Provate ad immaginare per
un momento se la storia avesse preso un'altra strada. Immaginate che
la tecnologia abbia preso una direzione diversa da quella attuale.
Troppo complesso? Allora restringiamo questo viaggio ipotetico in un
anno specifico, il 1855, ed immaginiamo che la popolazione di
quel tempo abbia una tecnologia molto più avanzata di quella che
sappiamo avesse allora. Ancora troppo complesso? Niente paura, c'è
chi lo ha fatto per noi: William Gibson e Bruce Sterling
con il loro libro La macchina della realtà.
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La macchina della realtà |
Siamo nella Londra del
1855. Al potere c'è la Radical Industrial Party di Lord Byron.
Charles Babbage ha completato la sua macchina analitica
diffondendola in modo capillare. La Gran Bretagna ha un impero
coloniale con aviazione e carri armati, a Manhattan governa Karl
Marx e la Germania è frammentata. Laurence Oliphant, dei servizi
segreti britannici, indaga sulla sparizione su un set di schede
forate su cui vi sarebbe un programma che permette scommesse
"sicure", ma che in realtà nascondono la dimostrazione dei
due teoremi noti come teoremi di incompletezza di Gödel su cui Ada
Lovelace terrà una conferenza in Francia.
La macchina della
realtà appartiene al genere steampunk, un ramo della
narrativa fantastica-fantascientifica che introduce una tecnologia
anacronistica all'interno di un'ambientazione storica, solitamente la
Londra vittoriana. In molti affermano che La macchina della realtà
sia l'opera che ha dato origine a questo genere letterario, dopotutto
Gibson e Sterling sono tra i principali ispiratori del
cyberpunk.
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Bruce Sterling |
Lo steampunk e più
in generale il cyberpunk sono generi letterari un po' di
nicchia, nei quali ci si imbatte o perché si è appassionati o per
puro caso, quindi se siete rimasti storditi da tutte queste parole e
concetti, tranquillizzatevi, prima di leggere La macchina della
realtà non ne sapevo nulla neppure io.
Mettiamo però da parte
le etichette e concentriamoci su questo libro, un romanzo in cui
l'ambiente prende il sopravvento sulla storia, dove la bellezza del
romanzo sboccia nella visione di un'Inghilterra in cui la macchina di
Babbage ha preso a funzionare per davvero, dove la rivoluzione
industriale e quella informatica danno vita ad un futuro diverso da
quello che conosciamo.
Il romanzo si articola in
sei parti. Da principio, passando dall'una all'altra sembra che non
vi sia nessuna connessione logica, se non l'ambientazione in cui si
svolgono le vicende. Proseguendo però con il romanzo, si comprende
che in realtà ogni parte di cui si compone il libro è legata
all'altra in un unico filone. Una particolarità stilistica del
romanzo è che non è diviso in capitoli.
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William Gibson |
La lettura del romanzo
non è semplice, né è quella a cui si è normalmente abituati,
quindi all'inizio può essere un po' faticoso da digerire, ma se
riuscite a superare indenni la scalata iniziale poi verrete ripagati
da una facile discesa.
Altra particolarità
degna di nota che, da un lato arricchisce il libro ma dall'altra è
un po' di ostacolo per chi non mastica determinati concetti o ha
diverse lacune in storia, è la presenza di personaggi storici
realmente esistiti. Inoltre la tecnologia descritta nel libro
potrebbe essere stata realmente realizzata se non si fosse atteso
l'avvento dell'energia elettrica, in quanto i principi che stanno
dietro ai computer attuali non sono vincolati all'uso del silicio
(microcip) ma possono svilupparsi in diverse direzioni, tra le quali
la meccanica come ipotizzato ne La macchina della realtà.