Si tratta degli standard dell’Article 29 Working Party, che include le autorità per la protezione dei dati dei 28 stati membri dell’Unione Europea e la Commissione Europea. Oltretutto Microsoft ha ottenuto la citazione di prima e fino adesso nessuna azienda era riuscita a ricevere tale approvazione. L’Article 29 Working Party lavora per fornire assicurazione inerente la coerenza dell'applicazione della legge europea riguardo la privacy, approvando i codici di comportamento per l'elaborazione dei dati personali, e dà consigli sul fatto che i paesi al di fuori dell’Unione proteggano adeguatamente i dati che vi vengono trasferiti a partire dall’Unione Europea.
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Si tratta comunque sia di attività che possono incidere profondamente nel mercato globale del cloud computing. D’altro canto Microsoft ammette in un nota che i regolamenti per la protezione dei dati dell’UE sono i più avanzati nel mondo.
Dunque aldilà del fatto da dove i dati della clientela siano conservati sulla rete globale dei data center di Microsoft la privacy resta assicurata. L‘approvazione dell’ Article 29 Working Party vuol dire in pratica che i clienti di Microsoft non devono avere preoccupazione se i servizi cloud a cui fanno parte su scala mondiale siano trasferirti dall' Europa agli Stati Uniti, ma vanno ritenuti sufficentemente protetti dalla garanzia di Microsoft anche nei trasferimenti su scala globale.
Il messaggio assume un carattere rassicurante anche per i clienti statunitensi che hanno attività in Europa e in altri paesi del mondo. I clienti di Microsoft non basati nell’UE potranno usufruire delle stesse protezioni tecniche stringenti che soddisfanno l’Unione Europea. Inoltre dopo lo scandalo seguito alle rivelazioni di Edward Snowden sul comportamento della National Security Agency la rassicurazione di Microsoft rientra nelle attività svolte anche da altri provider come Apple , Google e Yahoo per ristabilire la fiducia nel cloud made in USA. (techWEEKeurope)