23/07/14

Il cervello compassionevole

Come percezioni, emozioni e conoscenza possono trasformare le nostre capacità intellettive Gerald Huther Castelvecchi, 16,50 euro (170pp, 2013) CAPITA CHE DI FRONTE a certe stoltezze umane si possa esclamare: "Sei proprio senza cervello!". 

In realtà, secondo le ultime ricerche scientifiche, si dovrebbe dire: "Non fai funzionare bene i tuoi circuiti neuronali!". Infatti, come scrive il neuroscienziato Gerald Huther: "Per decenni si è partiti dall'idea che i circuiti interni, formati durante lo sviluppo, fossero immutabili, ma ora si sa che il cervello è in grado, per tutta la vita, di modificare e riorganizzare i circuiti installati in precedenza, e che la loro genesi e la loro stabilizzazione dipendono in modo decisivo da come e perché noi usiamo il cervello".
Il cervello compassionevole

In buona sostanza, la nostra materia grigia è strutturalmente elastica e si plasma con l'esperienza. I nostri passatempi, il nostro lavoro, le nostre abitudini culturali, letterarie, cinematografiche, televisive, tutto, insomma, concorre a migliorare o peggiorare le nostre prestazioni. Ma come queste esperienze vengono ancorate nel cervello? Come si può modificare uno stato emozionale e sostituirlo o sovrapporne uno nuovo? Negli ultimi anni, questi interrogativi hanno prodotto un grande fermento tra gli scienziati. Il libro di Huther ci guida in un viaggio nei meccanismi segreti dell'organo degli organi, e ci spiega come e perché i nostri comportamenti possono influenzare in maniera tutt'altro che irrilevante le nostre capacità intellettive. Anche leggere quest'opera porterà il suo contributo.

Alla fine della lettura, intima Huther: "È probabile che niente rimanga come prima. Neanche il vostro cervello".(science)


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