16/05/17

Incontri ravvicinati del terzo tipo: recensione

Il rapporto tra Steven Spielberg e la tematica aliena ha origine verso la fine degli anni '70, due anni dopo il grandissimo successo de Lo squalo (1975). Proprio il grande credito di cui il regista cominciò a godere da lì in avanti gli permise di realizzare una pellicola fortemente voluta e personale, che ribaltasse il concetto degli extraterrestri quali nemici cosmici, spesso abusato dalla fantascienza anni '50 e '60, e che offrisse una storia narrata dal punto di vista di una persona qualunque.
Ed è proprio un individuo come tanti il protagonista di Incontri ravvicinati del terzo tipo: Roy Neary, addetto al controllo delle centrali elettriche di una piccola cittadina, felicemente sposato e con tre figli piccoli, riceve una chiamata d'emergenza per risolvere un blackout che investendo la zona. Durante il tragitto sul suo pick-up assiste ad un inseguimento tra quattro UFO da parte della polizia, e fa la conoscenza di Jillian e del suo bambino, anche loro coinvolti in prima persona dal fenomeno.

Nei giorni successivi l'uomo è vittima di una vera e propria ossessione riguardante una sorta di montagna "troncata" e i suoi sempre più strani comportamenti portano i suoi cari ad allontanarsi da lui. Nel frattempo lo scienziato francese Claude Lacombe indaga su strani eventi che parrebbero avere a che fare con un messaggio extraterrestre indicante delle misteriose coordinate...http://cinema.everyeye.it/articoli/recensione-incontri-ravvicinati-del-terzo-tipo-del-film-steven-spielberg-33411.html
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