28/01/14

Come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima?

Provate ad immaginare per un momento se la storia avesse preso un'altra strada. Immaginate che la tecnologia abbia preso una direzione diversa da quella attuale. Troppo complesso? Allora restringiamo questo viaggio ipotetico in un anno specifico, il 1855, ed immaginiamo che la popolazione di quel tempo abbia una tecnologia molto più avanzata di quella che sappiamo avesse allora. Ancora troppo complesso? Niente paura, c'è chi lo ha fatto per noi: William Gibson e Bruce Sterling con il loro libro La macchina della realtà.
La macchina della realtà

Siamo nella Londra del 1855. Al potere c'è la Radical Industrial Party di Lord Byron. Charles Babbage ha completato la sua macchina analitica diffondendola in modo capillare. La Gran Bretagna ha un impero coloniale con aviazione e carri armati, a Manhattan governa Karl Marx e la Germania è frammentata. Laurence Oliphant, dei servizi segreti britannici, indaga sulla sparizione su un set di schede forate su cui vi sarebbe un programma che permette scommesse "sicure", ma che in realtà nascondono la dimostrazione dei due teoremi noti come teoremi di incompletezza di Gödel su cui Ada Lovelace terrà una conferenza in Francia.

La macchina della realtà appartiene al genere steampunk, un ramo della narrativa fantastica-fantascientifica che introduce una tecnologia anacronistica all'interno di un'ambientazione storica, solitamente la Londra vittoriana. In molti affermano che La macchina della realtà sia l'opera che ha dato origine a questo genere letterario, dopotutto Gibson e Sterling sono tra i principali ispiratori del cyberpunk.

Bruce Sterling
Lo steampunk e più in generale il cyberpunk sono generi letterari un po' di nicchia, nei quali ci si imbatte o perché si è appassionati o per puro caso, quindi se siete rimasti storditi da tutte queste parole e concetti, tranquillizzatevi, prima di leggere La macchina della realtà non ne sapevo nulla neppure io.

Mettiamo però da parte le etichette e concentriamoci su questo libro, un romanzo in cui l'ambiente prende il sopravvento sulla storia, dove la bellezza del romanzo sboccia nella visione di un'Inghilterra in cui la macchina di Babbage ha preso a funzionare per davvero, dove la rivoluzione industriale e quella informatica danno vita ad un futuro diverso da quello che conosciamo.

Il romanzo si articola in sei parti. Da principio, passando dall'una all'altra sembra che non vi sia nessuna connessione logica, se non l'ambientazione in cui si svolgono le vicende. Proseguendo però con il romanzo, si comprende che in realtà ogni parte di cui si compone il libro è legata all'altra in un unico filone. Una particolarità stilistica del romanzo è che non è diviso in capitoli.

William Gibson
La lettura del romanzo non è semplice, né è quella a cui si è normalmente abituati, quindi all'inizio può essere un po' faticoso da digerire, ma se riuscite a superare indenni la scalata iniziale poi verrete ripagati da una facile discesa.

Altra particolarità degna di nota che, da un lato arricchisce il libro ma dall'altra è un po' di ostacolo per chi non mastica determinati concetti o ha diverse lacune in storia, è la presenza di personaggi storici realmente esistiti. Inoltre la tecnologia descritta nel libro potrebbe essere stata realmente realizzata se non si fosse atteso l'avvento dell'energia elettrica, in quanto i principi che stanno dietro ai computer attuali non sono vincolati all'uso del silicio (microcip) ma possono svilupparsi in diverse direzioni, tra le quali la meccanica come ipotizzato ne La macchina della realtà.
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