Il Governo deciderà successivamente se dovrà essere messo in atto un nuovo decreto legge oppure le nuove norme dovranno entrare a far parte di un altro provvedimento, seguendo l'esempio di quanto è già avvenuto per l'autorizzazione alle discariche e l'estensione dei poteri del commissario Enrico Bondi sulle controllate di Ilva, entrambi inseriti nella legge 125/2013 sulla Pa. L'Ilva dal proprio canto si è raccomandata di giungere ad una soluzione che comunque sia possa essere in linea con le necessità impellenti dello stabilimento.
Ilva di Taranto |
Questo in quanto che la semplificazione delle procedure autorizzative in loco è uno dei problemi messi in evidenza dai commissari dell'Ilva al pari dell'utilizzo nella bonifica delle somme sequestrate al gruppo Riva cosí come è previsto della legge 89/2013. Detto ciò passiamo ad un altro problema a cui si sta facendo fronte con le nuove norme, ovvero come evitare che i commissari siano colpiti dalle sanzioni amministrative per le inadempienze dell'Autorizzazione integrata ambientale che risalgono al periodo in cui l'acciaieria era sotto la gestione della proprietà privata.
In conclusione c'è l'aspetto che concerne le risorse finanziarie. «Noi potremmo fare di più - ha detto Ronchi - se le risorse dei sequestri della famiglia Riva fossero destinate all'effettivo risanamento. La magistratura ha individuato dei patrimoni che sono stati posti sotto sequestro e che sarebbe bene fossero utilizzati per il risanamento ambientale. Ciò non è successo, perché io francamente non lo so, penso che le norme non siano chiare, non siano sufficienti e che bisogna affrontare e approfondire questo problema nel decreto».