11/08/14

Mentre egli agita il suo arco, una gran pace si dipinge sul suo volto | JINARAJADASA

.............L'unica teoria ragionevole, che spieghi il genio o che ammetta i fatti scientifici sull'ereditarietà del genio, è quella della Rincarnazione. .[qui]

Quando ammettiamo che l'individuo è un'anima e che questa è un Ente evolvente ed imperituro, che si manifesta per mezzo di un corpo appropriato alla sua fase di sviluppo e all'opera che deve compiere in questo corpo, allora risulterà evidente che gli attributi emotivi e mentali non sono che risultati delle esperienze modificatrici vissute nelle passate esistenze. Dato però il fatto che questi si possono esprimere soltanto per mezzo di un corpo e di un cervello adatti, questi devono avere quelle caratteristiche che la natura stessa ha parallelamente selezionato con l'ereditarietà, per il fine prestabilito. La manifestazione di ogni capacità superiore, quindi, dipende da due fattori indispensabili: un Ente o coscienza che abbia sviluppato quella capacità con esperienze ripetute nelle vite passate e uno strumento adatto, cioè un corpo fisico di cui la natura strutturale renda possibile l'espressione della capacità stessa.

Quando perciò consideriamo la qualità del genio, se questi possiede un corpo modellato da tali fattori genetici che inibiscono la sua genialità, questa resterà potenziale, per dirla al modo di Bateson, e la sua genialità inceppata. D'altro canto, se la natura producesse anche mille corpi adatti, non avremmo affatto mille geni. Due correnti evolutive, perciò, devono convergere in un solo punto, prima che possa manifestasi qualche qualità che non sia puramente funzionale. La prima richiede l'evoluzione di una coscienza indistruttibile, la quale continuamente esperimenta la vita e lentamente si specializza, la seconda, invece, richiede l'evoluzione della struttura fisica, selezionata dall'eredità, per rispondere a particolari stimoli interiori.

Se, con questa premessa, desunta da quello che avviene in natura, esaminiamo i vari geni che il mondo ha prodotto, scopriremo che essi non fanno altro che ricordare le loro passate esistenze, mentre manifestano la loro genialità. Esaminiamo, ad esempio, un genio come quello del giovane violinista Mischa Elman, che anni addietro incominciò la sua carriera musicale: allora non era che un bambino, pure manifestava una meravigliosa tecnica. Forse, si potrebbe legittimamente attribuire la sua capacità tecnica, conformemente alla teoria di Mendel, ad una rara convergenza di fattori genetici; tuttavia, nessuna teoria dell' ereditarietà fisica può spiegare quello che sorprese i più grandi critici della musica e cioè la sua particolare interpretazione della musica suonata. Proprio in questa interpretazione, l'amatore della musica può scorgere l'anima dell' esecutore e cioè se si tratta di un anima grande o piccola, se l'esecutore percepisce la vita superficialmente o in profondità.

L'interpretazione di Mischa Elman era assolutamente spontanea e non un'imitazione di qualche maestro, cioè quella di un uomo e non di un ragazzo. Non c'è da stupirsi che molti critici fossero imbarazzati, come quello del «Daily Telegraph» di Londra che diceva:
"La pioggia cadeva rumorosamente sul tetto ed il tuono scuoteva l'aria, ma Misha Elman con calma eseguiva gli spartiti di Paganini, Bach e Wieniawsky. La sua parola era calma, non sostenuta. Abbiamo già avuto dei bambini prodigio sui nostri palcoscenici, ma questi erano "sostenuti"; Mischa Elman non è uno di loro. Mentre egli agita il suo arco, una gran pace si dipinge sul suo volto, e soltanto di tanto in tanto appoggia di più il mento sullo strumento, come per accogliere l'impulso delle sue vibrazioni o per comunicargli il ritmo della sua anima".
Accettando la teoria della Rincarnazione e supponendo che Mischa Elman è un anima che, nelle vite passate, in verità salì al vertice supremo e quindi cadde nelle profondità della vita umana, troveremo una spiegazione ragionevole della sua genialità. In ogni sua interpretazione si riflette la somma delle sue passate esperienze e, perciò, egli ci può narrare, per mezzo della musica, le gioie e i dolori dell'uomo, poiché questi egli sperimentò nelle passate esistenze e di essi conserva i relativi ricordi nelle generalizzazioni emotive ed intellettuali.

Questa spiegazione conferma la scienza, poiché la teoria della Rincarnazione del genio implica la necessità, per l'anima musicale, di un corpo particolarmente adatto e convergente con I'ereditarietà musicale, selezionato dall'evoluzione e formato da appropriati fattori genetici.
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