Il-Trafiletto
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02/05/14

Messaggio di Napolitano per il 1° maggio | Made in Italy il centro culturale di Pechino

Roma - il Presidente della Repubblica nel messaggio per il primo maggio. "Se volessimo dare un nome" a questa giornata del Primo Maggio, "non e' eccessivo parlare di "allarme lavoro". Napolitano ha aperto cosi' il suo intervento al Quirinale. "No, non e' eccessivo parlare di 'allarme lavoro': per suscitare il massimo di reazioni in tutti i sensi, non certo per abbandonarsi allo scoramento. Il massimo di reazione - ha detto Napolitano - in termini di riforme e di politiche pubbliche, di impegno delle imprese e delle organizzazioni sociali, di iniziativa dal basso, individuale e di gruppo". "L'opposto, insomma, della rassegnazione, del fatalismo e anche dell'ordinaria amministrazione della pigra e lenta routine burocratica". "Non tocca a me esprimermi sul merito di orientamenti e provvedimenti e sui punti controversi che presentano", ha detto il capo dello Stato. "Il confronto e' fisiologico e il dissenso pienamente libero di esprimersi: ma le scelte conclusive non possono tardare a lungo", ha aggiunto, dopo aver premesso: "come stia reagendo con accresciuto dinamismo e spirito innovativo il governo lo ha detto qui il ministro Poletti". Ai sindacati spetta "un ruolo essenziale e nuovo". Ma a loro spetta anche un ruolo nuovo e sono chiamati, in un quadro grave di crisi aziendali, come l'attuale, "a concorrere alla ricerca di soluzioni solidaristiche, innovative, coraggiose e determinate". (AGI)

Roma - Sarà 'made in Italy' il nuovo Centro culturale di Pechino: lo studio Fuksas ha vinto il concorso internazionale per la progettazione del Centro, situato nel cuore della capitale cinese, nel Distretto amministrativo di Chaoyang, dove hanno sede le principali Ambasciate straniere, il secondo più popoloso della capitale. Dopo la recente inaugurazione dello Shenzhen Bao'an International Airport, uno dei più grandi della Cina, e la Guosen Securities Tower di 300 metri di altezza in fase di realizzazione, sempre a Shenzhen, Massimiliano e Doriana Fuksas si sono quindi aggiudicati la realizzazione di questo nuovo edificio il cui progetto si sviluppa su due semplici volumi di specchio rifinito in acciaio inox, separati da un atrio in vetro trasparente e permeabile. Il parco, gli edifici circostanti, la gente, la frenesia della vita quotidiana contemporanea si riflettono continuamente sulle facciate a specchio a sottolineare in modo sobrio il contesto, narrando la storia del quartiere urbano sulla sua "pelle". "Il nostro edificio - spiega Massimiliano Fuksas - è così uno specchio, uno schermo, una tela su cui la vita di questa zona risalterà. La vita come la cultura. La cultura come vita''. L'inizio dei lavori è previsto entro la fine del mese di giugno.(Adnkronos)

15/03/14

Pechino censura "Honky Tonk Woman" il testo non e' adatto all'animo e alla sensibilita' del popolo cinese,

E' assurdo che una grande nazione emergente come la Cina, già nel terzo millennnio, debba ancora censurare una canzone storica come "Honky Tonk Woman": "regina dei bar" dai facili costumi, troppo trasgressiva per la Cina. 


E poco importa che la donna in questione sia la protagonista di una delle canzoni piu' famose dei Rolling Stones. Con la band capitanata da Mick Jagger, che si e' esibita mercoledi' a Shanghai - per la seconda volta in assoluto sul suolo cinese - la Cina e' stata categorica: Honky Tonk Woman non potra' essere inserita in scaletta. "Veto".
Rolling Stones
E la rock band nota per le sue trasgressioni ha dovuto abbassare la testa. Lo aveva annunciato via Twitter lo stesso Mick Jagger e i fan presenti al concerto hanno confermato che di Honky Tonk Woman non hanno ascoltato una nota. Al 116esimo posto nella classifica delle 500 canzoni piu' belle di sempre stilata dalla rivista Rolling Stones, Honky Tonk Woman e' una delle hit piu' famose della band. Ma, evidentemente, per la macchina della censura di Pechino il testo non e' adatto all'animo e alla sensibilita' del popolo cinese, più istruttivo picchiare e torturare monaci buddisti. Vietata anche "Brown Sugar" un destino che le era toccato anche otto anni fa quando il gruppo si esibi' per la prima volta in Cina, sempre a Shanghai. Allora rimasero fuori dalla scaletta anche 'Let's spend the Night Together' e altre hit. I Rolling Stones non sono certo i primi artisti stranieri a cadere nelle maglie della censura cinese che vieta testi dai contenuti ritenuti "osceni" o "politicamente sensibili". Nel 2008 a Bjork fu vietato di eseguire "Tibet". Mentre volgari sono considerati i repertori di Katy Perry e di Lady Gaga, le cui canzoni sono tornate sulle frequenze radio qualche mese fa dopo una censura durata tre anni. Intanto sembra confermato l'appuntamento italiano con i Rolling Stones che si esibiranno il 22 giugno a Roma al Circo Massimo.                 
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