che compongono l'ultima versione del piano del commissario per la spending review Carlo Cottarelli. Il documento definitivo, come ha spiegato lo stesso Cottarelli oggi in Senato, sara' presentato con il Def. Il risparmio atteso da questa misura e' indicato in 200 milioni nel 2014, 500 milioni nel 2015 e 1 miliardo nel 2016. Tra le proposte figura anche il contributo temporaneo sulle pensioni relativamente piu' elevate (esentando l'85 percento dei pensionati) che il premier Matteo Renzi ha gia' detto che non sara' tra gli interventi, misura che e' indicata dal commissario per anticipare gli effetti della maggiore deindicizzazione delle pensioni dal 2015 (attese risorse per 600 milioni nel 2015 e 1,5 miliardi nel 2016).
I risparmi attesi dal contributo di solidarieta' sulle pensioni piu' elevate sono quantificati in 1,4 miliardi nel 2014, 1 miliardo nel 2015 e 500 milioni nel 2016. Nel menu' c'e' poi la revisione delle pensioni di guerra (la maggior parte per superstiti di vittime della seconda guerra mondiale; spesa attuale 1,5 mld) e una stretta sulle pensioni di reversibilita' (su nuovi flussi) con una riduzione percentuale di conversione per fasce di reddito.          fonte(AGI)

19/12/13

L'incubo della busta paga e degli oneri fiscali: l'Italia si guadagna l'Oscar di paese più tartassato

Leggere una busta paga diventa sempre più difficile, praticamente un lavoro da esperti del settore, ma una cosa è chiara per tutti, rispetto alla retribuzione lorda il netto in busta è "spaventosamente" basso. Dunque ci si chiede: ma si può sapere dove finiscono tutti quei soldi? Possibile mai che, oltre alle trattenute che ci vengono fatte in busta paga, sia il datore di lavoro che il lavoratore debbano contribuire con prelievi sul reddito e contributi sociali? E' il famigerato cuneo fiscale, che ci fa guadagnare l'Oscar dei paesi più taratassati per oneri fiscali e contributivi sul lavoro.
I dati Eurostat ci dicono che il costo medio di un'ora di lavoro nel nostro paese è di 28 euro circa ma la retribuzione oraria reale, diciamo il netto, scende vertiginosamente a poco più di 19 euro. Un terzo dello stipendio, quindi, viene trattenuto: si tratta di contributi e altri costi non salariali pagati dal datore di lavoro.

Soldi
Come al solito l'Italia è il fanalino di coda, almeno tra i big europei, sia per quanto riguarda le retribuzioni che per i contributi pagati.  Secondo i dati Ocse 2011 il cuneo in Italia ha toccato il 53,5% , secondo solo al Belgio (55,5%). Tornando alle statistiche Eurostat, i cui dati fanno riferimento alle imprese con più di dieci dipendenti nei settori dell'economia di mercato eccetto l'agricoltura e la pubblica amministrazione, è possibile anche il confronto con gli altri paesi: nel 2012 (ultimo dato disponibile) il costo orario nell'Ue a 27 era di 23,4 euro mentre nella Ue a 17 era pari a 28 euro. La media cela notevoli differenze: si va infatti dalla Bulgaria dove il costo orario è di 3,7 euro fino ai 39 euro/ora della Svezia passando per la Francia (34,2 euro), Paesi Bassi (32 euro), Germania (30 euro), Regno Unito (22 euro). Francesca Fazio, ricercatrice Adapt (centro studi internazionali Marco Biagi) spiega che il costo del lavoro orario non  dice qual è la vera retribuzione per i lavoratori proprio a causa del diverso peso esercitato dai costi non salariali, contributi e tasse a carico del datore. Anche in questo caso si registrano notevoli differenze fra i Paesi con quote di costi non salariali che variano da circa l'8% per Malta a quasi il 34% per la Francia. In Italia la quota di costo del lavoro orario derivante da contributi e tasse si avvicina al 28%. Si tratta del cuneo in busta paga più alto dopo Francia e Svezia, che comunque colmano lo svantaggio con retribuzioni orarie più alte. Tra i paesi presi in considerazione da Eurostat la Danimarca risulta l'Eldorado delle retribuzioni. Al netto, per semplificare, al lavoratore arrivano in busta paga 33,3 euro mentre i contributi pagati dal datore ammontano a poco meno di 5. "Siamo di fronte a una nazione virtuosa che ha messo a punto un sistema di politiche attive del lavoro molto forti ed efficienti. La flexsecurity consente di ridurre al minimo gli impatti onerosi della disoccupazione", continua Fazio. E nella vicina Francia? "In questo caso i contributi pagati dal datore sono piuttosto alti (11,5 euro/ora) ma lo è anche il netto che percepisce il lavoratore, quasi 23 euro. Qui la produttività oraria è cresciuta negli ultimi dieci anni, grazie a forti investimenti sull'innovazione, la ricerca e lo sviluppo. La stessa cosa vale per la Germania dove la retribuzione oraria arriva a quasi 24 euro (mentre i costi a carico del datore sono poco meno di 7 euro)".
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.