18/05/14

Batteri | Non solo nemici dell'organismo ci sono quelli amici!

Batteri, non soltanto nemici dell'organismo, ci sono quelli amici! I microbiologi stanno già lavorando per accumulare un arsenale terapeutico da utilizzare in quest'eventualità.

Alla University of Medicine del New Jersey, Daniel Kadouri ha scoperto che il peggiore nemico di un superbatterio potrebbe essere...un altro batterio. "Fino ad oggi, il mondo della ricerca medica non ha visto di buon occhio l'ipotesi di utilizzare certe specie batteriche per ucciderne altre", spiega Kadouri. Il suo laboratorio ha "addestrato" microorganismi predatori a divorare le specie portatrici di infezioni.

"Dove ci sono batteri, ci sono probabilmente altri organismi pronti a cibarsene: noi ci limitiamo a gestire la catena alimentare per riuscire a eliminare infezioni specifiche". I batteri predatori sono più simili a parassiti che cacciatori: individuano la specie più appetibili e si insinuano all'interno degli organismi, colonizzandoli.
Batteri predatori
(immagine dal web)

Divorati i loro ospiti dall'interno, li abbandonano in maniera cruenta, per poi passare alle cellule limitrofe.
Un volta sazi, muoiono senza neppure toccare cellule umane. Questa strategia terapeutica presenta un ulteriore vantaggio: "gli antibiotici favoriscono la creazione per selezione naturale, di ceppi resitenti e numerosi farmaci", prosegue Kadouri. "Con il tempo i batteri mutanti che sopravvivono  a un ciclo di antibiotici producono intere generazioni di individui sempre più coriacei. Questo rischio non esiste, invece, utilizzando i batteri predatori".

Non è ancora chiaro perchè non vengano sviluppate resistenze a questi microorganismi utili, ma Kadouri spera che le prossime fasi della ricerca faranno luce sui meccanismi, ancora misteriosi, di quest'arma di difesa naturale. La domanda fondamentale è: questa strategia riuscirà ad arrestare l'avanzata dei superbatteri come NDM-1? "Questo sistema funzionerà, integrato con altri: si potrebbero usare cellule predatrici per uccidere il 99% dei patogeni primitivi, e poi concludere il trattamento con un potente antibiotico. Bilanciando correttamente gli interventi terapeutici a disposizione, non si creeranno nuove resistenze". (science)
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