Il-Trafiletto
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19/06/14

Roma | Per sfuggire al branco prostituta si lancia dal secondo piano. Ricoverata in terapia intensiva.

Il branco colpisce ancora. Questa volta a farne le spese è una prostituta romena 19enne, il teatro della squallida scena la capitale. Il fattacio risale alla sera del 24 maggio scorso, quando la giovane romena viene avvicinata da un presunto cliente in viale Marconi. Dopo aver pattuito un compenso di 150 euro per la prestazione, i due sono saliti in taxi diretti, secondo gli accordi presi, in direzione della casa di lui. Scesi nei pressi della stazione di Trastevere si sono diretti a piedi verso un ingresso secondario dell'azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini. La giovane ha cominciato ad insospettirsi, e a quel punto l'uomo con fare minaccioso e colpendola con pugni e schiaffi l'ha costretta a proseguire verso un padiglione in disuso, trascinandola per i capelli fino al secondo piano. Lì con altri tre complici hanno cercato tutti insieme di consumare lo stupro,aiutati anche da due donne che si adoperavano per facilitare la violenza. La ragazza ha tentato di difendersi in tutti i modi, ed in uno strenuo tentativo di evitare lo stupro si è gettata da una finestra del secondo piano del vecchio padiglione, finendo su del materiale edile e riportando varie fratture in tutto il corpo, riuscendo tuttavia a chiamare il 113 col suo cellulare e dare così l'allarme. Raggiunta dagli aggressori, la prostituta è stata nascosta in un rovo non prima di essere stata derubata dei soldi e di un cellulare. Una volta localizzata dalle forze dell'ordine, la giovane romena è stata trasportata in terapia intensiva dello stesso ospedale, e solamente due giorni dopo è riuscita a dare informazioni utili per l'arresto dei suoi aggressori, tre dei quali sono stati arrestati mentre gli atri tre sono tuttora ricercati. Sono ttti di origine romena, e dovranno rispondere di sequestro di persona, rapina aggravata, lesioni, omissione di soccorso e violenza sessuale.

26/11/13

Violentata una ragazzina dal branco | Favorito da un finto profilo Facebook

Ancora una volta, siamo qui a parlare di stupro ai danni di una minorenna perpetrato dal branco.
Tradita da una "amica" che aveva creato un finto profilo Facebook, in cui la descriveva come una ragazzina "pronta e disponibile a tutte le esperienze"
Così una 14enne di Molfetta, cittadina a nord di Bari, era finita nel mirino del branco. Un gruppo di dieci ragazzi aveva notato quel profilo e l'aveva contattata.
Nasce attraverso uno scherzo di cattivo gusto su Facebook la storia di una violenza sessuale ripetuta. La vittima per mesi non ha avuto la forza di denunciare i suoi aguzzini per timore che potessero aggredirla nuovamente, ma con il tempo ha trovato il coraggio e ha raccontato tutto ai carabinieri. 

Così quattro componenti del gruppo che l'ha violentata sono stati identificati e arrestati. La violenza di gruppo nei confronti della ragazzina si sarebbe consumata, la prima volta, alla fine dell'aprile 2012 in un anfiteatro all'aperto a Molfetta.
Carabinieri
La quattordicenne sarebbe stata violentata da dieci ragazzi tra i 16 e i 24 anni che da qualche tempo la conoscevano ed erano riusciti a conquistare la sua fiducia. Un giorno i ragazzi avrebbero convinto la minore, adescata attraverso quel numero di cellulare pubblicato su Facebook, a fare un giro in scooter e allora sarebbe scattata la violenza di gruppo. A cui sarebbero seguiti altri episodi tra cui un tentativo di violenza persino durante una gita con il gruppo dell'oratorio. Inutile il tentativo, fatto dalla minore, di liberarsi di quel numero di telefono gettando la scheda sim. Sono accuse gravissime quelle per le quali il Giudice per le Indagini Preliminari di Trani, Luca Buonvino, su richiesta della Procura di Trani ha ordinato ai Carabinieri della Compagnia di Molfetta di arrestare quattro giovani, tutti maggiorenni due di 21 anni, uno di 20 e l'altro di 25, accusati di aver violentato in gruppo un ragazza quattordicenne. Sono stati messi agli arresti domiciliari con le accuse di violenza sessuale di gruppo e sequestro di persona, il tutto aggravato dal fatto che la vittima fosse minorenne, dal numero superiore a 5 degli stupratori e dalla circostanza che la povera ragazza abbia dovuto subire le violenze sottoposta a limitazioni della libertà personale. Una quinta persona è indagata ma la sua posizione, avendo meno di 18 anni all'epoca dei fatti, è al vaglio del tribunale dei minori. Restano ancora da identificare invece gli altri membri del gruppo, probabilmente minorenni. La persona che aveva creato il falso profilo Facebook è stata identificata: era una coetanea della 14enne, che dopo la creazione di quella pagina online, aveva anche chiesto scusa all'amica. I fatti risalgono alla primavera e all'estate dello scorso anno, ma la vittima ha trovato il coraggio di denunciare solo in un secondo tempo, terrorizzata dal fatto che il branco la potesse di nuovo aggredire. La minuziosa ricostruzione dei fatti operata dai Carabinieri coordinati dalla pm Mirella Conticelli ha consentito di acquisire un quadro indiziario gravissimo a carico dei quattro. 'I ragazzi non si rendono conto della portata delle conseguenze di un cattivo uso di certi strumenti come i social network. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Trani, Francesco Giannella. "Questa è una vicenda squallida e penosae che l'esito arrivi oggi, nella giornata contro la violenza sulle donne, è del tutto casuale". "Mesi prima delle violenze qualcuno ha creato un profilo falso della ragazzina, che la descriveva molto disponibile. E se è vero che non c'è un rapporto di causa-effetto fra quel profilo e quanto accaduto, è vero pure che i ragazzi non si rendono conto della portata delle conseguenze di un cattivo uso di certi strumenti".
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