La diagnosi di
tumore al cervello nonlascia molte speranze di sopravvivenza, intervenire è difficile, vi sono zone particolarmente delicate, che si raggiungono male e l'intervento è rischioso. Ma la ricerca non si ferma, è una lotta che contrappone la Scienza da un lato e la malattia dall'altro.
Ma uno studio pubblicato su
Science Translational Medicine dai ricercatori delle
Università del Michigan (Ann Arbor) e di
Harvard (Boston), fa sperare in un passo avanti. E' una nuova tecnica di
imaging, che permette di identificare con precisione i confini della massa tumorale, distinguendola dai tessuti sani. Per farlo sfrutta la microscopia
SRS (Stimulated Raman Scattering), una tecnica basata sull'utilizzo di un laser che, utilizzato per illuminare i tessuti, li “colora” in modo diverso a seconda della loro composizione chimica.
|
Cervello |
L'uso di questo approccio è stato reso possibile dai lavori preliminari di
Sunney Xie, responsabile dello studio, che ha investito gli ultimi 15 anni nel potenziamento della tecnica
SRS, che oggi può sfruttare un segnale amplificato più di 10 mila volte per ottenere immagini a più colori ad una velocità sufficiente per creare video dei tessuti in tempo reale. Grazie, poi, alla collaborazione fra chimici, neurochirurghi, patologi ed altri esperti è stato possibile arrivare a sperimentare la tecnica su topi vivi e su campioni prelevati da pazienti affetti da
glioblastoma multiforme, un tumore cerebrale caratterizzato da un'aspettativa di sopravvivenza pari, in media, a soli 18 mesi dalla diagnosi. In entrambi i casi la microscopia
SRS ha permesso di distinguere anche le porzioni più sottili della massa tumorale, più densa rispetto al tessuto sano. La sua accuratezza è paragonabile a quella dell'approccio standard per la diagnosi dei tumori cerebrali.
Uno dei problemi associati al trattamento chirurgico del glioblastoma risiede nel fatto che “i chirurghi non possono essere sicuri di aver rimosso tutto il tessuto tumorale prima che l'operazione sia conclusa – spiega
Daniel Orringer, coautore dello studio – Con la microscopia
SRS possiamo vedere qualcosa che è invisibile con la microscopia chirurgica convenzionale”. Ora non resta che perfezionare il sistema per renderlo abbastanza piccolo e stabile da poterlo utilizzare in sala operatoria. Il primo studio sui pazienti sarà condotto all'Università del Michigan e potrebbe iniziare già il prossimo anno.