Il-Trafiletto
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23/09/14

Il primo bacio: paure e domande

Arriva per tutti il momento del primo bacio, della prima cotta, della prima relazione e a volte si è veramente impacciati e dentro di noi scattano paure e un sacco di domande, proviamo a vederle con calma. 


Come faccio a gestire il mio primo approccio, il bacio? Vuole baciarmi oppure no? Comincerò pian piano e osserverò per vedere se lei si allontana, ma mi vorrà davvero? Lei non si è ancora allontanata, quindi questo è un buon segno, ma forse non sono ancora abbastanza vicino?
Ho intenzione di continuare a muovermi fino a quando le nostre labbra si toccano.

Come sarà il mio fiato? Gli sarà piaciuto? Dove ho sbagliato? Perchè non mi dice nulla?

Ho i denti storti, se ne sarà accorta?

Devo usare la lingua? Gli piacerà, ma come la devo usare? Devo prendere io l'iniziativa o glielo chiedo o aspetto? Gli sarà piaciuto come ho usato la lingua?

E le mani? Dove le devo mettere? Se le metto sul suo sedere, è troppo sessuale, se le afferro i fianchi, è più casual, se le prendo la testa o i capelli, forse è il più appassionato? Dove si trova un luogo neutrale per mettere le mani? Le ginocchia? Forse mi limiterò a muovere le mani come un professore, gesticolando.

Coraggio, sii te stesso e lasciati andare, senza timore, se son rose fioriranno.
Il primo bacio

12/04/14

L'IMPORTANZA DELLE FIABE

Le fiabe sono state scritte tanto tempo fa. Ma continuano ad aiutare ì bambini a superare ansie e paure.

Intorno ai quattro o cinque anni di età la fantasia del bambino comincia a popolarsi di fate, di streghe, di principi e di principesse, di orchi, di re, di regine e di terribili lupi: questa è, infatti, l'età in cui le fiabe cominciano ad esercitare il loro benefico influsso. Le favole, soprattutto quelle tradizionali, assolvono il compito di aiutare i bambini a trovare un significato della vita e, anche se sembrano avere poco da insegnare circa le specifiche condizioni dell'esistenza di oggi, sono invecemolto istruttive riguardo i problemi interiori degli esseri umani in qualunque tipo di società vivano.
La favola, dunque, a differenza di buona parte delle storie moderne scritte per l'infanzia, dà accesso a una dimensione più profonda di cui il bambino ha bisogno per affrontare i suoi disagi interiori.
Molti genitori credono che al bambino dovrebbero essere presentate prevalentemente situazioni o immagini piacevoli per farlo entrare in contatto unicamente con il lato buono delle cose. Ma questa visione parziale ed edulcorata della vita non gli permette di trovare possibili risposte di fronte a situazioni che non rispecchiano quelle idilliache condizioni. Le fiabe, invece, dicono al bambino che una lotta contro le gravi difficoltà della vita è inevitabile, che soltanto chi è disposto ad affrontare coraggiosamente le avversità potrà superare tutti gli ostacoli ed uscire vittorioso. Nelle fiabe il male e la virtù sono sempre presenti e, come i personaggi (le cattive sorellastre di Cenerentola, la matrigna, di Biancaneve), non sono contemporaneamente buoni o cattivi allo stesso tempo, come tutti noi invece siamo nella realtà.
Il bambino, in questo modo, potrà comprendere che esistono grandi differenze fra le persone e che quindi bisogna operare scelte circa il tipo di persona che si vuole diventare. Proprio per la funzione liberatoria esercitata dalla favola, i bambini prediligono le storie paurose e terrificanti che si rivelano più adatte a esprimere i timori profondi: l'amore della vita e la paura della morte, il bisogno di essere amati e la paura di non essere considerati. Spesso i bambini sono incapaci di esprimere questi sentimenti a parole e possono farlo soltanto in modo indiretto: paura del buio, di qualche animale, ansie cira il propno corpo. Non è possibile sapere a quale età una fiaba può essere più importante di un'altra. Solo il bambino può rilevarlo con la forza emotiva con cui reagisce a ciò che una favola evoca nella sua mente e nel suo cuore. Sarà facile individuarne una che lo coinvolgerà , poiché insisterà affinché gliela si racconti tante e tante volte. In seguito verrà il momento in cui il piccolo avrà ricavato dalla storia tutto ciò di cui aveva bisogno e così sarà sostituita da un'altra storia. Èimportante leggere o raccontare le fiabe ai piccoli dando loro la sensazione che condividiamo le loro emozioni, appassionandoci alle stesse cose che li appassionano e allo stesso tempo rassicurandoli, approvando che essi accarezzino l'idea di crescere


LA LEZIONE DEI PORCELLINI La fiaba prende in seria considerazione le ansie e i dilemmi esistenziali e si ispira direttamente a essi offrendo soluzioni adatte al bambino. Prendiamo la favola di Hansel e Gretel che rappresenta i tentativi del bambino di restare aggrappato ai genitori benché sia venuto il momento di affrontare la vita da solo. Questa fiaba offre molto a un piccolo che muove i suoi primi passi nel mondo: essa dà corpo alle sue ansie e, allo stesso tempo, lo tranquillizza circa le sue paure che si rivelano infondate. Alla fine i bambini escono vittoriosi e un nemico tremendamente minaccioso, la strega, viene sconfitto. La fiaba dei Tre Porcellini insegna che non bisogna prendersela comoda, perché il rischio è quello di perire. Infatti, è il porcellino più anziano che è in grado di rimandare - il momento del gioco e agisce secondo la propria capacità di prevedere ciò che può accadere nel futuro. Quindi l'identificazione coi tre porcellini della fiaba rileva il passaggio dal principio del piacere al principio di realtà, e cioè che la soddisfazione del piacere va ricercata con un autentico rispetto anche per le esigenze della realtà
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