Il-Trafiletto
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09/08/14

I protagonisti | I geroglifici egizi ed il loro significato

Ecco gli studiosi che hanno riscoperto passo dopo passo antica lingua perduta. 

Silvestre de Sacy
Silvestre de Sacy (1758-1838) fu professore alla Scuola speciale delle lingue orientali di Parigi, dove divenne l'insegnante più influente di Champollion. Tentò invano di decifrare la Stele di Rosetta, ma ebbe l'importante intuizione che i cartigli geroglifici potessero servirsi di un sistema alfabetico.

Johann Akerblad
Johann Akerblad (1763-1819), diplomatico svedese e allievo di De Sacy, confrontò le iscrizioni in demotico e in greco sulla Stele di Rosetta e concluse che le prime utilizzavano un alfabeto, al pari delle seconde. Sebbene la sua tesi fosse errata, riconobbe giustamente la natura alfabetica di alcuni nomi e parole demotiche.

Joseph Fourier
Joseph Fourier (1768-1830) fu un matematico francese, celebre per la sua teoria analitica del calore. Partecipò alla spedizione napoleonica in Egitto e tornò Francia con una collezione di reperti antichi che stimolarono il giovane Champollion a studiare le iscrizioni egizie.

Thomas Young
Thomas Young (1773-1829) fu un eclettico intellettuale inglese che esercitava la professione di medico a Londra. Noto per l'esperimento sull'interferenza della luce oltre che per i contributi alla linguistica, si pose sulla scia delle idee di De Sacy e Akerblad. Comprese che il demotico discendeva dalla scrittura geroglifica e desunse un "alfabeto" geroglifico dimostratosi parzialmente corretto.

Jean-Frangois Champollion
Jean-Frangois Champollion (1790-1832) studiò le iscrizioni egizie sin dall'adolescenza a Grenoble. Contestò l'"alfabeto" del rivale inglese Young fino al 1822, anno in cui nuove prove giunte dall'Egitto lo portarono a compiere una scoperta rivoluzionaria: la scrittura geroglifica e il demotico erano complessi ibridi di segni fonetici e non.(science)

08/08/14

I pittogrammi egizi | La scoperta chiave

Jean-Frangois Champollion
Nella ricerca del significato dei geroglifici o pittogrammi egizi ci fu una scoperta chiave: il ritrovamento di un "nuovo" obelisco su cui erano incisi caratteri greci e geroglifici (1822) fu una conferma cruciale della rivoluzionaria teoria della "scrittura mista" proposta da Champollion. 

A innescare la scoperta del fonetismo nei geroglifici da parte di Jean-Frangois Champollion fu forse l'articolo sull'antico Egitto di Thomas Young per l'Enciclopedia Britannica. In esso si confrontavano i segni del cartiglio sulla Stele di Rosetta che si pensava componessero il nome del re egizio Tolomeo con i caratteri greci corrispondenti (traslitterazioni di P, T, 0, L, M, E, S). La chiave per compiere ulteriori progressi fu la copia di un'iscrizione bilingue su un obelisco di Philae, portata a Parigi agli inizi del 1822.

Alla base dell'obelisco erano incisi caratteri greci, e sulla colonna geroglifici. La parte in greco citava i nomi di Tolomeo e Cleopatra, mentre tra i geroglifici erano presenti solo due cartigli, che presumibilmente si riferivano agli stessi due nomi. Uno dei due cartigli era quasi identico a quello di Tolomeo inciso sulla Stele di Rosetta. Su quest'ultima era riportata anche una versione più breve dello stesso cartiglio. Champollion decise che il cartiglio più breve conteneva soltanto il nome di Tolomeo, mentre quello più lungo (sempre sulla Stele di Rosetta) vi faceva precedere un titolo reale. Seguendo l'esempio di Young tentò quindi di individuare il valore fonetico dei geroglifici racchiusi nel secondo cartiglio dell'obelisco di Philae, in cui non ci si era mai imbattuti prima. I segni in comune erano quattro (L, E, 0 e P), mentre il valore T era rappresentato in modo diverso.

Champollion dedusse giustamente che si trattava di simboli omofoni, ovvero di segni diversi ma dotati di valore fonetico uguale (come in italiano le parole "anno" e "hanno", che variano nella grafia ma si pronunciano allo stesso modo). Pose così le basi per ricavare un "alfabeto" geroglifico per lo più corretto.(science)

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