Il-Trafiletto
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12/04/14

L'IMPORTANZA DELLE FIABE

Le fiabe sono state scritte tanto tempo fa. Ma continuano ad aiutare ì bambini a superare ansie e paure.

Intorno ai quattro o cinque anni di età la fantasia del bambino comincia a popolarsi di fate, di streghe, di principi e di principesse, di orchi, di re, di regine e di terribili lupi: questa è, infatti, l'età in cui le fiabe cominciano ad esercitare il loro benefico influsso. Le favole, soprattutto quelle tradizionali, assolvono il compito di aiutare i bambini a trovare un significato della vita e, anche se sembrano avere poco da insegnare circa le specifiche condizioni dell'esistenza di oggi, sono invecemolto istruttive riguardo i problemi interiori degli esseri umani in qualunque tipo di società vivano.
La favola, dunque, a differenza di buona parte delle storie moderne scritte per l'infanzia, dà accesso a una dimensione più profonda di cui il bambino ha bisogno per affrontare i suoi disagi interiori.
Molti genitori credono che al bambino dovrebbero essere presentate prevalentemente situazioni o immagini piacevoli per farlo entrare in contatto unicamente con il lato buono delle cose. Ma questa visione parziale ed edulcorata della vita non gli permette di trovare possibili risposte di fronte a situazioni che non rispecchiano quelle idilliache condizioni. Le fiabe, invece, dicono al bambino che una lotta contro le gravi difficoltà della vita è inevitabile, che soltanto chi è disposto ad affrontare coraggiosamente le avversità potrà superare tutti gli ostacoli ed uscire vittorioso. Nelle fiabe il male e la virtù sono sempre presenti e, come i personaggi (le cattive sorellastre di Cenerentola, la matrigna, di Biancaneve), non sono contemporaneamente buoni o cattivi allo stesso tempo, come tutti noi invece siamo nella realtà.
Il bambino, in questo modo, potrà comprendere che esistono grandi differenze fra le persone e che quindi bisogna operare scelte circa il tipo di persona che si vuole diventare. Proprio per la funzione liberatoria esercitata dalla favola, i bambini prediligono le storie paurose e terrificanti che si rivelano più adatte a esprimere i timori profondi: l'amore della vita e la paura della morte, il bisogno di essere amati e la paura di non essere considerati. Spesso i bambini sono incapaci di esprimere questi sentimenti a parole e possono farlo soltanto in modo indiretto: paura del buio, di qualche animale, ansie cira il propno corpo. Non è possibile sapere a quale età una fiaba può essere più importante di un'altra. Solo il bambino può rilevarlo con la forza emotiva con cui reagisce a ciò che una favola evoca nella sua mente e nel suo cuore. Sarà facile individuarne una che lo coinvolgerà , poiché insisterà affinché gliela si racconti tante e tante volte. In seguito verrà il momento in cui il piccolo avrà ricavato dalla storia tutto ciò di cui aveva bisogno e così sarà sostituita da un'altra storia. Èimportante leggere o raccontare le fiabe ai piccoli dando loro la sensazione che condividiamo le loro emozioni, appassionandoci alle stesse cose che li appassionano e allo stesso tempo rassicurandoli, approvando che essi accarezzino l'idea di crescere


LA LEZIONE DEI PORCELLINI La fiaba prende in seria considerazione le ansie e i dilemmi esistenziali e si ispira direttamente a essi offrendo soluzioni adatte al bambino. Prendiamo la favola di Hansel e Gretel che rappresenta i tentativi del bambino di restare aggrappato ai genitori benché sia venuto il momento di affrontare la vita da solo. Questa fiaba offre molto a un piccolo che muove i suoi primi passi nel mondo: essa dà corpo alle sue ansie e, allo stesso tempo, lo tranquillizza circa le sue paure che si rivelano infondate. Alla fine i bambini escono vittoriosi e un nemico tremendamente minaccioso, la strega, viene sconfitto. La fiaba dei Tre Porcellini insegna che non bisogna prendersela comoda, perché il rischio è quello di perire. Infatti, è il porcellino più anziano che è in grado di rimandare - il momento del gioco e agisce secondo la propria capacità di prevedere ciò che può accadere nel futuro. Quindi l'identificazione coi tre porcellini della fiaba rileva il passaggio dal principio del piacere al principio di realtà, e cioè che la soddisfazione del piacere va ricercata con un autentico rispetto anche per le esigenze della realtà

05/12/13

Orientiamoci verso la cosmetica naturale, e partiamo dalla definizione di fitocosmesi

 Anche in fatto di cosmetici io sono sempre a favore a del naturale, il più naturale possibile. Il mondo vegetale è ricco di elementi efficacissimi tanto e forse anche più delle molecole chimiche che sono alla base della maggior parte dei cosmetici che definiamo tradizionali. Per questo spiegare bene il concetto di fitocosmesi è importante, perchè capire è alla base di scelte ponderate e consapevoli, al fine di presernvare la nostra salute e il benessere del nostro corpo.
La Fitocosmesi per essere seriamente considerata non può prescindere da questi concetti: la formulazione di un cosmetico deve tener conto con uguale importanza della base cosmetica e dei principi attivi ed il fitocosmetico favorisce naturalmente questo concetto.
Fitocosmesi

Partendo dalla conoscenza dei fenomeni di invecchiamento cutaneo i rimedi devono agire in sinergia fra loro combattendo tutti questi fenomeni senza eccezioni. Un ruolo fondamentale nella creazione di un fitocosmetico viene giocato dalla considerazione della qualità degli estratti e quindi dalla scelta del sistema estrattivo più idoneo (es CO2 supercritico) e dal fitocomplesso della pianta stessa. Il fitocomplesso è  l’insieme dei principi attivi del vegetale "in toto", essendo la pianta una "unitá terapeutica" nella quale i principi attivi formano dei fitocomplessi caratteristici. Infatti lo studio di un singolo principio attivo non porta a scoprire le proprietà della pianta, bensì solo quelle del principio attivo stesso. Mentre invece è stato dimostrato, in moltissimi casi, che l’azione della pianta è dovuta all’estratto totale della pianta stessa e non ai suoi costituenti chimici isolati. In altri termini, l’insieme dei principi attivi dell’estratto è superiore all’attività delle varie molecole considerate singolarmente. Questo spiega perché le piante, usate nella loro totalità, producano effetti diversi da quelli ottenuti utilizzando i loro singoli principi attivi. Questo "insieme" di cui stiamo parlando, responsabile della specifica attività di una pianta e spesso formato da centinaia di molecole diverse, costituisce un’entità biochimica unitaria, che agisce grazie all’azione complementare e di reciproco potenziamento dei singoli costituenti. Tale sinergia è all’origine dell’attività più dolce, meno aggressiva e soprattutto più armonica che molte piante hanno rispetto ai farmaci, poiché la tossicità di alcuni loro costituenti viene mitigata da altri.  Se una sostanza è di origine naturale, non è detto che i parametri utilizzati per la sua estrazione siano conformi e convenienti ad ottenere un prodotto completamente naturale. Per esempio i residui di solventi potrebbero contaminare il prodotto stesso. Esistono a questo proposito dei parametri codificati dal “Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici” (via J. Barozzi, 8 40126 BOLOGNA). Questi parametri sono stati inviati ai produttori delle sostanze, al fine di ottenere una dichiarazione sotto la loro responsabilità, che anche i criteri estrattivi sono consoni al concetto di naturale. Un breve cenno al del metodo estrattivo che utilizza il CO2 supercritico. Quando un liquido viene riscaldato in un recipiente chiuso, evapora fino a un punto critico in cui la densità del vapore così formato e quella del liquido restante sono uguali. Al di là di questo punto, il sistema entra in uno stato indeterminato tra il liquido e il gassoso, ossia diventa un fluido supercritico. La scelta di utilizzare l’anidride carbonica per questo scopo deriva dal fatto che essa è abbondante, poco costosa e facilmente trasportabile e non è tossica, poiché è prodotta e metabolizzata in natura dagli organismi viventi. I vantaggi di questa metodologia estrattiva si possono riassumere in questi pochi concetti: Il CO2 supercritico funziona bene a temperature che lasciano integri i composti biologici sensibili al calore. Il CO2 supercritico non inquina l’estratto vegetale con residui come avviene per altri estrattori
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