16/11/13

Filippine: è ecatombe

Le Filippine sono in ginocchio, il tifone Haiyan con la sua furia devastatrice ha portato morte e distruzione. Il bilancio che di ora in ora si va delineando assume il profilo di un'ecatombe. Il capo della polizia ha fornito una sitma di 10 mila morti nella sola isola di Leyte .
 Ora Haiyan si dirige verso il Vietnam  dove sono state già evacuate 600mila persone. L'arrivo è previsto in queste ore, ma per fortuna con un'intensità della tempesta non paragonabile a quella distruttiva che ha flagellato il centro delle Filippine. Lo segnala il sito meteorologico www.wunderground.com, che ha degradato il tifone a "categoria 1", con venti fino a un massimo di 110 chilometri orari, prevedendo che scenderà a "tempesta tropicale" poco dopo l'impatto con la terraferma.
 E' in preda al caos la regione maggiormente colpita dal tifone, con centinaia di persone disperate che si sono date ai saccheggi per procurarsi cibo, medicinali ed altri generi di prima necessità. Le squadre di soccorso proseguono intanto nell'opera di ricerca dei sopravvissuti, e il bilancio ufficiale diffuso dalle autorità di Manila parla al momento di 552 morti. "Haiyan" ha messo fuori uso la rete elettrica, interrotto le comunicazioni, danneggiato gli aeroporti, bloccato le strade, rendendo più complicato il lavoro delle squadre di soccorso. «Non disperate, gli aiuti stanno arrivando», ha promesso oggi il presidente Benigno Aquino durante una visita a Tacloban. Aquino non ha confermato la cifra dei 10mila morti diffusa dalle autorità locali: «Le cifre sono allarmanti, ma la nostra priorità sono i superstiti», ha dichiarato.
Filippine
In tutta la provincia di Leyte si sono verificati episodi di saccheggi, ha reso noto Roger Mercado, governatore della adiacente provincia di Leyte sud. E' stato assaltato e saccheggiato anche un convoglio di camion carichi di aiuti che si trovava a 20 chilometri da Tacloban, ha reso noto il capo della Croce Rossa, Richard Gordon.
 Una previsione di massima, quella sui 10mila morti, basata sull'enorme devastazione che si sono trovate di fronte le autorità ma che potrebbe ulteriormente peggiorare, mentre altre centinaia di vittime sono state identificate nella vicina Samar, e decine di città e villaggi della fascia costiera non sono ancora stati raggiunti dai soccorritori.
Tutto distrutto da onde alte sei metri,  detriti di ogni tipo, i corpi di centinaia di persone giacciono sotto cumuli di macerie o nelle case allagate, mentre altre centinaia di cadaveri sono stati allineati e ricoperti in qualche modo. In mancanza di elettricità, acqua e viveri, i sopravvissuti «camminano come zombie in cerca di cibo», ha raccontato alla Reuters la studentessa Jenny Chu. In città vengono inoltre già segnalati atti di sciacallaggio, in alcuni casi a opera di uomini armati, mentre vaste aree agricole sono ancora sott'acqua.
Una conta esatta delle vittime richiederà giorni, man mano che verranno ristabiliti i contatti con le zone più devastate in particolare a Leyte e Samar, dove questa mattina sono stati individuati 200 morti. Guiuan, la città da 40 mila abitanti che per prima ha sofferto l'impatto dei venti fino a 313 km orari, non è stata ancora raggiunta. E così è anche per intere zone della costa, rase al suolo dall'innalzarsi delle acque simile a quello provocato da uno tsunami. Si calcola che le persone colpite siano 4 milioni, di cui il 40 per cento sotto i 18 anni. Le autorità filippine sembrano sopraffatte dall'entità del disastro: questa mattina, ha riportato una tv nazionale, il presidente Benigno Aquino è uscito da una riunione di emergenza sbattendo la porta per la frustrazione verso i collaboratori.
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