12/04/14

Natal’ja Goncarova: questa illustre sconosciuta

Natal'ja Goncarova-Aleksandr Brjullov 1831
Natal’ja Goncarova & Aleksandr Serghej Puskin
 
Cari amici del Trafiletto, non mi sono perduto in selve oscure, tranquilli, ma soltanto assentato qualche giorno in compagnia di un amato poeta: Aleksandr Serghej Puskin, (1799-1837) gigante della letteratura e padre della poesia russa del periodo romantico. Fra una poesia e l’altra e qualche canto del poema eroico Eugenji Onegin, ho pensato di farvi partecipi di un momento della sua vita, il più importante e significativo fra i tanti che hanno fatto di Puskin un grande personaggio del suo tempo. È verso la fine del dicembre 1828, durante un ballo organizzato da un certo Jokel, noto maestro di ballo, che il nostro poeta fa la conoscenza di colei che nel bene e nel male, segnerà per sempre la sua errabonda, solitaria e agitata vita: Natal’ja Goncarova (1812-1863). L’impatto con questa giovane bellezza, allora sedicenne, è talmente forte che Puskin s’innamora come non era mai avvenuto nella sua breve esistenza: ella non rappresenta soltanto la bellezza femminile, ma racchiude in sé tutti i sogni di una casa, di una famiglia tutta sua, che egli non ha mai posseduto, né nell’infanzia, né da adulto. Dopo cinque mesi, per un nuovo soggiorno a Pietroburgo, Puskin si decide a chiedere formalmente la mano di Natalia, senza ottenere un pieno consenso da parte dei genitori di lei. Il rifiuto, seppur non netto, condiziona Puskin che parte alla volta del Caucaso senza il permesso delle autorità, (per ordine dello zar, Puskin era ancora guardato a vista dalla polizia di stato per l’insurrezione Decabrista del dicembre 1825) ignorando le possibili conseguenze politiche, che fortunatamente si risolvono con un marcato rimprovero da parte dello zar Nicola I
Nell’aprile del 1830 il nostro poeta innamorato rinnova la proposta di matrimonio a Natalia Goncarova, dai genitori della quale questa volta ottiene l’approvazione, non prima però di aver consegnato alla futura suocera, un certificato di buona condotta redatto da Benkendorf, capo della gendarmeria.
Aleksandr Serghej Puskin-ritratto
di sconosciuto-1835
L’anno 1831 inizia con una serie di vicende spiacevoli: in gennaio muore uno dei suoi migliori amici, cui fanno seguito preoccupazioni finanziarie e dissapori con la famiglia della futura sposa. Comunque il 18 febbraio convola felicemente a nozze e si trasferisce con la sua bellissima moglie a Corskoe Selo. Il primo anno scorre sereno, l’intesa fra i novelli sposi è buona tanto che a ottobre Natalia è già in attesa del primo figlio, ma le prime preoccupazioni, non tanto di matrice psicologica quanto economiche, inquietano Puskin che non riesce a scrivere come vorrebbe, e così pure l’anno successivo. Nel frattempo la situazione familiare si complica non poco: Natalia viene molto ammirata nella società pietroburghese, diventando sempre più il centro dell’attenzione ai balli, da non passare inosservata neppure agli occhi dello zar che ne resta affascinato. Puskin nutre una fiducia illimitata nella bellissima moglie e si limita a scriverle lettere dai suoi frequenti viaggi. Nell’estate del 1833 nasce il figlio Aleksandr, e nell’autunno finisce il racconto La donna di picche e varie poesie. Gli anni passano, Natalia nel maggio 1835 partorisce il terzo figlio Grigorij, ma non manca di partecipare ai molti inviti di ballo. Per non dilungarmi troppo dalla data fatale che segnerà la vita del nostro poeta, balzo al 1836, quando il giovane Gerges D’anthès, figlio adottivo dell’allora ambasciatore d’Olanda, , inizia a fare apertamente la corte a Natalia, conosciuta durante un ballo. La società bene scorge subito l’occasione per spettegolare sul fatto, contenta di mettere in cattiva luce lo sposo, da tempo osteggiato e poco amato dalla stessa nobiltà . D’anthès è bello, brillante, giovane e ben presto diventa il beniamino dei salotti della borghesia pietroburghese. Natalia turbata dalle avances insistenti di D’anthès, - ora diventato barone per via del padre putativo Heeckeren - si confida col marito che per prima cosa cambia abitazione, non molto distante però dalla guarnigione dove soggiorna lo stesso intraprendente corteggiatore. La relativa vicinanza favorisce D’anthès che inizia a frequentare la dacia dei Puskin. Le chiacchiere mondane montano a dismisura, e portano i coniugi alla decisione di non ricevere più lo sfrontato barone che inizia a fare la corte alla sorella di Natalia,Ekaterina Nikolaevna che vive con loro. Questa nuova versione non convince troppo il “bel mondo”e, a dir il vero, nemmeno Puskin che vede nel corteggiamento un nuovo intrigo da ‘Don Giovanni’. Gli avvenimenti precipitano il 4 novembre quando il nostro poeta riceve un libello nel quale gli viene conferita l'"onorificenza dei cornuti". Puskin perde il controllo di sé per l’oltraggio morale e manda subito a D’anthès, che è stato citato nel libello, una missiva ad accettare una sfida a duello. A questo punto interviene il vecchio ambasciatore Heeckeren, pregando Puskin di rinviare la data del duello di almeno quindici giorni, utili per informare tutta l'alta società che il figlio adottivo corteggiava soltanto la sorella e non Natalia Gongarova. Il 17 novembre D’anthès si dichiara a Ekaterina che accetta di diventare sua moglie. Puskin è furente, ma è costretto a ritirate il guanto della sfida e non si presenta al matrimonio che si tiene il 10 gennaio 1837. Ciononostante l’ostinato D’anthès continua a fare la corte alla bella Natalia ai vari balli della stagione in maniera aperta e spudorata. Le lettere non tacciono, e Puskin, ancora col sangue che bolle nelle vene, ne riceve una nella quale viene informato di un incontro fra D’anthès e Natalia, un incontro del tutto casuale. Ma il già provato autocontrollo del poeta crolla e getta di nuovo il guanto della sfida, con una lettera talmente offensiva da non poter essere rifiutata. Il 27 gennaio alle ore 17,00 si arriva allo scontro fatale. Le condizioni stabilite non lasciano dubbi, la distanza è di dieci passi dalla barriera, e l’agone fino alla morte. Puskin arrivato alla barriera di delimitazione comincia a mirare con la sua pistola, ma D’anthès spara in anticipo. Il poeta dall’animo inquieto, cade gravemente ferito sulla neve. Portato a casa resta in agonia per due giorni e muore il 29 gennaio. La salma di Puskin viene trasportata al Convento di Sviatigoresk, luogo dove è sepolta la madre, soltanto l’amico di liceo Aleksandr Turgenev accompagna la bara.
Cari amici, sembra una favola dal finale triste, invece è storia realmente accaduta. Certo,oggi i guanti dell’onore non si gettano più, questo romantico gesto si è perduto, il cavaliere senza cappa e spada è tramontato, ma resta sempre l’amore, che di romantico forse ha perso alcuni valori. Alcuni di voi prenderanno la difesa del poeta, che per amore difende il suo onore e quello della sua amata consorte, altri invece, sosterranno la bellissima consorte, rea soltanto di saper suscitare fascino con la sua grazia, di essere una creatura dolce e bella nelle forme femminili, ma una cosa è certa, una bella donna come Natal’ja Goncarova, per quanto illustre sconosciuta, è sempre pericolosa, gli dei ne sanno qualcosa…

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