Il-Trafiletto
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06/08/14

Donare è un dono | Il prezzo della felicità

Donare è un dono
Se quest'ipotesi fosse vera, allora aiutare gli altri dovrebbe rallegrare anche bambini piccolissimi.

Per verificarlo, ci siamo avvalsi della collaborazione della psicologa comportamentale Kiley Hamlin. Abbiamo iniziato distribuendo a piccoli di 1-3 anni dei biscottini: la loro felicità nel riceverli è stata superata solo dalla soddisfazione provata nel poter offrire questo dono a un simpatico pupazzo.

Vi sarà familiare l'immagine di un bambino che si scioglie in lacrime se obbligato a condividere qualcosa di sua proprietà: come può, dunque, quel bambino, e come possiamo noi adulti, provare sempre gioia donando? La nostra ricerca dimostra che quella gioia non è, appunto, automatica. Tendiamo a sperimentare sensazioni positive, infatti, quando possiamo constatare gli effetti prodotti in qualcun altro dalla nostra generosità. Nel caso dei piccoli del nostro esperimento, il pupazzo masticava allegramente, esprimendo apprezzamento, dopo aver ricevuto il biscotto. Gli enti benefici possono mettere a frutto questa informazione, consentendo ai donatori di verificare facilmente come vengono utilizzati i contributi.

Per esempio, l'associazione no profit Spread the Net garantisce, per ogni donazione da 10 dollari, la fornitura di una rete per la prevenzione della malaria pediatrica in Africa: abbiamo scoperto che le persone si sentono più soddisfatte dopo un versamento fatto a Spread the Net piuttosto che all'UNICEF. Anche se l'UNICEF condivide lo stesso obiettivo globale, ossia aiutare i bambini bisognosi, l'impatto delle donazioni a un'organizzazione cosi vasta risulta meno facilmente tracciabile. Il nostro studio indica, inoltre, che è più facile provare sentimenti positivi dopo aver speso soldi a vantaggio di altri se riusciamo a trascorrere del tempo con loro. Dopo aver comprato un pallone per il compleanno del nipotino, dunque, ci sentiremo molto più soddisfatti se ci impegneremo anche a giocare un po' a calcio con lui. La prossima volta che metteremo mano al portafoglio, la domanda da farsi è: sto pagando il prezzo della felicità?(science)


02/04/14

Avvampare di vergogna o assaliti dal vomito per l'indignazione | C'è da crederci!

Quando qualcuno vi dice di sentirsi avvampare per la vergogna, oppure di essere prossimo al vomito per l'indignazione, c'è da crederci!

Uno studio condotto dall'Università Aalto, in Finlandia, ha messo alla luce che le nostre emozioni scatenano violente sensazioni fisiche. Agli oltre 700 partecipanti sono state sottoposte immagini e video filmati via web dal forte impatto emotivo, ed è stato successivamente chiesto loro di indicare in quali parti del loro corpo hanno avvertito maggiormente reazione.
Mappa corporea dei sentimenti

In questa immagine, la prima mappa corporea dei sentimenti: i colori caldi indicano le aree fisiche stimolate, mentre i colori freddi indicano quelle disattivate.

Gli intervistati hanno riferito che la felicità e l'amore scatenano attività ovunque, mentre pericolo e paura innescano forti sensazioni nella zona del torace. (science)

01/03/14

Monika la nuava ragazza di George Clooney

Una nuova fiamma per il bel Cooney. La bellissima modella croata fuggita nel 1991 d Londra con la sua famiglia, dalla guerra in Croazia.

La splendida modella croata Monika Jakisic sarebbe tornata tra le grinfie di George, dopo essersi rivisti per pura casualità a Londra, lo scorso maggio. Secondo quanto riportato da Us Weekly i due si sarebbero visti più e più volte negli ultimi mesi, facendo schizzare in alto la fantasia dei tabloid di casa. Clooney potrebbe quindi cedere alla minestra riscaldata, che non farebbe però rima con Canalis, come tutti avevamo sperato, bensì Jakisic. Nel 2004, ovvero quasi 10 anni fa, il primo presunto incontro tra George e Monika, con immancabile scappatella lampo, perché durata non più di qualche mese. Il legame tra i due sarebbe però rimasto assai solido, tanto da ritrovarsi più maturi e nuovamente single 9 anni dopo. Che tra i due possa riesplodere la scintilla dell’interesse sentimentale?




25/02/14

Cinque consigli per affrontare un distacco soft dai figli

Nostra figlia non è più nostra DISTACCHI FAMILIARI

Le ansie di fronte all'autonomia dei ragazzi. Cinque consigli per affrontare un distacco soft dai figli


Mia figlia Giulia di 19 anni frequenta l'università lontano da casa, e fino a poco tempo fa ritornava da noi ogni fine settimana. Ora ha cominciato a rientrare ogni 15 giorni e non sembra interessata a stare con noi, perché esce continuamente con gli amici, tornando sempre tardi, non prima delle due. Anche se capisco che ha bisogno di vivere la sua vita, non trovo giusto che ci tratti così! Erica F.

La vostra ansia è comprensibile di fronte a un cambiamento così grande. Prima vostra figlia era sempre in casa mentre ora è sempre fuori. È normale che una figlia cerchi di stare con i suoi coetanei, anche se questo viene vissuto male dai genitori. Ha bisogno di confrontarsi, di sentirsi inserita in un gruppo, di esplorare la vita. Ma tutto questo non significa che l'abbiate persa. È evidente che il vostro rapporto ha bisogno di cambiare, di trasformarsi tenendo conto del nuovo contesto di esperienze e distanze, non solo geografiche ma anche di maturazione.

I vostri sentimenti di affetto non perderanno di valore ma andranno canalizzati diversamente. Per esempio, quando vostra figlia rientra a casa dall'università, non chiedetele subito tutto quello che ha fatto, ma lasciatela percepire che state cercando di rispettare le sue scelte, anche se il cuore di genitore non cessa di battere. Sarà sicuramente un messaggio positivo non fare domande mantenendo un atteggiamento di ragionevole fiducia. In questo modo svolgerete un ruolo di supporto e rappresenterete un autentico punto di riferimento. Vostra figlia ha bisogno di vedere che la vostra vita non dipende unicamente da lei, per quanto bene le vogliate. È troppo pesante per lei sentirsi responsabile della vostra felicità, anche se questo non gliela chiedete apertamente. Vediamo quindi insieme come potreste aiutare praticamente vostra figlia accompagnandola in questa delicata transizione verso nuovi equilibri:

1. Accettiamo lo nostra frustrazione di genitori di fronte all'inevitabile perdita, almeno parziale, di controllo sul comportamento dei figli. Si tratta di un processo naturale e sano di «lutto» che finisce con l'accettazione della situazione che fa crescere noi e loro.

2. Le nostre ansie sui figli, li rendono più insicuri e nervosi: va bene ammettere che siamo ansiosi per loro, ma dobbiamo eliminare le nostre paure che rendono poco efficace il rapporto.

3. Offriamo dei momenti piacevoli, da trascorrere insieme. Scegliamo di ridere di Dai stessi, raccontando le stupidaggini che facevamo alla loro età. Questo ci renderà più credibili ai loro occhi, e renderà loro più disponibili all'ascolto

4. Introduciamo l'idea di responsabilità, anche sul piano finanziario, proponendo" l'autogestione di una somma mensile predeterminata, che sia ragionevole. Suggeriamo criteri per valutare le spese e organizzarsi, magari citando personali esperienze, anche negative, che ci hanno insegnato qualcosa.

5..Crescere è una “porta stretta” che impone a tutti, genitori e figli, di ridurre il bagaglio che fino a quel momento abbiamo ritenuto indispensabile, per avventurarci insieme con gli elementi essenziali in una strada nuova. Nessuno è nato genitore, mentre tutti siamo nati figli. Forse abbiamo tutti bisogno di un vero Genitore
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