Il genoma di questo pesce australiano, dall'aspetto bizzarro, è mutato pochissimo quasi per niente negli ultimi 450 milioni di anni, secondo le ultime ricerche dell'Istituto A*STAR di Biologia Molecolare e Cellulare. Questo "record" gli conferisce il titolo di vertebrato dell'evoluzione più lenta in assoluto tra quelli a noi conosciuti, infatti, lo squalo elefante ha sbaragliato il celacanto, specie a rischio di estinzione e spesso definita "fossile vivente" proprio per le sue caratteristiche marcatamente primitive. I pesci cartilaginei come per l'appunto lo squalo elefante sono senza la tradizionale struttura scheletrica evidente ad esempio, negli esseri umani ed in altri vertebrati ossei.
Squalo elefante |
Dopo un confronto tra il genoma di queste creature marine e quello di altre dotate di esoscheletro, gli scienziati sono riusciti a identificare una famiglia di geni che pare assumere un ruolo fondamentale nell'osteogenesi. La speranza e quindi che le nuove scoperte possano contribuire a far luce sull'insorgenza e le possibili terapie di degenerazioni ossee quali l'osteoporosi. Il codice genetico dello squalo elefante e quello umano, oltretutto, presentano similitudini in più parti, rendendo il proto-squalo un importante elemento di riferimento per studi comparativi volti ad approfondire la conoscenza della nostra specie.
"Il genoma a evoluzione lenta delo squalo elefante è probabilmente la migliore approssimazione oggi disponibile del profilo genetico degli antenati, estinti tantissimo tempo fa, di tutti i vertebrati gnatostomi, ossia dotati di osso mascellare", ha spiegato Byrappa Venkatesh, che ha diretto la ricerca.
"Questo risultato è una pietra miliare che ci consentirà di approfondire la nostra conoscenza dello sviluppo e della fisiologia degli umani e di altri vertebrati, in base all'analisi dell'apparato scheletrico".
Un altro esito dello studio, altrettanto inaspettato, è la scoperta che lo squalo elefante pare non disporre di alcuni tipi di cellule immunitarie precedentemente considerate irrinunciabili risorse antivirali, antibatteriche e di prevenzione di reazioni autoimmuni quali il diabete e l'artrite reumatoide. Nonostante dotati di un sistema immunitario tanto primitivo, questi pesci sembrano però opporre un'efficace resistenza alle infezioni e sono anche molto longevi, infatti i ricercatori sperano di comprenderne i segreti per capire meglio i meccanismi della risposta immunitaria degli esseri umani e di altre specie. (science)