10/10/14

Non è l'industria che fa la differenza


Padova come Lecce. Nel senso che gli abitanti della città veneta, antichissima sede dell’università dove insegnò il Galilei, e con un economia tipica del nord-est italiano oggi hanno a disposizione un reddito medio procapite ( euro 29.914), uguale a quello dei leccesi  (euro 26.835), con una vocazione al  terziario e con un sistema manifatturiero costituito principalmente da piccole imprese.

E Mantova (euro 23.584)? Chi lo avrebbe detto, che la bella città dei Gonzaga, annidata ai margini del triangolo industriale, scarsa di fabbriche, e famosa solo per i suoi monumenti, per lo stracotto d’asino e i suoi tortelli di zucca, si confermasse tra le città capoluogo più ricche d’Italia. E chi lo avrebbe detto che Basiglio (euro 53.589), piccolo comune in Lombardia, con i suoi 7.600 abitanti fosse il comune più ricco d’Italia.

micro economia
Leggendo la classifica aggiornata del ministero dell’Economia  sugli  8.100 comuni, emergono tantissime sorprese nella lettura delle molteplici microeconomie. Questo ci fa capire che la ricchezza, non segue le catene di montaggio, e neanche le acciaierie. Vincono i centri che non hanno creduto, per preveggenza, o per forza, al tramonto dell’agricoltura. Sono città che non hanno perso il treno dell’industrializzazione, ma la usano a piccola scala. Esse hanno saputo cogliere l’occasione, hanno saputo sfruttare il turismo, per  riconvertire un economia prevalentemente agricola in attività più remunerative.

Bisogna dedurre, che avevano e hanno torto, chi ha fatto polemiche accusando il paese di essere incapace di realizzare grosse cattedrali industriali, senza le quali saremmo senza futuro. Invece il quadro statistico conferma  l’esatta equazione “”piccolo è bello””.  Ormai i modelli di sviluppo economici ancorati a vecchie teorie  hanno fatto il loro tempo.

Oggi non c’è più un’Italia ricca e sicura, che fonda la sua ricchezza su ricette convalidate nei secoli, e nemmeno un’Italia subalterna, condannata a oscillare in bilico sul suo destino. Tutto galleggia su un lago imprevedibile, dove l’aspetto muta ad ogni soffio di vento.

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