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30/05/14

Sessant'anni per creare un'opera monumentale

Due secoli dopo il Faust di Marlowe, Johann Wolfgang von Goethe pubblicava la sua opera più famosa nonché una delle più importanti opere della letteratura europea e mondiale, ovvero il Faust.

Goethe lavorò al suo Faust per ben sessant'anni creando un'opera monumentale (nel vero senso della parola, è un discreto mattoncino questo libro) che lo consacrò come massimo scrittore di lingua tedesca e imprimendo al personaggio di Faust un'anima moderna.
Faust
Faust


Io sono una parte di quella possanza che vuole costantemente il male e opera costantemente il bene.


A parlare è Mefistofele, il diavolo tentatore che propone a Faust il fatale patto per allontanare il dotto erudito dalla noia e dallo sconforto. Un patto infido, perché se è vero che Faust potrà godere dei poteri di Mefistofele, fino a sperimentare la felicità e l'appagamento più assoluto, proprio in quel momento Mefistofele prenderà la sua anima per condannarla alla dannazione eterna.

Il Faust rappresenta il simbolo dell'anima lacerata dall'eterno conflitto tra il bene e il male, la salvezza e la dannazione. La sua scommessa con Mefistofele altro non è che la ricerca della conoscenza del mondo come Dio lo ha creato, una ricerca differente da quella del Faust di Marlowe.

Nel suo Faust Goethe fa vivere al proprio personaggio moltissime avventure, facendogli persino conoscere l'amore di Margherita e quello di Elena di Troia. Goethe colma le “lacune” lasciate da Marlowe andando così a creare un Faust completamente diverso, tanto che lo stesso libro possiede un finale differente.
Faust


Faust: Potrei dire a quell'attimo:
fermati dunque, sei così bello!
Non potrà mai l'orma dei miei giorni terreni
per volger di eoni scomparire.
Presentendo in me quella felicità tanto grande,
ora godo l'attimo mio più alto.


Se nell'opera di Marlowe, Faust non si pente per paura del castigo finendo così dannato per l'eternità, il Faust di Goethe viene salvato da Dio proprio mentre Mefistofele sta per condurlo nel suo regno, la ragione viene spiegata da un angelo proprio alla conclusione del romanzo, ovvero perché Faust nella sua costante ricerca aveva sempre costantemente aspirato all'infinito.

L'opera in se, non è proprio leggerissima da leggere, visti anche i temi che Goethe affronta, qua e là vi sono delle punte di sottile sarcasmo, soprattutto da parte di Mefistofele, che da buon demonio non risparmia nessuno.
Johann Wolfagnag von Goethe
Johann Wolfgang
von Goethe

Non è esattamente una lettura leggera, da gustare ad esempio sotto l'ombrellone, ma piuttosto da affrontare con coraggio durante le lunghe giornate invernali. Ciò nonostante il Faust di Goethe resta un libro di notevole impatto e carico di spunti su cui si potrebbe discutere all'infinito trovando sempre qualcosa da dire.


Chorus mysticus: Tutto il fuggente
non è che simbolo:
qui l'indigente
vita si fa,
l'inesprimibile
qui realtà;
Femineo eterno
ci trae al superno!




(Le immagini presenti sono state prese da internet, le citazioni presenti nell'articolo sono state prese dal libro stesso, mentre le informazioni generali del libro sono state prese dalla Wikipedia)

27/05/14

Quando si dice “Vendere l'anima al diavolo”

Faust: Ah, Faust,
ora hai solo un'ora di vita,
poi sarai dannato per sempre.
Fermatevi sfere del cielo che eternamente ruotate,
che il tempo finisca e mezzanotte non venga mai.
(Atto V, Scena II)


La tragica storia del Dottor Faust è narrata in diversi libri, e anche chi non ne ha mai letto uno, conosce per fama la vita di questo erudito che vendetta la propria anima al diavolo in cambio di una conoscenza sconfinata.

Scena del Dottor Faust
Scena del Dottor Faust
Dei molti libri scritti riguardanti il Dottor Faust, i più famosi sono quelli scritti da Marlowe e da Goethe. Oggi vi parlerò de Il dottor Faust di Christopher Marlowe, mentre venerdì vedremo il Faust di Goethe.

Dato che la trama la sappiamo tutti, passiamo direttamente ai retroscena e alle caratteristiche della tragedia di Marlowe.

Una delle possibili origini del mito del dottor Faust sembrerebbe basarsi sulla figura del Dottor Johann Greg Faust che deve la sua “reputazione” ad un episodio che avvenne quando si trovava in prigione. Pare infatti che il cambio del vino il dottor Faust si fosse offerto di mostrare al cappellano come eliminare i peli dal viso senza l'uso del rasoio. Il cappellano gli procurò il vino, così il dottor Faust consegnò al cappellano un unguento a base di arsenico, che si rimosse i peli dal viso, ma anche il resto della carne. Tipo simpatico no?

L'altra ipotesi è che il Dottor Faust prenda origine dalla figura di John Dee, noto per i suoi studi alchemici.

Il Dottor Faust
Il Dottor Faust
Il Dottor Faust di Marlowe pare però essere interamente basato sulla traduzione del 1592 di un certo P.F. con l'aggiunta dell'Act and Monuments di John Foxe, relativo agli scambi tra Papa Adriano ed un papa rivale.

A prescindere dalle reali origini del Dottor Faust, la figura del sapiente talmente bramoso di conoscenza da accettare di vendere la propria anima in cambio del sapere e dei servigi di Mefistofele, resta una figura tragica e immortale.

Il tema preponderante di tutta l'opera è il peccato a cui Faust cede, spingendosi sempre più in basso, sempre più a fondo per quella sua brama incolmabile di sapere. Gli anni in compagnia di Mefistofele trascorrono fin troppo veloci per Faust, che nonostante l'intervento degli angeli per redimerlo, si inorgoglisce e persevera ancora di più nella sua condotta. Solo all'ultimo si renderà conto dei gravi errori che ha commesso, ritrovandosi ad attendere il fatidico momento della morte pieno di paura e colmo di rimorsi per le sue azioni, tuttavia il suo rimorso non è un reale pentimento. Se Faust infatti si pentisse potrebbe salvarsi, ma teme troppo il castigo che lo attenderebbe per farlo e così Mefistofele ottiene ciò per cui aveva stretto quel patto: l'anima di Faust.


Faust: Maledetti i genitori che mi fecero!
No, Faust, maledici te stesso, maledici Lucifero
che ti ha privato del cielo.
(Atto V, Scena II)


Christopher Marlowe
Christopher Marlowe
Trattandosi Il Dottor Faust di un'opera teatrale, esaminare il tipo di scrittura sarebbe inutile e sbagliato, per quanto trascritta in un libro, questa tragedia è stata studiata per il teatro, per essere rappresentata dagli attori su un palcoscenico, non per essere letta.

Tuttavia qualcosa possiamo dire, ad esempio che l'opera è stata scritta in versi sciolti, prevalentemente usati nelle scene principali, e in prosa, per le scene che scivolano nella comicità. Come in molte opere elisabettiane poi, tra gli attori che compongono la tragedia del Faust, vi è la presenza di un coro non interagisce con i personaggi, ma fornisce un'introduzione e una conclusione al dramma e svolgendo il compito di presentare i fatti.

Si potrebbe dire ancora molto sull'opera di Marlowe, ma vi togliere tutto il divertimento e il piacere di andarvi a leggere questa tragedia e informarmi personalmente sull'intera opera. Io vi ho messo la pulce nell'orecchio, ora tocca a voi.




Coro: Spezzato è il ramo che poteva crescere dritto
e bruciata la corona di Apollo
che crebbe in questo sapiente.
Faust se n'è andato. Meditate la sua caduta.
La sua tragedia possa esortare i saggi
a una sacra paura delle cose illegali,
le cose profonde che attirano spiriti arditi
a esperire ciò che il cielo ha proibito.
L'ora conclude il giorno, l'autore conclude l'opera.
(Atto V, Scena II)


(Le immagini presenti sono state prese da internet, le citazioni presenti nell'articolo sono state prese dal libro stesso, mentre le informazioni generali del libro sono state prese dalla Wikipedia)
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