L’espressione “”fondata sul lavoro”” è comprensiva di molti significati. Lavoro è inteso dalla Costituzione, come attività o funzione che concorre al progresso materiale e spirituale della società (art. 4). Dunque è chiaro che il lavoro non è soltanto l’attività che ha per scopo di produrre una disponibilità di beni, ma è anche un’attività di ordine morale.
“”fondata sul lavoro”” esclude anche che la società possa fondarsi sul privilegio e sulla fatica altrui (quello che solitamente definiamo sfruttamento), sulla rendita parassitaria. Oltre a questi significati, l’espressione è fertile di tanti altri concetti, tra cui il merito personale (meritocrazia), e non la proprietà ereditaria. Una cultura che riconosce la dignità del lavoratore metterà in evidenza la dimensione soggettiva del lavoro stesso.
Il valore di ogni lavoro umano non è in funzione del genere di lavoro compiuto, ma ha il suo fondamento nel fatto che chi lo compie è una persona. Affermando un criterio etico, le cui esigenze non dovrebbero sfuggire.
operaio metalmeccanico |
Tornando all’inizio e all’espressione “”fondata sul lavoro””, ogni uomo ha diritto al lavoro, il quale deve essere riconosciuto mediante un impegno effettivo al fine di risolvere il drammatico problema della disoccupazione, e la creazione di nuove forme occupazionali. Dovrebbe essere un compito sociale di primaria importanza, e dovrebbe impegnare in egual misura sia iniziative private che lo Stato. Il fatto però, che questa problema mantenga in una condizione di marginalità larghi strati della popolazione, e soprattutto la gioventù, è intollerabile.
Rivestendo tutti questi significati, e premesso che bisogna respingere l’opinione che si attribuisce all’art. 1, carattere di mera enunciazione astratta, occorrerà che esso si adegui non solo alle normative e ai rapporti giuridici, ma alla società. Questa dottrina dovrebbe ispirare le tanto attese e sospirate riforme, in modo tale da poter avere una vita umana, personale e familiare degna di questo nome.
Il lavoro è un’esigenza primaria della giustizia sociale. Il lavoratore alla fine è la vita vera dell’Italia, la sua spina dorsale, la sua anima e la sua realtà, senza il quale la Nazione non potrebbe esistere.