La saga continua: L'intento sarebbe quello di correre da capolista in tutte le circoscrizioni italiane alle prossime elezioni europee. «Puntiamo all’election day il 25 maggio e vinceremo»
Dopo la decadenza da senatore, non ha nessuna intenzione di farsi da parte. E lancia la sfida. «Spero di essere capolista in tutte le Regioni alle prossime elezioni Europee», avrebbe detto, secondo quanto riferito dalle agenzie, parlando ai coordinatori regionali di Forza Italia riuniti a Roma. La data dell’ennesima sfida targata Cavaliere è fissata a fine maggio quando i cittadini dell’Unione europea saranno chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento di Bruxelles. «Puntiamo all’election day per il 25 maggio e vinceremo, grazie al lavoro dei coordinatori appena nominati e dai numerosi club che stanno nascendo in tutta Italia, siamo già oltre 6000. Arriveremo a 12.000», ha spiegato Berlusconi.Ecco perché Berlusconi non ha nessuna intenzione di perdere tempo sfruttando la dispèonibilità di Matteo Renzi a modificare la legge elettorale. Il Cavaliere si dice pronto ad incontrare il segretario del Pd prima che il testo della legge elettorale approdi in Aula: «La nostra preferenza va per lo spagnolo - ricorda - ma dobbiamo trovare il modello che ha maggiore condivisione e che viene fatto più in fretta in modo che si torni alle urne»
Ma torna il giallo sulla candidabilità del Cavaliere, condannato a quattro anni per frode fiscale e per la legge Severino incandidabile per sei anni con la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per due. Anche la direttiva che regola la materia dell’eleggibilità in Europa (la 93/109 del 6 dicembre 1993) fissa diversi paletti. Non solo la candidatura in Italia, per via dei risvolti della condanna, ma anche quella in un altro Stato europeo sarebbe preclusa all’ex premier. L’articolo 3 permette a ogni cittadino europeo di candidarsi nello Stato di residenza e non in quello di origine ma a condizione che la sua eleggibilità «non sia decaduta nello Stato di residenza». Insomma, prendere la residenza di un altro Stato membro non sarebbe sufficiente. E le parole dell’ex premier su una sua ipotetica candidatura come capolista in tutte le Regioni italiane sembrano essere più una sfida. Forse, l’ultima.