Il-Trafiletto
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15/03/14

Pechino censura "Honky Tonk Woman" il testo non e' adatto all'animo e alla sensibilita' del popolo cinese,

E' assurdo che una grande nazione emergente come la Cina, già nel terzo millennnio, debba ancora censurare una canzone storica come "Honky Tonk Woman": "regina dei bar" dai facili costumi, troppo trasgressiva per la Cina. 


E poco importa che la donna in questione sia la protagonista di una delle canzoni piu' famose dei Rolling Stones. Con la band capitanata da Mick Jagger, che si e' esibita mercoledi' a Shanghai - per la seconda volta in assoluto sul suolo cinese - la Cina e' stata categorica: Honky Tonk Woman non potra' essere inserita in scaletta. "Veto".
Rolling Stones
E la rock band nota per le sue trasgressioni ha dovuto abbassare la testa. Lo aveva annunciato via Twitter lo stesso Mick Jagger e i fan presenti al concerto hanno confermato che di Honky Tonk Woman non hanno ascoltato una nota. Al 116esimo posto nella classifica delle 500 canzoni piu' belle di sempre stilata dalla rivista Rolling Stones, Honky Tonk Woman e' una delle hit piu' famose della band. Ma, evidentemente, per la macchina della censura di Pechino il testo non e' adatto all'animo e alla sensibilita' del popolo cinese, più istruttivo picchiare e torturare monaci buddisti. Vietata anche "Brown Sugar" un destino che le era toccato anche otto anni fa quando il gruppo si esibi' per la prima volta in Cina, sempre a Shanghai. Allora rimasero fuori dalla scaletta anche 'Let's spend the Night Together' e altre hit. I Rolling Stones non sono certo i primi artisti stranieri a cadere nelle maglie della censura cinese che vieta testi dai contenuti ritenuti "osceni" o "politicamente sensibili". Nel 2008 a Bjork fu vietato di eseguire "Tibet". Mentre volgari sono considerati i repertori di Katy Perry e di Lady Gaga, le cui canzoni sono tornate sulle frequenze radio qualche mese fa dopo una censura durata tre anni. Intanto sembra confermato l'appuntamento italiano con i Rolling Stones che si esibiranno il 22 giugno a Roma al Circo Massimo.                 

22/02/14

Il “Banco del Mutuo Soccorso” piange la sua voce solista. Francesco Di Giacomo muore in un incidente stradale.

La musica italiana piange la prematura e improvvisa scomparsa di Francesco Di Giacomo, voce solita del “Banco del Mutuo Soccorso”, storica band romana tra le più rappresentative del rock progressive italiano. E' morto in un incidente stradale avvenuto nei pressi di Zagarolo, in provincia di Roma, nel tardo pomeriggio di ieri. Di Giacomo, 67 anni, viaggiava da solo alla guida della sua auto, una Toyota. Secondo una prima ricostruzione dei fatti sarebbe stato vittima di un malore che gli avrebbe fatto perdere il controllo del veicolo, facendolo saltare sull'altra corsia fino a schiantarsi contro una Rover che proveniva in senso contrario. Il conducente della Rover, una donna, sembra non aver riportato ferite gravi. Il cantante è deceduto durante il trasporto all'ospedale di Palestrina. Era nato a Siniscola il 22 agosto 1947. La sua voce e il suo talento, insieme agli amici del Banco del Mutuo Soccorso, hanno scritto una pagina importante del rock italiano. Insieme a PFM, Orme e Area, il Banco è stata la formazione più importante e più conosciuta, anche all'estero nei primi anni Settanta. E un anno dopo uscì l'album del Banco col salvadanaio in copertina. La notizia della scomparsa di Francesco Di Giacomo è arrivata naturalmente anche al Festival di Sanremo. Alla fine dell'esibizione di Noemi, Fabio Fazio ha dato la notizia, e tutto il pubblico si è alzato in piedi. Su Twitter Lorenzo Jovanotti cita Moby Dick del Banco per ricordarlo così: 'La sorte corre nella tua scia, colpo di coda e vola via'. Ciao Francesco, voce meravigliosa'.
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