Il-Trafiletto
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06/06/14

Le illusioni di un uomo che lottò contro la dura realtà

“Viveva, or non è molto, in una terra della Mancia, che non voglio ricordare come si chiami, un hidalgo di quelli che hanno lance nella rastrelliera, scudi antichi, magro ronzino e cane da caccia.”

Dopo aver affrontato lo scottante tema di Shakespeare, passiamo a qualcosa di decisamente più leggero, partiamo per la Spagna insieme al famoso Don Chisciotte, creato dall'abile mano di Miguel de Cervantes.

Protagonista di questo romanzo è Don Alonso Quijano, uomo che toccava i cinquant'anni; forte di corporatura, asciutto di corpo, e di viso, appassionato di romanzi cavallereschi e talmente condizionato da essi da convincersi di essere stato chiamato a diventare un cavaliere errante il cui destino è vagare in lungo e in largo per difendere i deboli e riparare i torti.

“Lucidate le armi, fatta del morione una celata, dato il nome al ronzino e confermato il proprio, si persuase che non gli mancava altro se non una dama di cui dichiararsi innamorato. Un cavaliere errante senza amore è come un albero spoglio di fronde e privo di frutti, è come un corpo senz'anima, andava dicendo a sé stesso”

Chi non conosce almeno di fama il prode Don Chisciotte e la sua storica battaglia contro i mulini a vento? Chi non conosce il “coraggioso” Sancio Panza e la sua straordinaria capacità di infilare in ogni sua frase almeno un detto?

Lo so cosa state pensando: “E' un classico, sarà noioso e interminabile”. Questa volta vi devo proprio contraddire, perché il Don Chisciotte di Cervantes è uno di quei classici che si legge volentieri, che scorre veloce nonostante sia un classico e questo proprio grazie a Don Chisciotte a al suo prode scudiero Sancio Panza.

“Viaggiava Sancio Panza sopra il suo asino come un patriarca, colle bisacce in groppa e la borraccia all'arcione, e con un gran desiderio di diventare governatore dell'isola che il padrone gli aveva promesso.”

Don Chisciotte della Mancia è la più rilevante opera letteraria di Cervantes nonché una delle più importanti nella storia della letteratura. Nel suo romanzo l'autore mescola il classico romanzo epico-cavalleresco con le avventure più bizzarre ed incredibili. Allegro eppure a tratti anche triste, che tra una risata e l'altra riesce persino a far riflettere.

A narrare le vicende del cavaliere errante è un narratore esterno, che ci descrive così minuziosamente i suoi due protagonisti che immaginarli in groppa ai loro ronzini mentre affrontano le avventure più incredibili risulta la cosa più facile del mondo. Cervantes ha l'abilità di rendere concreti i suoi personaggi, renderli autentici proprio nelle loro mancanze, ossessioni e follie.
Miguel de Cervantes
Miguel de Cervantes

Ridicolizzando i cavalieri e la letteratura cavalleresca, Cervantes mostra al lettore il difetto intrinseco dell'esistenza umana, ovvero la delusione che l'uomo prova di fronte alla realtà che annienta la propria immaginazione, fantasia e sogni.
Don Chisciotte con le sue avventure tenta di riunire la cruda realtà con l'immaginazione dei libri cavallereschi che lo hanno fatto impazzire, contrapposto a lui c'è Sancio Panza che invece, dopo ogni avventura vede le cose esattamente come stanno: vede la realtà e non la fantasia che invece vede il suo padrone.

“Questo mio padrone ho viso da mille prove che è un matto da legare, e anche io, del resto, non gli rimango punto indietro, perché, se è vero il proverbio che dice «dimmi con chi vai e ti dirò chi sei» e l'altro «non donde nasci, ma donde pasci», sono più matto di lui perché lo seguo e lo servo.”

Don Chisciotte è uno di quei romanzi che restano nel cuore. Lo si può leggere fermandosi alle strambe avventure vissute dai due personaggi. Lo si può leggere godendosi i proverbi di Sancio Panza; così come lo si può leggere andando più a fondo, cogliendo il coraggio di Don Chisciotte di vivere dei propri sogni e delle proprie illusioni nonostante la dura realtà della vita.
Qualunque sia la chiave di lettura con cui affronterete questo libro, in un modo o nell'altro vi resterà nel cuore e la cosa non vi dispiacerà affatto.

Giace qui l'hidalgo forte
che i più forti superò,
e che pure nella morte
la sua vita trionfò.
Fu del mondo, ad ogni tratto,
lo spavento e la paura;
fu per lui la gran ventura
morir savio e viver matto.

(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet. Le informazioni generale sul libro sono state prese dalla Wikipedia, le citazioni invece sono state prese dal libro trattato nell'articolo)
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