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20/05/14

Surface Pro | Il tablet secondo Windows 8

Con Surface Pro, Microsoft cerca di coniugare la praticità del tablet e le prestazioni degli Ultrabook. Scommessa riuscita oppure tentativo troppo azzardato.

I tablet con Windows 8 hanno ricevuto una discreta accoglienza da parte del pubblico, anche se i pachi modelli disponibile e i prezzi elevati rispetto alle controparti Android rimangono per ora deu limiti di un certo rilievo. Microsoft è naturalmente uno dei nomi di primo piano in questo settore e dopo l'uscita di Surface RT, porta finalmente anche anche in Italia il fratello maggiore Surface Pro, senza però proporlo ad un prezzo conveniente "di lancio".

Di certo la potenza non gli manca al Surface Pro, in particolare il modello con SSD da 128 GB disponibile a 999,00€, ai quali si possono aggiungere 119,00€ per la Touch Cover con i tasti a sfioramento o 129,00€ per la più classica Surface Cover con tasti meccanici. Cifre importanti che fanno subito capire come Surface Pro non sia solo un tablet ma qualcosa di più simile ad una soluzione ibrida.
Surface Pro
(immagine dal web)

D'altronde su questo dispositivo si può installare qualsiasi software (giochi inclusi) compatibile con Windows 8 Pro e sul versante hardware spiccano caratteristiche non certo da tablet "classico" come i 4 giga di RAM, il chip grafico integrato Intel HD 4000 e il processore Intel Core i5-3317U a 1,7 GHz. Di fatto, in abbinamento con una delle due tastiere disponibili, Surface Pro si può considerare quasi un Ultrabook sia per il peso, 916 gr, sia per lo spessore di soli 13,5 mm, senza dimenticare l'ampio display IPS multitouch da 10,6 pollici con risoluzione Full HD.

Le prestazioni sono molto elevante, comunque lo si utilizzi, ma la piattaforma Ivy Bridge, la grandezza del display e la batteria da 6.094 mAh implicano alti consumi e un'autonomia limitata, circa 4 ore di funzionamento ed un'ora e mezza se connessi a YouTube. Facendone un uso da puro e semplice tablet si nota da subito il peso eccessivo ed il calore emanato dal processore. L'ampiezza del display, l'ottima risposta del multi-touch e la comodità di usare gli stesi software che si usano solitamente su un PC, restano pregi indiscutibili, inoltre a conferire la natura ibrida del Surface Pro, contribuisce la presenza della porta USB 3.0.
Purtroppo se da un lato la scelta di Windows 8 può fare la differenza in positivo per molti utenti, dei 128 GB di memoria interna ne restano a disposizione dell'utente poco più di 80, dal momento che il resto è occupato dal sistema operativo e da altre applicazioni pre installate.

Concludendo possiamo affermare che il Surface Pro è un dispositivo dalle prestazioni elevate e un 'ottimo display, il prezzo troppo alto 999,00€ e l'autonomia della batteria sono difetti che ne limitano il giudizio decisamente sufficiente. (computeridea)

04/12/13

Ipotesi shock dello scienziato McCarthy | Siamo incrociati con scimmie e maiali

 Secondo lo scienziato McCarthy della University of Georgia, uno dei più autorevoli esperti mondiali in ibridazione animale, noi siamo un po' scimpanzé e un po' suini, originati con un processo di ibridazione in un momento imprecisato della storia umana.
Secondo l'esperto di ibridazione avremmo molti tratti in comune coi primati, ma anche molti diversi. Che si chiede, sul suo sito: "Siamo ibridi?". La risposta ancora non c'è ma gli indizi sono molti, secondo il ricercatore.
La specie umana, secondo lo scienziato, sarebbe cominciata da un incrocio fra un suino maschio e una femmina di scimpanzè. Una tesi alquanto stramba, ma a sostenerne l'impianto ci sono alcuni dati rilevanti. 
Ad esempio, mentre gli umani hanno molte caratteristiche in comune con gli scimpanzè, c'è anche un numero molto grande di caratteristiche distintive che non si trovano negli altri primati.

maiale-scimmia-uomo
Queste caratteristiche, secondo lo studioso, sono molto probabilmente il risultato di un'origine ibrida in qualche punto della storia evoluzionistica umana. Ma poi ad arricchire il quadro arriva l'elemento suino. McCarthy suggerisce che un animale possiede tutti i tratti che distinguono gli umani dai loro primati cugini, ed è il maiale. Come si legge sul suo sito Macroevolution, oltre alle caratteristiche più evidenti, come pelle senza peli e uno spesso strato di grasso sottocutaneo, ci sono altri segni di similitudine con i maiali nella struttura della pelle e degli organi. A proposito dell'infertilità degli ibridi, McCarthy spiega che non tutti gli ibridi sono sterili, e in molti casi gli animali ibridi sono capaci di accoppiarsi con animali della specie dei genitori e, dopo molte generazioni, potrebbero anche accoppiarsi fra loro.
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