
Ad avanzare la class action sono Matthew Campbell dell'Arkansas e Michael Hurley dell'Oregon da parte di tutti gli utilizzatori di Facebook che negli Stati Uniti hanno inviato link nei propri messaggi privati. Secondo i ricorrenti, il social network intercetta sistematicamente i messaggi privati per avere informazioni da condividere con il marketing, ricevendo così un vantaggio rispetto ai concorrenti. Facebook, che è stato già criticato in passato per le sue politiche sulla privacy, ha commentato: "Le accuse sono prive di fondamento e ci difenderemo con forza".