Ormai gli animali domestici da compagnia, occupano un posto d'onore nella famiglia di chi li adotta. Capaci di dare un affetto devoto ai loro padroni tanto che vengono cresciuti come fossero figli.
Personalmente ne ho avuti tanti di questi "figli" ma quelli che cresci in casa, che dormono con te, che mangiano insieme a te, quasi alla stessa tavola, quelli sono figli speciali. Sono figli con un handikap, incapaci di lavarsi, procurarsi il cibo, e incapaci di parlare non comunicano i loro bisogni dipendendo esclusimanete e sempre da te. Ti fanno sentire utile, appagati e amati. E' una gioia crescerli e occuparsi di loro, ma sono figli che ogni 10 o 12 o al massimo 14 anni , muoiono e tu ti senti morire con loro. Lasciano un vuoto nella tua quotidianità che ti fa sentire inutile. Ti mancano e non riesci a colmare quel vuoto nemmeno con l'arrivo di un altro figlio cucciolo da crescere, perchè l'intesa silente che si era formata in dieci anni insieme, comunicando con gli occhi e con il cuore, non la ritrovi in un altro cuccioletto. Quel rapporto si costruisce con gli anni e quando è al top..lo perdi, e un pezzo di cuore se ne va.Scusate il mio sfogo, era solo per introdurre una ricerca condotta da AstraRicerche per Agras Delic, sul rapporto tra 'noi e gli animali da compagnia' che mi da ragione."Il 68 per cento degli italiani - spiega Enrico Finzi, presidente di AstraRicerche - inclusi i non possessori di cani e gatti, dichiara di conoscere persone per le quali gli amici a quattro zampe sono a tutti gli effetti un membro della propria famiglia". Per cani e gatti di casa, cioè, si prova un affetto "come se fossero figli" e che, di fatto, sempre più spesso sostituisce quello dei figli.
Una volta adottato, "l’animale da compagnia entra a far parte della quotidianità delle persone con un livello di interazione e di coinvolgimento affettivo assai più alti di quelli riscontrabili in passato". Non di rado, sottolinea ancora Finzi, "si assiste addirittura a un rapporto ribaltato, basato sull’assistenza psicologica e affettiva che l’animale fornisce all’umano. Relazione che diventa spesso un sostegno del quale molti umani oggi, piaccia o no, non sanno più fare a meno".
In questo senso, aumenta anche l'importanza assegnata alla salute, al benessere e all’alimentazione degli animali da compagnia: la ricerca evidenzia che il 48% dei proprietari di cani e gatti pretende dal pet food le stesse qualità ricercate nel comparto food & beverage riservato agli umani. "Proprio perché si tratta di una fondamentale manifestazione di affetto e di cura - afferma Finzi - la scelta del pet food è indirizzata al meglio dal punto di vista organolettico, così da regalare al cane o al gatto la stessa soddisfazione e felicità che ci derivano dalla buona tavola. Allo stesso tempo - conclude - il prodotto non solo non deve danneggiare la salute, ma anche contribuire a mantenere il benessere psicofisico. Da ciò discende il sì alla naturalità". fonte adnKronos