Nel 1985, dopo aver scritto diversi libri per ragazzi, Daniel Pennac (pseudonimo di Daniel Pennacchioni) cominciava la sua serie forse più famosa, quella il cui protagonista è un capo espiatorio di “professione”: Benjamin Malaussène. Il primo capitolo di questa serie di libri è Il paradiso degli orchi ed è il libro di cui vi parlerò oggi.
Il paradiso degli orchi |
Siamo nella Parigi degli anni '80. Benjamin Malaussène è un capro espiatorio: un uomo pagato per prendersi la responsabilità di qualunque guasto di qualunque oggetto venduto ai Grandi Magazzini. Ogni volta che viene chiamato all'Ufficio Reclami deve ripetere la stessa partitura: impietosire a tal punto l'acquirente da costringerlo a ritirare il reclamo. Proprio dopo aver concluso una sua performance, nei Grandi Magazzini scoppia una bomba: un boato, delle urla, poi il silenzio. Una sola vittima: un uomo dilaniato, ritrovato con la patta aperta.
“In poesia i silenzi hanno lo stesso ruolo che in musica. Sono una respirazione, ma sono anche l'ombra delle parole, o il loro riflesso, dipende. Per non parlare dei silenzi annunciatori. Ci sono infiniti tipi di silenzi, Clara. Per esempio, prima che tu ti mettessi a recitare, stavi fotografando il gatto bianco sulla tomba di Victor Noir. Supponi che dopo che avrai recitato noi tacciamo. Sarà forse lo stesso silenzio?”
Daniel Pennac |
Il paradiso degli orchi è un esile libricino, ma talmente pregno di dissacrante e allucinatoria ironia da finire troppo presto. La cosa che sorprende è che sotto l'ironia pungente e la disastrosa realtà, si nasconda anche un giallo davvero niente male.
Se poi al giallo si aggiunge la straordinaria capacità di Pennac di creare personaggi così semplici e allo stesso tempo reali e concreti, si ottiene un libro davvero riuscito. Un giallo anomalo, con un protagonista dal lavoro inimmaginabile. Un intreccio tra personaggi e vite davvero ben costruito. Ma in tutto questo dissacrante umorismo c'è una saggezza di fondo.
“Gli orari della vita dovrebbero prevedere un momento, un momento preciso della giornata, in cui ci si potrebbe impietosire sulla propria sorte. Un momento specifico. Un momento che non sia occupato né dal lavoro, né dal mangiare, né dalla digestione, un momento perfettamente libero, una spiaggia deserta in cui si potrebbe starsene tranquilli a misurare l'ampiezza del disastro.”
Il paradiso degli orchi (film) |
Va detto che Pennac non è un autore adatto a tutti i palati. E' come una pietanza dal sapore insolito: c'è chi a piace al primo boccone, a chi piace solo dopo diversi assaggi e a chi invece non piacerà mai. Non c'è niente di male in questo, come per ogni cosa ognuno ha i suoi gusti. Se non sapete che gusto ha per voi Pennac, allora cominciate da questo libro, è una buon punto di partenza. Se invece la lettura vi spaventa, vi posso rincuorare dicendovi che ne hanno fatto anche un film.
(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet, le informazioni riguardanti il libro e l'autore sono state prese dalla Wikipedia, le citazioni invece dal libro di cui il post stesso parla)