E' proprio il caso di dire "diagnosi da cane" ma corretta. Un cane che fiuta i tumori alla tiroide con un margine d'errore del 12% ed è al centro di uno studio portato al meeting annuale della Endocrine Society.
Frankie, è un cane addestrato a fiutare l'urina di un paziente con sospetto tumore alla tiroide. Quando sente odore di tumore si sdraia a terra e quando riconosce un campione “pulito” si allontana: questi sono i suoi due modi di rivelare la diagnosi che fiuta, con certezza quasi totale. Su 34 casi ha trovato positivi 30 pazienti con un margine d'errore del 12%, tutti formati da volontari che avrebbero dovuto sottoporsi ai test convenzionali per la diagnosi, normalmente basati su test che accertano i livelli ormonali nel sangue.
Non è il solo cane che fiuta i tumori, altri suoi simili sono divenuti protagonisti di diagnosi precoci che hanno salvato delle vite umane. Come Ted, il border collie che in prossimità del nodulo al seno della sua padrona Josie, iniziava a guaire strofinandosi disperatamente.
Un naso tecnologico che fiuta i tumori?
Non ci sono prove scientifiche che cani addestrati possano fiutare molecole tumorali. Ma prove oggettive date da tante storie di cronaca sono sufficienti per avviare uno studio in questo senso. La scienza sta lavorando da tempo sull’insieme di composti chimici che i cani percepiscono nel caso di patologie tumorali, con l’obiettivo di creare un naso elettronico in grado di simulare l’olfatto canino. Ma per creare artificialmente un device capace di intercettare e riconoscere molecole tumorali, si deve indagare cosa in realtà sente il cane. Questa è la vera domanda.
Intanto però gli scienziati, anche se consapevoli che non potranno far entrare schiere di cani in un laboratorio d'ospedale, cercano di addestrare un esercito di cani utilizzati in Iraq e Afghanistan per scovare bombe, a scovare i tumori. Perché una diagnosi precoce o quantomeno tempestiva è determinante nella lotta al cancro.