17/02/15

Isis-Italia Allarme del Premier Libico al-Thani 'Intervenire o arriverranno in Italia'

L'Italia potrebbe essere il prossimo obiettivo delle orde jihadiste secondo al-Thani

Dopo il video diffuso nel web di 21 decapitazione di copti egiziani, i quali erano stati rapiti a Sirte nei mesi tra dicembre e gennaio, il gruppo jihadista in Libia doveva pur aspettarsi una rapida rappresaglia da parte del governo egiziano ed infatti sono stati bombardati nelle loro posizioni, e gli attacchi egiziani hanno colpito i loro accampamenti a Bengasi e Sirte; i media libici hanno diramato la notizia che il comandante dell'Aviazione libica  Saqer al-Jouroushi ha affermato che almeno 40-50 terroristi dell'Isis sono stati uccisi mentre altri voci dichiarano che uno  degli obiettivi colpito a Derna è stato il  quartier generale della società 'Jebel' che viene usata come base dalle orde jihadiste; altra voce ancora vicina al governo 'parallelo' di Tripoli informa invece che negli attacchi aerei egiziani su Derna sono stati uccisi 'tre bambini e due donne', atrocità che si sommano ad atrocità, vittime innocenti immolate ad una guerra assurda e basata solo sull'orrore e sulla morte come tutte le guerre.

L'Italia ha confermato l'aiuto internazionale per combattere il terrorismo jihadista e una telefonata tra il premier Renzi e il leader egiziaino Abdel Fattah al-Sisi ha riguardato proprio la lotta contro l'Isis sottolineando la situazione libica e ai vari interventi politici e diplomatici volti a riportare la pace nel paese, attraverso il Consiglio di sicurezza dell'Onu, nel lungo colloquio intercorso fra i due premier, il leader egiziano ha espresso: 'il proprio apprezzamento per la posizione del primo ministro italiano che ha formulato il sostegno del suo paese all'Egitto e la sua cura a sostenere gli sforzi egiziani e internazionali mirati a combattere il terrorismo.'.

Nel comunicato della presidenza egiziana si conferma aggiungendo che: 'L'Egitto proseguirà il proprio coordinamento con i paesi amici per assicurare la riuscita degli sforzi anti-terrorismo, creare il clima propizio ai popoli amanti della pace per vivere in stabilità e sicurezza assecondando le loro ambizioni di sviluppo.' , sia Putin,. leader sovietico e Holland, leader francese hanno espresso solidarietà per i copti egiziani decapitati confermando il loro appoggio sempre nell'ambito del Consiglio di sicurezza dell'Onu per intervenire al più presto su quanto sta succedendo in quei paesi straziati da una guerra sanguinosa.

Ciò che il premier libico al-Thani ha dichiarato in una intervista poi pubblicata sul web della Reuters e che preoccupa molto considerato l'allarme insito delle sue parole nel chiedere aiuto alle potenze mondiali: 'Sostegno alla Libia e intraprendere subito azioni militari, o questa minaccia si sposterà nei paesi europei, in particolare in Italia', ovviamente parlava della minaccia Isis che si sta allargando a macchia d'olio con le sue cellule sparse su tutti i paesi, cellule che non danno nessun valore alla vita umana né la loro né quella altrui, pronti a sacrificarsi per non sappiamo quale dio crudele e sanguinario che vuole sull'altare dei sacrifici bambini, vecchi, donne, esseri umani vulnerabili e indifesi davanti a tante atrocità.

IL MONDO CONTRO L'ISIS
PACE
Ciò che è inspiegabile è la loro pretesa egemonia di allargare il proprio credo su tutta la crosta terrestre, se l'Isis vuole vivere con il proprio credo violento e assolutista, dominato dal terrore e dalla violenza, dovrebbe ritirarsi in qualche parte della loro terra, riunirsi fra di loro e vivere secondo le loro ancestrali tradizioni che non combaciano con il progresso e la civiltà, che non combaciano con la giustizia e la libertà assolutamente inalienabili al popolo civile, non è con la guerra che piegheranno il mondo poiché il mondo si ribella ai loro soprusi, uccisioni e atrocità efferate, il mondo non accetta di essere piegato da chicchessia tanto meno dal terrorismo jihadista, la storia insegna che nessuna guerra è santa come pretendono sia la loro, la storia insegna che ad ogni guerra risponde sempre con il grido unanime di chi vuole la libertà come condizione di vita e pace.
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