Il-Trafiletto
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11/05/14

Calderoli e Gasparri denunciano Renzi | Renzi al "Maggio musicale": Avanti le grandi opere"

Roma- Alta tensione ai vertici istituzionali dello Stato dopo le affermazioni del Premier Matteo Renzi sui tecnici del Senato. "Io e Calderoli faremo nelle prossime ore una denuncia all'autorità giudiziaria nei confronti di Renzi che ha detto che gli uffici del Senato hanno mentito", ha detto infatti Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato di Forza Italia, conversando con l'Ansa a margine di una manifestazione elettorale. A stretto giro di posta è stato lo stesso presidente del Senato Grasso, che pure aveva replicato duramente a Renzi, a vestire i panni del pompiere. "Non bisogna travalicare i limiti della contesa politica e rispettare le istituzioni". Questo il senso della telefonata che il presidente Grasso ha fatto ai vice presidenti Gasparri e Calderoli in cui ha chiesto loro di "fare un passo indietro rispetto all'idea della querela al Presidente del Consiglio" sulla vicenda dei tecnici del Senato. Ma Gasparri non molla: "Comprendo l'appello di Grasso al rispetto delle istituzioni e ho apprezzato la sua difesa degli Uffici di Palazzo Madama che hanno accertato la mendacità del decreto Irpef di Renzi" ma "resto in attesa delle scuse di Renzi".(Ansa.it)
 
Firenze - "Quando ci sono grandi interventi, grandi iniziative, se ci sono delle vicende che non vanno bene, se ci sono problemi con la giustizia, si devono fermare i responsabili e non le grandi opere". Cosi' il premier, Matteo Renzi, a sorpresa, e' salito sul palco del 'Maggio musicale' per la serata di gala inaugurale. Sul palco con lui anche Francesco Bianchi, commissario straordinario del 'Maggio'. "Se l'Italia ha ancora uno spazio e una possibilita' questo spazio e questa possibilita' sta nel fatto che c'e' una stragrande maggioranza di persone perbene che continuano egregiamente a fare il proprio lavoro"., ha detto Renzi al gala' inaugurale del Maggio. "E allora un teatro - ha detto ancora - nell'antica Grecia era il luogo nel quale veniva messo il centro della citta' - il teatro dell'Opera non e' piu' il centro urbanistico della Citta' di Firenze, pero' e' il centro di una grande scommessa per questa citta' e per il Paese intero". "Il mio augurio, a nome del governo - ha aggiunto - al Maggio musicale, alla citta' di Firenze, ed a tutti coloro che hanno vissuto questa esperienza cosi' bella e cosi' drammatica, di avere sempre nel cuore la convinzione che niente potra' fermare l'emozione della musica, della cultura e della speranza.
E' per tutti questi motivi la mia gratitudine va in particolar modo a chi ha lavorato qui ed a chi ci lavorera', a partire dal maestro Zubin Mehta". "Io ho un compito diverso, a nome del governo, ricordare quello che e' accaduto in questi anni per dare u messaggio di speranza per i prossimi anni. Era un giorno di febbraio 2010 - ricorda Renzi - quando il percorso di costruzione di questo teatro sembrava improvvisamente bloccato, erra stato voluto dal guidato da Romano Prodi e l'allora ministro per la Cultura scelse di investire su alcuni luoghi per l'unita' d'Italia. Pero' nel febbraio 2010 tutto sembrava bloccato. Un'indagine, un'inchiesta degli arresti. Allora il Comune di Firenze decise di sostituire i dirigenti statali che erano stati arrestati e di andare avanti lo stesso. Oggi siamo qui", ha concluso. (AGI)

01/02/14

Perchè si dice "essere alle porte coi sassi"?

Questo è un modo di dire toscano, tipicamente fiorentino, ma che si usa in tutta la regione. L'ho usato giusto ieri  sera, durante una conversazione familiare. Sulle origini di questo modo di dire vi sono alcune teorie.
Essere alle porte coi sassi, siamo ormai alla fine e che dopo questo non resta nient’altro da fare (un po’ come “essere alla frutta” o “ultima spiaggia”), il tempo stringe, ci siamo quasi.
Questa espressione sembra che derivi dal Medio Evo: quando una città assediata da lungo tempo, arrivava ad esaurire tutte le lance, le frecce, l’olio bollente e quant’altro di utile a respingere gli assalti del nemico, tutti gli abitanti della città, viste anche le perdite subite tra le file dell’esercito, si recavano sopra le porte delle mura per gettare tutto quello che potevano ai soldati nemici che tentavano di entrare. Allora si recuperavano ciottoli dalle strade, mattoni, pietre e tegole dalle case, che non avevano certamente un grande potere offensivo, ma erano comunque l’unica seppur flebile speranza rimasta.
Firenze

Altra teoria è che nella Firenze medioevale, il ritmo delle giornate era allora scandito solo dal rintocco delle campane cittadine, che indicavano col loro suono al tramonto, l'approssimarsi della chiusura delle porte cittadine. Chi era giunto per lavoro in città doveva così affrettarsi per non correre il rischio di rimanere chiuso in città per tutta la notte. Allo stesso modo, chi si stava avvicinando a Firenze, capiva che era il momento di accellerare il passo o il galoppo del proprio cavallo, per non restare chiuso fuori le mura fino all'indomani mattina. I soliti ritardatari - che non mancano mai in ogni epoca - giungendo in vista della città, quando le guardie cominciavano a chiudere i grandi battenti in legno delle antiche porte cosa facevano? Non si scoraggiavano certo; ma prendevano in mano qualche grosso sasso e lo lanciavano verso le porte per segnalare il loro arrivo ed indurre così i custodi ad aspettarli. Da qui il detto secondo una delle due versioni esistenti... L'altra invece (che però è meno accreditata) sostiene invece che le guardie, bloccavano le porte con dei grossi macigni e che le sentinelle avessero l'abitudine di gridare ai ritardatari - sia in entrata che in uscita- : "Correte. Siamo alle porte coi sassi!" per indicare appunto che stavano per essere tolti i macigni che temporaneamente fermavano la chiusura delle porte.

01/12/13

Renzi tuona: Basta con le larghe intese!

Renzi tuona: Basta con le larghe intese! Questo il forte appello che lancia Renzi, incitando alla mobilitazione: «perché stavolta è quella buona per cambiare il Paese», invita tutti a serrare le fila in prossimità delle primarie dell'ormai prossimo 8 dicembre. Il primo cittadino di Firenze Matteo Renzi, candidato in lizza per la leadership del Partito democratico, il giornon dopo del confronto televisivo su Sky che ha visto come protagonisti i tre candidati alla guida del Pd, ricomincia ad incitare i suoi ad andare all'attacco.

«Il Governo delle Larghe Intese non c'è più» prova a spiegare Renzi. «Ora c'è una maggioranza di emergenza, diversa dalle larghe intese e diversa da che ha i numeri per fare le cose che da anni si dicono e non si fanno. Chi mi vota, non vota per me. Non vota solo per me. Vota per un pacchetto di proposte specifiche». Mancano soltanto otto giorni dal voto e Renzi pare un vulcano in piena eruzione, nella sua Enews. Afferma di essere soddisfatto di come sia andato il confronto televisivo di ieri: «Il Pd - scrive Renzi - ha mille limiti, mille difetti.
Matteo Renzi

Però adesso vuole il coinvolgimento dei cittadini.
E ci mette la faccia proprio come ha fatto nel confronto Sky (una discussione civile, no? A me é piaciuta e trovo che Gianni e Pippo siano stati molto bravi. Mi piacerebbe che la facessero anche gli altri)». Partito il conto alla rovescia per le primarie del Partito democratico «Ormai ci siamo - aggiunge Renzi - . Mancano otto giorni e l'Italia può finalmente cambiare verso. Stavolta è la volta buona. Stavolta è proprio la volta buona». «Chi può votare? - prosegue il sindaco di Firenze - Tutti. Nessuno si senta escluso. Anzi, mi verrebbe voglia di cambiare verbo: chi deve votare? Tutti quelli che non si rassegnano».

Vi chiedo una mano, non ci sono supereroi «Stavolta è la volta buona. Ma ancora in tanti non ci credono. E allora l'ultima settimana vi chiedo una mano. Perché io da solo non ce la faccio. Non ci sono supereroi da queste parti» scrive Renzi. «Ci sono persone che credono che insieme si possa cambiare il mondo. Una leadership forte è fondamentale. Ma il vero leader è chi sa fare insieme agli altri, non senza gli altri. Ho bisogno di tutti a cominciare da te, che stai leggendo questa email» spiega Renzi nella sua Enews Mille tavolini in mille piazze «Mille tavolini in mille piazze d'Italia per raccontare cosa sono le primarie, qual é il nostro sogno concreto, perché questa é la volta buona. E anche come si vota, le indicazioni logistiche. Mille tavolini una campagna straordinaria di mobilitazione.

Mille piazze per mille persone.
Raggiungiamo un milione di persone. Tutti insieme», ha spiegato. Grillo insulta e non realizza E sul leader del Movimento 5 stelle: «Grillo domani torna alla sua piazza, al suo Vaffa Day. Insulterà, come sa fare lui. È un voto di protesta quello che intercetta. Poi però non realizza nulla di quello che promette perché i Parlamentari stanno sul tetto a protestare, non al piano di sotto a votare».

24/11/13

Perchè si dice "essere al verde"?

Lo sappiamo tutti, che questo adagio descrive una situazione ben precisa, cioè trovarsi senza il becco di un quattrino. Ed è anche una buffa contraddizione perchè per antonomasia il verde è il colore della speranza.
Essere al verde rimanere senza un soldo, essere ridotti in miseria. La locuzione deriverebbe dall’antica consuetudine di dipingere di verde il fondo dei ceri o delle candele: quindi una candela arrivata al verde era una candela ormai completamente consumata. Ma non solo, pare anche che l'espressione derivi dal fatto che anticamente i soldi venivano portati in sacchetti che nel fondo erano di colore verde quindi quando una persona cominciava a rimanerne senza, cominciava a vedere il colore verde.
Essere al verde
A Firenze era diffusa l’usanza, al principio delle aste pubbliche, di accendere una candela tinta di verde all’estremità inferiore e di usarla come segnatempo. Una volta che la fiamma raggiungeva il termine della candela, cioè il verde, non si potevano fare più offerte di denaro e l’asta veniva chiusa (da cui essere al verde… di offerte di denaro).
Ma pare anche che nel Medioevo, si usasse accendere una lanterna verde per segnalare che era pronto il pasto per coloro che erano diventati poveri, pur non essendo nati in quella condizione; in questo modo queste persone ricevevano sussistenza senza che gli altri se ne accorgessero.
C’è chi ritiene invece che si tratti di un’usanza delle case da gioco, relativamente a quei giocatori che hanno perso ogni cosa e guardano sconsolati il tavolo “verde” vuoto, senza più nemmeno una fiche.

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