Il-Trafiletto
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16/05/14

Il limone peggiora la stipsi?

Anche in caso di stitichezza, il consumo di limoni o altri agrumi non crea problemi, a patto che vengano seguite precise regole dietetiche Il limone è certamente un buon rimedio per la diarrea. La sua assunzione infatti è in grado di ridurre rapidamente questo disturbo. 

Però questo non significa che chi è già stitico debba temere un aggravamento del problema. In molti casi l'assunzione del limone (sotto forma di succo, diluito con acqua o aggiunto al succo di altri agrumi e sorbito a digiuno) può essere tranquillamente mantenuta e l'eventuale stipsi deve essere affrontata con adeguate modificazioni delle abitudini alimentari (più acqua, frutta fresca, verdure crude, legumi e cereali integrali; meno cereali raffinati; carne e formaggi). Il limone è il più interessante tra i frutti aciduli.

Questi alimenti sono caratterizzati, nella loro composizione, dall'abbondante presenza di acidi organici (citrico, malico, tartarico). Insieme agli altri agrumi (ma le medesime proprietà si trovano anche in albicocche, ciliegie, fragole, lamponi, prugne, susine) il limone è attivo nel neutralizzare le sostanze acide che vengono prodotte dal metabolismo. Cli acidi organici del limone, una volta assimilati, si ritrovano nel sangue. Qui si degradano facilmente per l'azione dell'ossigeno e danno origine ad acido carbonico.

immagine presa dal web
Quest'ultimo, a sua volta, si combina prevalentemente con il sodio e Il potassio circolanti, formando carbonati e bicarbonati. I carbonati e i bicarbonati costituiscono la riserva alcalina del sangue e il loro compito è proprio quello di neutralizzare l'eccesso di sostanze acide circolanti. Se si tiene presente che molti stati morbosi (ma anche un'alimentazione troppo povera di frutta e verdure fresche e ricca di proteine animali) comporta una relativa acidosi sanguigna, si comprende bene quale ruolo preventivo e terapeutico possa avere la frutta acida.

Occorre ancora ricordare che queste straordinarie proprietà sono tipiche della frutta consumata cruda. Infatti, con lo cottura, gli acidi organici in parte si volatiliz-zano e in parte si disperdono. Il limone è prezioso anche per altri motivi. Esercita una buona azione antibatterica e antisettica, favorisce l'eliminazione degli acidi urici ed è quindi indicato nella cura della gotta; contrasta inoltre l'irrigidimento dei vasi arteriosi, è diuretico e antiemorragico. Una condizione di ipertensione, specialmente se associata a uno squilibrio dei grassi sanguigni, è la tipica situazione che può trarre vantaggio dall'assunzione regolare di succo di limone.

15/05/14

Karkadé, una sana tazza di té

HIBISCUS SABDARIFFA Un aiuto per il fegato Appartengono al genere Hibiscus circa 300 specie di origine tropicale e subtropicale. Molte varietà di ibisco sono stupende piante ornarnentali, altre, come la «subdariffa» vengono usate come piante medicinali. L'ibisco, o Tè rosa di Abissinia, è utilizzato in Egitto, Indie, Antille, Africa Nera soprattutto come bevanda e come legume. In fitoterapia si usano i calici fiorali raccolti quindici giorni dopo la fioritura, quando diventano rossi, e poi tagliati in strisce. Contiene molti acidi organici: ascorbico (vitamina C), citrico, tartarico, malico e ossalati. Una sostanza colorante, ibitiscina, mucillagini, antociani (la sua presenza conferisce al fiore proprietà angioprotettrici) e flavoni in notevole quantità.

La proprietà principale è quella vitaminica (antiscorbutica) ma è anche un eccitante del metabolismo cellulare. Inoltre regola la funzione epatica nel senso che riduce l'eccesso di secrezione biliare e, come tutte le Malvaceae, è emolliente ed edulcorante. Si usa corne rinfrescante, dissetante, vitarninico e astringente soprattutto nelle enteriti pediatriche perché privo di azione eccitante. È un vero tè della salute. L'infuso ha un colore rosso vinoso molto intenso; il sapore è acidulo ma assai gradevole.
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Inoltre è digestivo e tonificante: l'infuso, grazie al suo contenuto di acidi organici, stimola efficacemente le funzioni dell'apparato digerente e tonifica l'organismo; - blando lassativo: esercita un'azione emolliente (calmante) sulle mucose del tubo digerente e facilita l'evacuazione intestinale; - diuretico: i fiori di karkadé producono un effetto diuretico blando ma efficace, perciò si consigliano agli obesi e a chi soffre di cuore; - additivo naturale: i fiori, per il sapore leggermente acido e per il colore rosso, sono usati come additivo naturale, per migliorare l'aspetto e il sapore di altre piante medicinali e di vari prodotti alimentari. Esternamente, per la presenza di polifenoli e mucillagini, può avere azione lenitiva su pelli infiammate.
Può essere utilmente associato a rusco, ippocastano, calendola, mirtillo, rnalva, ecc. Il karkadé è una pianta che ha bisogno di poca acqua e poche cure. Poco soggetto a malattie e parassiti, può venire coltivato senza l'impego di fitofarmaci.


PREPARAZIONE E USO
Non sono segnalati in letteratura tossicità ed effetti secondari.
Della pianta si utilizzano fiori con i quali si ottiene un ottimo infuso: 1,5 g di droga in 150 ml di acqua bollente; oppure un cucchiaio da minestra di acqua bollente; lasciare in infusione per 5-10 minuti. Filtrate, dolcificare con miele e bere più tazze al giorno.
Tisana vitaminica (20g di ogni droga): rosa canina frutti, alfa-alfa erba, rosa fiori, karkadè fiori, maté foglie. Due cucchiai della miscela in mezzo litro di acqua bollente; infondere per 15 minuti, filtrare,dolcificare e bere durante la giornata.
In caso di sovrappeso; Hibiscuss. Estratto secco: 50 mg per capsula, 1 capsula due volte al giorno, coadiuvata da Tintura Madre di Orthosiphon s. e Silybum m., 30 gocce due volte al giorno.
I fiori possono entrare nella preparazione di salse, gelatine, marmellate,vini; le foglie possono essere mangiate in insalata.
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