24/10/13

Superficialità, un cancro della nostra società

Rifletto su questo concetto: la superficialità.
Dice il vocabolario: "mancanza di profondità interiore, carenza di approfondimento o riflessione".
Essa impera in tutti i settori, e come un parassita si è annidata anche nell'anima delle persone. Mi guardo intorno e vedo gente che non va oltre quello che vede, conta l'impatto visivo, alla parte sottile nessuno fa più caso, usare gli occhi per vedere oltre,  penetrare l'impalpabile è troppo complesso.
In primis l'intelligenza, mi pare giaccia in coma da parecchio, puoi essere un completo deficiente, con un quoziente intellettivo di un'ameba, con un neurone pronto al suicidio che naviga da solo nella scatola cranica, ma se hai un'immagine impattante sfondi, poi che importa se non metti insieme un soggetto, un predicato e un complemento? Se cerchi di indagare la personalità di qualcuno, magari ti senti dire che sei troppo sofisticata, se tenti di parlare di un libro che non è commerciale vieni additata come strana, se, parlando di trasmissioni televisive, affermi che non segui programmi come i reality perché insomma, sono scadenti, e asserisci che sono un'offesa all'intelligenza, non sei "figo" e quindi fuori dal coro, perché di che si parla altrimenti?
Signori miei, di argomenti di cui parlare ce ne sono un'infinità, il problema è che alla gente non importa più di fare conversazione, quella vera, dove ci si confronta, si disquisisce, non sto scrivendo che si debba parlare dei massimi sistemi, ma che diamine!, cerchiamo di rivolgere la nostra attenzione anche all'esplorazione del nostro profondo, di valori come la volontà, l'impegno, la meritocrazia tanto decantata oggi, ma che ancora giace come lettera morta, la coerenza, che costa sforzi notevoli di volontà in un mondo che cambia direzione a seconda di come tira il vento.
Invece no, l'introspezione comporta farsi delle domande, pensare, ragionare su se stessi e sugli altri, chiedersi dove stiamo andando e dove sta andando la società.
A me a volte sembra di vivere in una fiction, ho l'impressione che la gente sogni solo di vivere in un film, fuori dalla realtà, in un mondo come quello di Barbie, dove tutto è pronto e facile e non costa alcuno sforzo.
Alla gente non interessa capire quello che sei, che capacità hai, quello che puoi offrire al mondo del lavoro e alle persone in termini sia di competenze che di capacità umane, ma si interessa semplicemente alla maschera che indossi. Apparire, avere potere, maneggiare soldi tutto il resto buttiamolo pure nel cesso e tiriamo l'acqua.
Ma dove ci sta portando questo treno su cui siamo saliti?
Ricordo che fu Anna Magnani a dire al suo truccatore: "Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele venire". Forse dovremmo proprio ripartire da qui e pensare che ci sono persone che aspettano l'occasione di poter dimostrare quello che sono al di là dell'immagine che le rappresenta.
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