08/04/14

I danni del diritto d'autore

Salite in carrozza cari lettori, perché questa settimana faremo un lungo viaggio che ci porterà dalle lontane e tenebrose terre della Transilvania, alle vie brulicanti di vita di una Londra vittoriana. Dai, che avete già capito il libro di cui vi parlerò, non è così? E allora armatevi di aglio, acqua santa e paletti di frassino e sfogliamo insieme le pagine del Dracula di Bram Stoker.

Il romanzo dello scrittore irlandese è uno degli ultimi (se non addirittura l'ultimo) grandi romanzi gotici, dopo Stoker infatti le ambientazioni gotiche, dalle tinte cupe e misteriose, si sono diluite, mescolandosi ad altri generi e perdendosi nel vasto panorama letterario. Magari mi sbaglierò, ma di libri gotici puri non se ne scrivono più, se così non fosse fatemi pure qualche titolo.

Gary Oldman in Dracula
Non divaghiamo e torniamo al libro. Dracula è un libro con una storia sfortunata, non per la trama in se, che credo tutti conosciate anche solo per sentito dire o per la miriade di film e serie tv che ci hanno ricamato sopra, ma proprio le vicende accadute dietro le quinte, quelle che solitamente il lettore non conosce.

Bram Stoker morì prima che Dracula ricevesse i giusti riconoscimenti. Le vendite dell'opera erano talmente esigue all'epoca della sua scomparsa che la vedova, Florance Balcombe, pensava che non avrebbe mai beneficiato economicamente delle fatiche del marito, finendo per vivere in ristrettezze per il resto della sua vita. Va ricordato che Stoker impiegò quasi sette anni per scrivere il suo romanzo più conosciuto (si, ne ha scritti molti altri). Dieci anni dopo la morte di Stoker, invece, il pubblico cominciò ad accorgersi del suo talento letterario. La diffusione dei racconti del terrore incrementò le vendite di Dracula, e Stoker fu finalmente riconosciuto come il progenitore del genere horror.

Fin qui sembra il lieto fine per l'autore e la sua discendenza, ma qui il destino decide di giocare qualche tiro mancino. Dal libro cominciano a nascere musical e film, la Universal Studios era una di quelle società cinematografiche che volevano trasporre il libro in un film, così avevano stipulato un accordo con la vedova di Stoker. Dopo la firma del contratto però Florance scoprì che Stoker non aveva soddisfatto uno dei requisiti dell'ufficio per il diritto d'autore statunitense, il che aveva reso Dracula di pubblico dominio negli Stati Uniti sin dal 1899. Così, da allora in poi, Florance dovette accontentarsi dei diritti d'autore britannici. E, da allora in poi, gli Studios americani furono liberi di fare ciò che volevano della storia e dei personaggi di Stoker, rendendoli talvolta così lontani dalla volontà dell'autore che suppongo lo stesso Stoker si fosse rivoltato nella tomba più di una volta.
Bram Stoker

La famiglia Stoker non venne più interpellata in merito a nessuna delle centinaia di versioni cinematografiche del Dracula realizzate nel secolo successivo, come si sul dire oltre al danno anche la beffa, anche perché la maggior parte delle persone finì per conoscere l'opera di Stoker solo tramite il film e non attraverso il libro che, il più delle volte, venne dimenticato in qualche angolo polveroso di biblioteche e librerie.

Quindi com'è questo libro dal vissuto così difficile? Il Dracula di Stoker è strutturato in forma di stralci di diari e di lettere, uno stile insolito e difficile da gestire, ma che permette una narrazione corale della vicenda e dei personaggi che ne fanno parte. I personaggi, schierati nettamente in due fazioni (il bene e il male), sono tutti ben delineati e caratterizzati, ciascuno con il proprio modo di agire e di pensare. Cosa dire poi del famoso Conte Dracula? Il Conte Dracula lo conosciamo, all'interno del romanzo, solo attraverso ciò che gli altri personaggi dicono di lui. Stoker non lo fa mai parlare direttamente, quindi dobbiamo fidarci di ciò che gli altri dicono del Conte per sapere com'è.

All'interno c'era un vecchio, alto, sbarbato ma con lunghi baffi bianchi, vestito di nero dalla testa ai piedi: neppure una nota di colore in tutta la sua persona. Teneva in mano un'antica lampada d'argento, la cui fiamma ardeva senza un tubo né un globo di sorta, e proiettiva lunghe, tremule ombre mentre oscillava nella corrente della porta aperta.”
Dracula

Nonostante ciò, il Conte Dracula creato da Stoker è una creatura complessa e misteriosa, piena di contraddizioni: ora nobiluomo erudito e raffinato, subito dopo bestia feroce dominata da istinti primordiali; ora pronto ad abbracciare la modernità del secolo in cui si trova a vivere, il momento dopo è pronto a respingere tutto quanto per riportare il mondo al secolo in cui era nato.

Il Conte Dracula rappresenta il cattivo assoluto, senza sfumature di bontà o possibili redenzioni, mentre gli eroi del romanzo solo il bene, puro e inattaccabile. Solo Mina sembra oscillare ora in una, ora nell'altra fazione: che abbia visto qualcosa nel Conte che a tutti gli altri è sfuggito?

Il romanzo di Stoker presenta anche notevoli incongruenze, probabilmente dovute al fatto che il povero Stoker aveva fretta di darlo alle stampe, nonché questioni irrisolte alle quali l'autore non rimediò mai e che aiutarono anche ad aumentare il mito del Conte Dracula.

Molti altri libri sono stati scritti nei quali compare il Conte Dracula, e tra tutti questi ne esiste uno che può definirsi a tutti gli effetti il seguito del romanzo di Stoker. Vi starete domandando perché fra tanti proprio quello lo si può definire il seguito, molto semplice, perché a scriverlo è il pronipote di Bram Stoker.

Di questo romanzo però vi parlerò al prossimo appuntamento con la mia rubrica, e ora che sapete chi è il Conte Dracula, Bram Stoker e la storia dietro al suo romanzo, non fate che io debba ancora sentire la domanda “Ma chi era Stoker? Un fumettista?” quando google ne festeggia l'anniversario!
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