Il-Trafiletto
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28/08/14

La potenza dei sogni

Quanto sperimentiamo durante il sonno è strettamente legato ai nostri ricordi. Avete mai notato che i sogni possono contenere passate esperienze? 


Alcuni scienziati ipotizzano che l'attività onirica possa effettivamente coincidere con il replay della memoria che avviene mentre dormiamo ed è importante ai fini del consolidamento dei ricordi.
Pare che soltanto una piccola parte della memoria così riprodotta (la punta dell'iceberg) riesca ad affacciarsi alla nostra mente cosciente, manifestandosi appunto come sogni.

Esistono prove a sostegno del legame tra sogni e memoria: per esempio, le persone tendono a migliorare le proprie prestazioni in una particolare attività dopo averla sognata.
Erin Wamsley, professore associato Bob Stickgold e altri colleghi della facoltà di Medicina di Harvard hanno scoperto che gli studenti universitari che avevano sognato un videogioco del tipo a labirinto, con il quale si erano cimentati in precedenza, miglioravano le proprie performance più dei soggetti che avevano dormito senza sognare il gioco.
La potenza dei sogni

Nei sogni, i nostri ricordi generalmente appaiono frammentari: un volto, un luogo, un'immagine. È raro ricreare dormendo uno scenario completo già vissuto. La spiegazione potrebbe essere che soltanto una minima quantità della memoria riprodotta si fa strada fino alla nostra mente cosciente; oppure, è possibile che aspetti specifici della fisiologia del sonno impediscano ai vari elementi di un ricordo di concatenarsi.

Le ricostruzioni più coerenti sono quelle che avvengono nei sogni, particolarmente lineari, sperimentati nel sonno non-REM all'inizio della notte; è in questa fase che gli studenti di Harvard ripercorrevano il videogioco. I ricordi che popolano i sogni vividi della fase REM, più prossima al mattino, sono invece molto più frammentati. Il responsabile potrebbe essere uno steroide, il cortisolo, i cui livelli notturni aumentano gradualmente man mano che passano le ore. Quando la quantità di cortisolo è massima (durante il sonno REM, all'alba), si interrompe la comunicazione tra le aree neocorticali, che memorizzano singoli frammenti di ricordi, e l'ippocampo, che contribuisce a legarli tra loro per ricostruire esperienze complete. Ciò spiegherebbe anche perché i sogni fatti verso mattina sono spesso così bizzarri.(science)

23/08/14

Le fasi del sonno

Le fasi del sonno

Tipicamente, il cervello attraversa quattro fasi, sempre nello stesso ordine, nell'arco di 90 minuti. La durata di ciascuna di queste varia però nel corso della notte. 


Sonno NON-REM (NREM) 
A mano a mano che si susseguono queste tre fasi, l'attività cerebrale rallenta sempre più e il firing neuronale migliora la sincronizzazione.
Fase 1 NREM
Le persone che vengono risvegliate in questa fase spesso si ritengono già sveglie e non ricordano di essersi assopite. È durante questa fase che possiamo sperimentare "mioclonie ipniche" spasmi involontari durante il sonno).
Fase 2 NREM
Occupa gran parte del tempo che dedichiamo al riposo. In questa fase, è meno comune sognare ed è più facile svegliarsi.
Fase 3 NREM o sonno a onde lente 
È la fase più profonda del sonno non-REM. Gli elettroencefalogrammi mostrano lente e ampie oscillazioni dell'attività elettrica (forti dislivelli tra picchi e valli dei grafici), a dimostrazione del fatto che molti dei neuroni cerebrali agiscono in sintonia.
Sonno REM (con movimenti oculari rapidi)
Questa fase si associa a rapidi movimenti saccadici (movimenti degli occhi eseguiti per portare la zona di interesse a coincidere con la fovea, regione centrale della retina) a palpebre chiuse e a sogni ad alta carica emotiva. Al contrario di quanto avviene durante il sonno SWS, le diverse aree del cervello non sono sincronizzate, ma funzionano in maniera indipendente, proprio come quando siamo svegli.(science)


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