13/03/14

"DISTRUGGIAMO MUSEI, BIBLIOTECHE,ACCADEMIE!" DAI DELIRI DEL MANIFESTO DI MARINETTI, AL MOVIMENTO FUTURISTA IN ARCHITETTURA DI SANT'ELIA

“Diamoci in pasto all’ignoto!” “ Impugnate i picconi, demolite, demolite le città venerate!” “ Noi vogliamo glorificare  la guerra , sola igiene del mondo!” Il futurismo non visse le due guerre mondiali, ma di certo ne  fu uno dei principi ispiratori. Basti pensare in quanti hanno preso sul serio i deliranti slogan di Marinetti che magari voleva essere un provocatore più che un ideologo. I temi erano quelli della rottura con il passato, l’eccesso, l’esaltazione della velocità – “Un ‘automobile da corsa è più bella della Nike di Samotracia”- l’esaltazione della guerra, della violenza, della giovinezza, temi che poi furono molto cari  al Fascismo negli anni successivi. 
Progetto di Antonio Sant'Elia
Nato come movimento letterario nel 1909, quando fu pubblicato sul “Figaro” di Parigi il Manifesto di Marinetti , abbracciò il campo delle arti visive, con la pubblicazione del Manifesto dei pittori futuristi nel 1912,  e quello dell’architettura  nel 1914, anno in cui  venne pubblicato il Manifesto dell’architettura futurista  basato sui concetti di Antonio Sant’Elia, il maggiore esponente del Futurismo  in Italia nel campo architettonico. La ricerca di nuove forme espressive,le folle di manifestanti,  la rappresentazione della velocità, il meccanicismo, attraverso  la frammentazione dello spazio  e l’uso di colori vivaci, furono i temi ispiratori di Balla, Boccioni, Carrà, Russolo, Severini. Nel campo architettonico il  Futurismo si manifestò in maniera meno dirompente ed aggressiva che nel movimento letterario. Si trattò della proposizione di una nuova’estetica  ispirata al modernismo, al macchinismo, al rifiuto di ogni stile tradizionale, alla distruzione dell’ambiente preesistente, nonché alla proposizione di nuovi schemi e tipologie costruttive ed abitative. Le nuove costruzioni  prevedevano l’uso di nuove tecnologie, le case erano viste come macchine, il paesaggio metropolitano si presentava come un grosso apparato in movimento , i cui uomini, strade, automobili, case occupavano livelli diversi nello spazio. I grattacieli, i ponti, le metropolitane, presentavano soluzioni costruttive molto ardite. Esempi di quest’architettura, anche se hanno influenzato quelle dei periodi seguenti, sono rimasti sulla carta e non hanno preso forma nella realtà. Molti progetti di Sant’Elia, De Marchi, Chiattone  rimangono solo delle bellissime esercitazioni di stile, addirittura delle rappresentazioni pittoriche, ma lontane ancora dal campo della realizzazione strutturale e reale. Famosa la rappresentazione  di una stazione ferroviaria , ispirata dalla torre di Babele  di Bruegel, nella quale Sant’Elia immagina moderni treni che percorrono binari sospesi in aria entrare ed uscire dalla torre. Proprio in questi giorni si può assistere alla più grande mostra del mondo dedicata a questo movimento , allestita  nel Guggenheim Museum di New York  ed aperta dal  20/feb/2014  fino al  primo settembre 2014.
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