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Natal'ja Goncarova-Aleksandr Brjullov 1831 |
Natal’ja Goncarova & Aleksandr Serghej
Puskin
Cari amici del
Trafiletto, non mi sono perduto in selve oscure, tranquilli, ma soltanto
assentato qualche giorno in compagnia di un amato poeta:
Aleksandr Serghej
Puskin, (1799-1837) gigante della letteratura e padre della poesia russa del
periodo romantico. Fra una poesia e l’altra e qualche canto del poema eroico
Eugenji
Onegin, ho pensato di farvi partecipi di un momento della sua vita, il più
importante e significativo fra i tanti che hanno fatto di Puskin un grande
personaggio del suo tempo. È verso la fine del dicembre 1828, durante
un ballo organizzato da un certo
Jokel, noto maestro di ballo, che il nostro
poeta fa la conoscenza di colei che nel bene e nel male, segnerà per sempre la
sua errabonda, solitaria e agitata vita:
Natal’ja Goncarova (1812-1863). L’impatto
con questa giovane bellezza, allora sedicenne, è talmente forte che Puskin
s’innamora come non era mai avvenuto nella sua breve esistenza: ella non
rappresenta soltanto la bellezza femminile, ma racchiude in sé tutti i sogni di
una casa, di una famiglia tutta sua, che egli non ha mai posseduto, né nell’infanzia,
né da adulto. Dopo cinque mesi, per un nuovo soggiorno a
Pietroburgo, Puskin si
decide a chiedere formalmente la mano di Natalia, senza ottenere un pieno consenso
da parte dei genitori di lei. Il rifiuto, seppur non netto, condiziona Puskin
che parte alla volta del Caucaso senza il permesso delle autorità, (per ordine
dello zar, Puskin era ancora guardato a vista dalla polizia di stato per l’insurrezione
Decabrista del dicembre 1825) ignorando le possibili conseguenze politiche, che
fortunatamente si risolvono con un marcato rimprovero da parte dello zar
Nicola
I
Nell’aprile del
1830 il nostro poeta innamorato rinnova la proposta di matrimonio a Natalia
Goncarova, dai genitori della quale questa volta ottiene l’approvazione, non
prima però di aver consegnato alla futura suocera, un certificato di buona
condotta redatto da
Benkendorf, capo della gendarmeria.
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Aleksandr Serghej Puskin-ritratto di sconosciuto-1835 |
L’anno 1831
inizia con una serie di vicende spiacevoli: in gennaio muore uno dei suoi
migliori amici, cui fanno seguito preoccupazioni finanziarie e dissapori con la
famiglia della futura sposa. Comunque il 18 febbraio convola felicemente a
nozze e si trasferisce con la sua bellissima moglie a
Corskoe Selo. Il primo
anno scorre sereno, l’intesa fra i novelli sposi è buona tanto che a ottobre
Natalia è già in attesa del primo figlio, ma le prime preoccupazioni, non tanto
di matrice psicologica quanto economiche, inquietano Puskin che non riesce a
scrivere come vorrebbe, e così pure l’anno successivo. Nel frattempo la
situazione familiare si complica non poco: Natalia viene molto ammirata nella
società pietroburghese, diventando sempre più il centro dell’attenzione ai
balli, da non passare inosservata neppure agli occhi dello zar che ne resta
affascinato. Puskin nutre una fiducia illimitata nella bellissima moglie e si
limita a scriverle lettere dai suoi frequenti viaggi. Nell’estate del 1833
nasce il figlio
Aleksandr, e nell’autunno finisce il racconto
La donna di
picche e varie poesie. Gli anni passano, Natalia nel maggio 1835 partorisce il terzo
figlio
Grigorij, ma non manca di partecipare ai molti inviti di ballo. Per non
dilungarmi troppo dalla data fatale che segnerà la vita del nostro poeta, balzo
al 1836, quando il giovane
Gerges D’anthès, figlio adottivo dell’allora ambasciatore
d’Olanda, , inizia a fare apertamente la corte a Natalia, conosciuta durante un
ballo. La società bene scorge subito l’occasione per spettegolare sul fatto,
contenta di mettere in cattiva luce lo sposo, da tempo osteggiato e poco amato dalla stessa nobiltà .
D’anthès è bello, brillante, giovane e ben presto diventa il beniamino dei
salotti della borghesia pietroburghese. Natalia turbata dalle avances
insistenti di D’anthès, - ora diventato barone per via del padre putativo
Heeckeren - si confida col marito che
per prima cosa cambia abitazione, non molto
distante però dalla guarnigione dove
soggiorna lo stesso intraprendente corteggiatore.
La relativa vicinanza favori
sce D’anthès che inizia a frequentare la
dacia dei Puskin. Le chiacchiere mondane montano a dismisura, e
portano i coniugi alla decisione di non ricevere più lo sfrontato barone che
inizia a fare la corte alla sorella di Natalia,Ekaterina Nikolaevna che vive con loro. Questa nuova versione non
convince troppo il “bel mondo”e, a dir
il vero, nemmeno Puskin che vede nel corteggiamento un nuovo intrigo da ‘Don
Giovanni’.
Gli avvenimenti precipitano il 4 novembre quando il nostro poeta
riceve un
libello nel quale gli viene conferita l'"
onorificenza dei cornuti". Puskin perde il controllo di sé per
l’oltraggio morale e manda subito a D’anthès, che è stato citato nel libello, una
missiva ad accettare una sfida a duello. A questo punto interviene il vecchio
ambasciatore Heeckeren, pregando Puskin di rinviare la data del duello di almeno
quindici giorni, utili per informare tutta l'alta società che il figlio
adottivo corteggiava soltanto la sorella e non Natalia Gongarova. Il 17
novembre D’anthès si dichiara a Ekaterina che accetta di diventare sua moglie.
Puskin è furente, ma è costretto a ritirate il guanto della sfida e non si
presenta al matrimonio che si tiene il 10 gennaio 1837. Ciononostante l’ostinato
D’anthès continua a fare la corte alla bella Natalia ai vari balli della stagione in maniera aperta e spudorata.
Le lettere non tacciono, e Puskin, ancora col sangue che bolle nelle vene, ne
riceve una nella quale viene informato di un incontro fra D’anthès e Natalia,
un incontro del tutto casuale. Ma il già provato autocontrollo del poeta crolla
e getta di nuovo il guanto della sfida, con una lettera talmente offensiva da
non poter essere rifiutata. Il 27 gennaio alle ore 17,00 si arriva allo scontro
fatale. Le condizioni stabilite non lasciano dubbi, la distanza è di dieci
passi dalla barriera, e l’agone fino alla morte. Puskin arrivato alla barriera
di delimitazione comincia a mirare con la sua pistola, ma D’anthès spara in
anticipo. Il poeta dall’animo inquieto, cade gravemente ferito sulla neve.
Portato a casa resta in agonia per due giorni e muore il 29 gennaio. La salma di
Puskin viene trasportata al Convento di Sviatigoresk,
luogo dove è sepolta la madre, soltanto l’amico di liceo Aleksandr Turgenev accompagna la bara.
Cari amici, sembra una favola dal finale
triste, invece è storia realmente accaduta. Certo,oggi i guanti dell’onore non si gettano più, questo
romantico gesto si è perduto, il cavaliere senza cappa e spada è tramontato, ma
resta sempre l’amore, che di romantico forse ha perso alcuni valori.
Alcuni
di voi prenderanno la difesa del poeta,
che per amore difende il suo onore e quello della sua amata consorte, altri
invece, sosterranno la bellissima consorte, rea soltanto di saper suscitare
fascino con la sua grazia, di essere una creatura dolce e bella nelle forme
femminili, ma una cosa è certa, una bella donna come Natal’ja Goncarova, per quanto illustre sconosciuta, è
sempre pericolosa, gli dei ne sanno qualcosa…