Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta Montecitorio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Montecitorio. Mostra tutti i post

17/04/14

Strasburgo dice no a Berlusconi | Scontro acceso in aula | CFT via libera al Def

Strasburgo - Alcuni parlamentari di Forza Italia hanno fatto richiesta, tramite l'avvocato Ana Palacio, alla corte di Strasburgo per far sospendere immediatamente le pene accessorie che impediscono a Silvio Berlusconi di candidarsi alle europee. La corte ha respinto anche la seconda  richiesta. Lo ha appreso l'Ansa dalla stessa Corte. La richiesta avanzata da Palacio, precisa la Corte europea dei diritti umani, è stata esaminata da un giudice, come sollecitato dai ricorrenti dopo che la prima istanza era stata valutata e bocciata da un cancelliere della stessa Corte. Ma anche stavolta il ricorso è stato respinto perchè è stato considerato fuori dal campo di applicazione della cosiddetta regola 39. In base a questa disposizione la Corte può imporre a uno Stato membro del Consiglio d'Europa di prendere misure immediate per rimediare o evitare una violazione di alcuni diritti sanciti dalla Convenzione europea dei diritti umani. Fonti della Corte hanno spiegato che l'applicazione della regola 39 è però riservata a casi in cui è a rischio la vita o l'incolumità fisica del ricorrente.(ANSA.it)

Roma - Alla Camera come al Senato. Giornata di bagarre in aula. A Montecitorio lo scontro si è acceso tra il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, e i deputati della Lega Nord sull'informativa del ministro sugli sbarchi degli immigrati. Mentre il titolare del Viminale leggeva i deputati del Carroccio lo hanno contestato esponendo cartelli con su scritto: 'Alfano dimettiti', 'Alfano ministro dei clandestini'. Davanti alle contestazioni, il presidente della Camera Laura Boldrini cerca con difficoltà di riportare la calma. Per due volte richiama i deputati leghisti Gianluca Buonanno, già alla ribalta della cronaca per la spigola sventolata in aula, ed Emanuele Prataviera, arrivando alla fine ad espellere quest'ultimo. Una decisione che accende ancor più le contestazioni leghiste. "I colleghi della Lega hanno avuto gli scatti dei fotografi, ora posso continuare", tenta di dire Alfano. Ma davanti alle urla, il ministro replica a brutto muso. ''Ai leghisti dico che non baratteremo mai un punto percentuale alle elezioni con i morti in mare. Voi volete i morti. Noi non barattiamo i morti per un uno per cento alle elezioni. Questa è la differenza tra il grande Paese occidentale che siamo e una repubblica delle banane". Davanti al caos Boldrini decide di sospendere la seduta. Alla ripresa dei lavori, però, i leghisti non fanno ritorno nell'emiciclo lasciando gli scranni riservati al Carroccio vuoti. (Adnkronos/Ign)

Roma -"La Commissione Finanze e Tesoro del Senato ha dato via libera all'unanimita' al Def per le parti di competenza". Cosi' il senatore Mauro Maria Marino, presidente della Commissione che sottolinea "l'importanza della riduzione del cuneo fiscale, contenuta nel Def, quale tema centrale della politica economica coerente con il programma di governo". Domani mattina iniziera' alle 10.30 in aula alla Camera l'esame del Def, dalle 14 ci saranno le dichiarazioni di voto in diretta tv e verso le 15.30-16 il voto finale. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Soddisfatto il premier Renzi: "Dicevano che era una televendita. Poi che non c'erano le coperture. Poi le coperture si', ma non quelle. #Amicigufi ma aspettare venerdi' no?", scrive su twitter. Intanto sono piu' di centoventi le firme ad un documento preparato dai 'renziani' per sostenere il Def. "Per la prima volta il governo - si legge nel documento - si fa portatore di un intervento ad alto valore redistributivo applicando pienamente il dettato costituzionale nella parte in cui prescrive che ciascuno contribuisce alla vita delle comunita' in ragione delle risorse e del patrimonio di cui dispone". "Quattordici milioni di lavoratori con basso reddito e che fino ad oggi hanno pagato il prezzo maggiore della crisi potranno contare su 'una mensilita' aggiuntiva', ogni anno - prosegue il documento -. Una prima misura importante per i soggetti interessati ma anche di forte sostegno all' economia tutta e che contribuira' in maniera importante a riattivare i consumi interni, che in due anni hanno perduto l'equivalente di circa cinquanta miliardi di euro in valore, aiutando cosi' concretamente le piccole e medie aziende ed il settore del commercio che versa in una situazione di crisi molto grave. "Noi pensiamo che il Parlamento debba dare un forte sostegno al Def e alle misure che ne scaturiranno", si legge ancora. Il documento e' stato firmato oltre che da renziani, anche da esponenti di Areadem e degli ex-Ppi di Beppe Fioroni e da alcuni esponenti della minoranza.(AGI)

11/01/14

Legge elettorale in aula il 27 gennaio come da richiesta Pd

Eppur si muove! Finalmente approderà in aula il 27 gennaio la legge elettorale. Lo hanno stabilito i capigruppo di Montecitorio.

O meglio, una data: il disegno di legge di riforma del sistema elettorale sarà all’esame dell’Aula della Camera a partire dal 27 gennaio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha incontrato il presidente della commissione Affari costituzionali, Francesco Paolo Sisto, per discutere dell’iter della legge elettorale che prevede dalla prossima settimana le audizioni e la discussione generale dal 20 gennaio. Quindi si è deciso di calendarizzarla per l’Aula dal 27. Nella stessa settimana, dal 27 al 31 gennaio, l’Assemblea dovrà votare anche i decreti in scadenza da mandare al Senato, "Destino Italia" e piano carceri. Soddisfazione in casa Pd. "Legge elettorale in aula il 27 gennaio come da richiesta Pd. Bene Conferenza Capigruppo!".

 Lo scrive su twitter il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti. E il capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza, ribadisce l'apprezzamento per la decisione: "Siamo soddisfatti di aver mantenuto l’impegno di portare in Aula la legge elettorale già a gennaio". Preoccupazione, invece, tra le fila del Nuovo centrodestra: "Questa decisione - dice il capogruppo alla Camera di Ncd, Enrico Costa - si contraddice con i lavori e le audizioni della commissione. Mi auguro che non sia una data spot". E il più contento di tutti sembra Matteo Renzi, che su Twitter scrive: "Legge elettorale, tagli a province e costi politica, jobs act, diritti. Sembrava impossibile, eppur si muove. È proprio la volta buona". In merito alla trattativa in corso sulla legge elettorale Angelino Alfano avverte il Pd: "Razionalità vuole che se le forze della maggioranza scelgono una delle proposte di Renzi, lui non ne scelga un’altra con le opposizioni. Non abbiamo paura di nessun sistema - aggiunge - Ci stiamo attrezzando per prendere una gran quantità di voti. Siamo una start up di successo, la quarta forza politica del Paese". Il leader di Ncd torna a bocciare il Mattarellum (con i candidati "catapultati" nei colleggi sicuri) e spiega che sarebbe preferibile "l’elezione diretta del premier", ma che Ncd non insiste su questo punto per sgombrare il campo da un equivoco: "Se adesso dicessimo che vogliamo l’elezione diretta del capo dell’esecutivo, si aprirebbero grandi proteste della sinistra per dire che vogliamo perdere tempo". Di qui la preferenza per il sistema dei sindaci a doppio turno.

13/12/13

Superato il primo scoglio per la legge elettorale

Finalmente il primo scoglio, per rifare la legge elettorale, è stato superato. Il passaggio è fatto, ora la legge elettorale verrà discussa alla camera. Il primo obbiettivo di Renzi è stato centrato. (speriamo che non sia la famosa "fortuna del principiante"). Le riforme costituzionali rimangono al Senato, con buona pace di Anna Finocchiaro
Grasso Boldrini

L'imprimatur al 'trasferimento' arriva dai presidenti di Palazzo Madama e di Montecitorio, Pietro Grasso e Laura Boldrini, al termine dell'incontro durato circa 50 minuti. Entrambi - si legge in una nota - "hanno convenuto sull'esigenza che il Senato abbia la priorità nell'esame dei progetti di legge di riforma costituzionale già presentati e preannunciati, in particolare quelli concernenti il superamento del bicameralismo paritario e per l'avvio di un più moderno ed efficiente bicameralismo differenziato". Il percorso per arrivare a questo risultato è stato piuttosto impervio. Ci sono volute settimane perché la richiesta venisse prima avanzata dai capigruppo di Montecitorio, quindi sottoposta ai colleghi del Senato i quali, anche nella maggioranza, hanno fatto resistenza, aprendo di fatto a uno scontro istituzionale tra le due Camere. Scontro che si è consumato a colpi di regolamenti e prassi parlamentari. Infine, anche grazie alla pressione di Renzi sul suo partito, ieri mattina la commissione Affari costituzionali del Senato ha certificato la decisione di interrompere il lavoro sulla legge elettorale, ma lo ha fatto, appunto, con una maggioranza diversa da quella che sostiene il governo. Con il Pd, per il passaggio dei Ddl alla Camera, si sono schierate due forze di opposizione - Sel e M5S - mentre Nuovo centrodestra e Scelta civica hanno fatto cartello con Forza Italia, Lega e Gruppo delle autonomie, pur con motivazioni politiche diverse. Alla fine è prevalso il criterio della maggioranza numerica. Alla Finocchiaro, presidente di commissione, il compito di informare Grasso dell'esito della votazione. Sc, però, contestualmente mostra di non gradire affatto l'epilogo e fa sapere: "Noi non siamo servi sciocchi". A insorgere anche Pierferdinando Casini (presidente commissione Affari esteri di Palazzo Madama, ex Udc oggi 'Per l'Italia') che parla di "Senato scippato" e di "prepotenza del Pd". La mossa di Palazzo Madama arriva dopo che Renzi, fresco di colloquio con il Colle, aveva fatto capire chiaramente al vicepremier Angelino Alfano che era necessario accellerare i lavori parlamentari per superare il cosiddetto 'Consultellum', quello che rimane della legge Calderoli dopo la sentenza della Corte Costituzionale. La posizione 'dilatoria' di Ncd, però, ha spinto il segretario del Pd a lanciare un pesante avvertimento: "Temo che Alfano voglia perder tempo e menare il can per l'aia" ma "io non mi lascerò incantare e nemmeno rallentare: ho una mia exit strategy, un canale aperto anche con Berlusconi e Grillo, che la riforma adesso la vogliono davvero. E se il Nuovo centrodestra divaga, vuol dire che lavoreremo con qualcun altro". La replica gli arriva dal ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello (in quota Ncd): "Ma cosa può interessare al cittadino se la legge elettorale va alla Camera o al Senato? La riforma si può fare solo se diventa parte di un accordo di governo: nessuno può fare le riforme prescindendo dal governo", dice l'esponente alfaniano, che poi avverte: "Nei prossimi dieci, quindici giorni, ossia al massimo per la Befana, la maggioranza o trova un accordo sulla legge elettorale o va in crisi e allora ognuno si prenderà le sue responsabilità. Io penso - aggiunge poi il ministro - che oggi arrivare al presidenzialismo, che è la forma che io preferisco per i tempi che abbiamo, ossia 18 mesi, non sia possibile. Invece l'elezione diretta del premier, per cui al secondo turno il cittadino sceglie chi è il presidente del Consiglio con un'investitura popolare, è il modello più compatibile con il nostro assetto istituzionale".
Da Forza Italia, intanto, interviene
Mara Carfagna con un commento su Twitter. E il senatore berlusconiano Maurizio Gasparri ironizza: "Ancora non ha svolto la sua prima
assemblea e Ncd è stato già sciolto per irrilevanza con l'editto di Renzi. Preso atto del disastro, chi vuole fa ancora in tempo a pentirsi avendone, peraltro, tutta la convenienza. Errare humanum est, perseverare diabolicum". fonte

19/11/13

Slitta l'approdo in aula al Senato della legge di Stabilità | Voto decadenza confermato

Il 27 novembre si deciderà al Senato la decadenza di Berlusconi, ma il suo partito Forza Italia chiede che l'ufficio di presidenza valuti la regolarità del voto in Giunta.
La conferenza dei capigruppo tornerà a riunirsi il venerdì successivo alle 9 e subito dopo, ha chiarito il presidente di Palazzo Madama Piero Grasso, avrà inizio l'esame congiunto dei disegni di legge di stabilità e di bilancio. Intanto inizia la controffensiva azzurra per guadagnare tempo. E' pronto, infatti, un vero e proprio 'contro dossier' per arrivare all'allungamento dei tempi al Senato, atti ufficiali del Parlamento che puntano i fari sui precedenti a Palazzo Madama e a Montecitorio. 

Il Cavaliere
Quattro mozioni verranno presentate in Aula il 26 novembre e, su ognuna di queste, Forza Italia chiederà il voto dell'Assemblea. Già domani Maurizio Gasparri presenterà dei documenti per far sì che vengano verificate "le gravi irregolarità avvenute nella Camera di Consiglio della Giunta delle elezioni". Ma la 'guerriglia' parlamentare che il Cavaliere si prepara ad affrontare prevede anche una manifestazione e soprattutto una nuova richiesta di voto segreto. Per Angelino Alfano la decadenza di Berlusconi e tenuta del governo non sono legate a doppio filo: "Una parte del Pdl ha alimentato la convinzione che il governo debba decadere insieme alla decadenza di Berlusconi. Noi riteniamo che la decadenza di Berlusconi sia ingiusta ma far cadere il governo sarebbe fare un torto agli italiani. La sanzione non può essere far cadere il governo", dice il leader del Nuovo Centrodestra a Porta a Porta. E dal Movimento 5 Stelle arriva la richiesta di fermare la liquidazione di Berlusconi. "Vorrei fare una raccomandazione a lei e a quest'Aula intera", ha affermato la capogruppo del M5S Paola Taverna intervenendo in Aula rivolgendosi al presidente Grasso. "Ove il senatore Berlusconi dovesse essere dichiarato decaduto - ha aggiunto - percepirà un assegno di fine mandato pari, circa, a 180.000 euro. In altri termini il Senato, a seguito di una sentenza definitiva per frode fiscale, dovrà indennizzare il Senatore Berlusconi di 180 mila euro, perché in carica parlamentare sin dal 1994". "Sarebbe uno scandalo ed una beffa inaccettabile che non può e non deve, in alcun modo, accadere e noi faremo di tutto perché ciò non accada", ha concluso la Taverna.
                                                                                                                                    fonte

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.