Il-Trafiletto

03/12/13

Perchè si dice: "do ut des"?

E rieccoci con il "latonorum", a volte cari lettori, penso che sia diventata una fissazione. E forse lo è, ma la curiosità di approfondire è tanta e se possibile soddisfare la curiosità cibando la mente è un ottimo allenamento per le nostre cellule grigie.
Do ut des

Do ut des, do perchè tu dia. Si usa per indicare accordi in cui i reciporci vantaggi più o meno si equivalgono. O come per enunciare la legge che ogni dare umano pretende ed è soggetto ad un compenso. In tempi antichissimi, quando non esisteva ancora la moneta, tutto il commercio si svolgeva secondo queste quattro formule: do ut des (ti do la mercanzia, perchè tu me ne dia un'altra di genere diverso); do ut facias (ti do mercanzia perchè tu lavori per me); facio ut facias (lavoro per te, perchè tu lavori per me); facio ut des (lavoro perchè tu mi dia mercanzia).
Praticamente le basi orali dei contratti moderni.

Co.Re.Com.

Spesso ci sentiamo disarmati di fronte alle numerose e piccole prepotenze della vita quotidiana e si finisce per lasciar perdere.
Una delle tante è la poco simpatica abitudine dei gestori telefonici di affibbiarci servizi non richiesti, piccoli importi in bolletta possono dare inizio ad una lunga ed estenuante trafila di telefonate con segreterie telefoniche prive di soluzioni.
Esiste il Co.Re.Com.  il Comitato Regionale per le Comunicazioni: non siamo disarmati.
Vi riporto la mia personale esperienza.
Circa un anno fa mi sono accorta di ben due voci sconosciute sulle mie bollette telefoniche, servizi mai richiesti e che non avrei nemmeno utilizzato: chiamo il gestore, segnalo la cosa e chiedo il rimborso di quanto già pagato.
Mi rispondono di stare tranquilla, tutto a posto.
Invece no, nella bolletta successiva ritrovo le due voci di spesa e li richiamo. Questa volta rispondono che per avere il rimborso avrei dovuto chiederlo prima della scadenza del periodo di prova!
Mi sono rivolta al Co:Re.Com., gentili ed efficaci in meno di un mese sono stata risarcita  fino all'ultimo centesimo, in un anno era diventato un bel gruzzolo: circa cento euro.

TORTA DI SCAROLA E FIORI DI ZUCCA

Antipasto per otto persone o piatto unico per quattro: scegliete voi come servire questa croccante sfoglia, gustosa e ricca di fibre. Attenzione se ne fate un antipasto, ha 301 kcal per porzione

Ingredienti per 8 porzioni
2 dischi di pasta sfoglia pronta • 2 grossi cespi di scarola • 12 fiori di zucca (sostituire con carote gratuggiate se non sono reperibili i fiori di zucca) • 2 cucchiai di olio EVO • 3 spicchi d'aglio • 1 pizzico di peperoncino in polvere • 2 uova e un tuorlo • 40 gr di pecorino romano grattugiato • 1 cucchiaio di semi di sesamo • sale.

Torta salata di scarola
PULITE i fiori velocemente sotto l'acqua, eliminate il pistillo e tenetene da porte i più belli. Poi riducete a striscioline le corolle. Mondate la scarola, spezzettatela con le mani, lavatela e sgrondatela, quindi tritatela grossolanamente con lo mezzaluna o con il coltello trinciante.

SCALDATE l'olio in un tegame, insaporitevi gli spicchi d'aglio schiacciati e, quando tendono a diventare trasparenti, aggiungete la scarola; salate, aggiungete il peperoncino e cuocete per circa 5 minuti.

ELIMINATE l'aglio (se vi piace lasciatelo e schìccciatelo bene con una forchetta in modo da sminuzzorlo). Unite i fiori di zucca e cuocete altri 2-3 minuti. Raccogliete lo scarola con i fiori di zucca in una terrina. Incorporatevi le 2 uova intere e il pecorino, amalgamando bene il tutto.

FODERATE una tortiera con carta da forno. Sistemate il primo disco di pasta, bucherellate la superficie e versatevi il composto di scorola. Livellatelo e coprite con il secondo disco di pasta, sigillando i bordi. Bucherellate di nuovo e spennellate con il tuorlo sbattuto con un goccio d'acqua.

COSPARGETE con il sesamo e cuocete in forno caldo a 200°C per circa 25 minuti. Lasciate intiepidire, affettate e servite, decorando a piacere con i pistilli dei fiori di zucca.

VARIANTI APPETITOSE 
1-• Sostituite lo scorola con circa 800 g di zucchine, tagliate a rondelle e schiacciate con lo forchetta una volta che sono cotte.
2• Il risultato è ottimo anche con 4 cespi di insalata belga, cotti come lo scorola.

Del maiale non si butta nulla | Porcellum resiste

 Annullata la riunione della commissione al Senato, per salvare stabilità di governo e partiti: "la "porcata" per ora resta dov'è", e dal 3 dicembre sarà all'esame della Corte Costituzionale. Zanda: "Dibattito costruttivo impossibile a causa della formazione di nuovi gruppi nel centrodestra e dell'imminente congresso". La discussione riprenderà dopo l'8 dicembre. I renziani: "Ripartire subito dalla Camera" Nessuno tocchi il Porcellum.
Ogni volta con una motivazione diversa, ma i partiti continuano a rinviare la discussione per cancellare la legge elettorale firmata da Roberto Calderoli. Ci sono riusciti anche oggi dopo che la scorsa settimana la ragione era stata la scissione del Pdl e il Nuovo Centrodestra che non era riuscito a riflettere a sufficienza su quale posizione tenere sull’argomento.
Zanda-Finocchiaro

 Tutto era stato rinviato a oggi (pure le residue speranze), ma tre ore prima della riunione della commissione Affari costituzionali del Senato la riunione è stata annullata. I senatori avrebbero dovuto votare, tra l’altro, l’ordine del giorno presentato proprio da Calderoli – il padre della “porcata” – che cancellerebbe l’attuale sistema elettorale, ripristinando il Mattarellum. Niente di tutto questo: se ne riparla “dopo l’8 dicembre“. Ora lo scenario più probabile è che tutto passi alla Camera dove il centrosinistra – peraltro da solo – ha una larga maggioranza. Ma a pesare sono anche gli equilibri di governo, ora che la maggioranza ha perso pezzi (parecchi), si è ristretta e sta ripartendo dopo vari ostacoli. Tanto è vero che a chiedere il rinvio sono stati i gruppi della maggioranza: Pd, Ncd e Scelta Civica (quest’ultima a sua volta spaccata tra popolari a favore del rinvio e montiani contrari).                       fonte

Penalizzati i pendolari e sconti sulle freccie ad alta velocità

Corse di treni locali, necessari per i pendolari che già subiscono parecchi disagi, sono state soppresse in dieci regioni.
Ma il ministero fa sconti sull’alta velocità Sulle ferrovie è sempre più un'Italia a due velocità. Da una parte il trasporto locale è in fibrillazione per le annunciate soppressioni. Legambiente accusa: "Priorità solo all'alta velocità". Trenitalia e Ntv pagheranno il 15% in meno per la rete, mentre Moretti vuole tassare i pendolari. Intanto è sempre più alto il rischio di procedura di infrazione alla Corte Ue: "Passeggeri poco tutelati" I nuovi orari arriveranno solo il 15 dicembre, ma il trasporto ferroviario locale vive settimane di fibrillazione per le annunciate soppressioni di corse e tratte: nuove cancellazioni all’orizzonte in 10 Regioni stanno provocando proteste tra i pendolari e sono oggetto di interrogazioni e interpellanze parlamentari. Il fenomeno dura da anni: secondo Legambiente, in 13 Regioni tra il 2011 e il 2012 si è assistito ad un taglio di treni e corse in media del 5% ogni anno, che ha toccato punte del 15% in Puglia. Ferrovie dello Stato annuncia l’arrivo di nuove carrozze destinate alle tratte locali, ma da sempre più parti si punta il dito contro l’alta velocità: “Si dà priorità ai treni veloci, investendo e migliorando i tratti extra-urbani della rete – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – per quelli urbani, invece, i fondi latitano e ritardi e disagi aumentano”.
Freccia Rossa
 Il tutto mentre il governo fa uno sconto del 15% sul canone per l’uso dell’infrastruttura per l’Alta Velocità a Trenitalia e Ntv e l’Europa pressa l’Italia perché si adegui alle direttive comunitarie sui diritti dei passeggeri: Roma è a rischio deferimento davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea Gli ultimi tagli alle tratte locali A ottobre varie Regioni hanno deciso di usare le forbici. Il Piemonte ha annunciato nuovi tagli per risparmiare 5 milioni: a meno di ripensamenti, dal 14 dicembre cesseranno il servizio 18 treni che collegano la regione con la Liguria, creando disagi a oltre 2mila pendolari. Esemplare, poi, la vicenda degli interregionali Milano-Venezia. A luglio la Regione Veneto ne aveva soppressi 8, sostituendoli con i più lenti regionali e creando disagi a circa 10 mila utenti. “Ora la Lombardia ha ripristinato la tratta, ma solo fino a Verona – spiega Dario Balotta, responsabile trasporti Legambiente della Lombardia – e non garantendo le coincidenze. Così per andare a Venezia ed evitare il trasbordo a Verona, i 4mila pendolari giornalieri tra le due regioni saranno costretti a servirsi dei Frecciabianca, che costa dal doppio al triplo di un interregionale. Un vero favore all’Alta velocità”. A settembre, invece, era toccato alla Calabria: 14 i treni locali soppressi, decisione che aveva spinto il Pd a presentare un’interrogazione alla Camera. La scure si è abbattuta anche sugli Intercity: a fine ottobre Trenitalia ha deciso di tagliarne 12 tra la Toscana e altre 8 Regioni, dal Friuli alla Campania. I pendolari sono scesi sul piede di guerra e la politica si è mossa: il 24 ottobre i governatori interessati hanno scritto al presidente del Consiglio Enrico Letta e il Pd ha presentato un’interpellanza alla Camera. “Durante il periodo natalizio il servizio sarà assicurato”, ha fatto sapere il sottosegretario ai Trasporti, Erasmo D’Angelis. Ma per l’anno nuovo non c’è certezza Ma il ministero fa lo sconto a Trenitalia e Ntv Un decreto del ministero dei Trasporti datato 10 settembre 2013, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 settembre, taglia del 15% le tariffe di pedaggio per l’Alta Velocità pagate da Trenitalia e Ntv al gestore dell’infrastruttura, Rete Ferroviaria Italiana. A proporre lo scontro, si legge nel testo, era stata la stessa Rfi. La motivazione: gli utili del biennio precedente erano stati più alti del previsto e i conti dell’azienda “devono presentare un tendenziale equilibrio tra i ricavi da riscossione dei canoni, le eccedenze provenienti da altre attività, i contributi pubblici” da un lato, e “i costi di gestione” dall’altro.   fonte
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.