16/11/13

Le ombre di Fukushima

Ancora oggi si aggirano come ombre, i cani di Fukushima, abbandonati ad un destino tristemente immaginabile. Sono quasi 6.000 i cani rimasti soli nelle zone comtaminate. Il disastro nucleare che ha sconvolto il Giappone nel marzo 2011, ha lasciato soli animali domestici e quelli randagi, contaminati dalle radiazioni in modo eccessivo, oppure rimasti soli dopo aver perso i proprietari morti per il terremoto, ancora oggi popolano tristemente il territorio.
È uno spettacolo spettrale, soli e senza affetto i cani non possono oltrepassare la zona posta sotto isolamento. A nutrirli un gruppo di volontari che cerca di rendere meno tristi le loro giornate, portando cibo, acqua, coccole e aiuto medico. Ma secondo uno studio condotto da alcuni scienziati dell’Università di Azabu di Samigahara vicino a Tokyo, e pubblicato su Scientific Report, i cani hanno sviluppato un comportamento anomalo e inconsueto.

Cani salvati a Fukushima
Il trauma subito, forse l’azione delle radiazioni e l’eccessivo isolamento, hanno aumentato lo stress e l’apatia. I quadrupedi non dimostrano più gioia o desiderio di giocare, sono piuttosto diffidenti e restii alle manifestazioni d’affetto. Inoltre non sembrano interessati alle visite dei volontari, i quali vengono accolti con indifferenza. Una condizione strana per l’animo socievole e affettuoso dei cani.
A quanto pare il trauma subito non è stato smaltito, complice anche l’allontanamento forzato che li ha privati delle necessarie rassicurazioni. Ma principalmente l’azione devastante delle radiazioni ha scalfito il fisico e l’animo. Nonostante le innumerevoli verifiche governative, la zona è ben lontana dall’aver smaltito le scorie. Anzi le percentuali di radioattività rimangono alte, con livelli preoccupanti di cesio sia nel terreno che nell’acqua.
Una condizione che contribuisce a favorire anomalie fisiche, e genetiche, come dimostrato dall’intossicazione subita dai pesci e dalle modifiche molecolari verificate nelle farfalle. I cani sono solo gli ultimi di una lunga lista, che purtroppo proseguirà per molti anni ancora.

Il reportage del fotografo Damir Sagolj
Nel paesaggio lunare del Giappone colpito dal disastro di Fukushima, un uomo ha deciso di non abbandonare la sua terra e di vivere insieme a centinaia di animali abbandonati. Keigo Sakamoto, contadino ed ex assistente di disabili mentali, vive con 21 cani e 500 animali - tra gatti, conigli, polli, marmotte e altre specie - in un ranch disabitato sulla montagna vicino a Naraha, nel cuore della zona colpita dalle radiazioni dopo l'incidente dell'11 marzo 2011. "Non ci sono vicini" - racconta Sakamoto - "Io sono l'unico qui, ma ho deciso di restare". Molti dei cani con cui convive sono diventati ormai selvatici, mentre solo due vivono al suo fianco: uno si chiama Atomo, perché è nato poco prima del disastro nucleare. Il reportage del fotografo Damir Sagolj testimonia la sfida di un uomo che ha scelto di vivere nella sua terra, contaminata ed abbandonata, solo tra gli animal
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