Spesso il sapere a che gruppo appartiene il sangue che scorre nelle nostre vene è considerato una pura curiosità. Questa informazione è invece importantissima per vari motivi, sia in situazioni di emergenza sia in tema di prevenzione.
Un team di ricercatori americani dell´università di Harvard (USA) ha scoperto che il tipo di gruppo sanguigno sembra abbia una stretta relazione all’esposizione di un ictus. Secondo Joann Manson, coordinatore di questo studio, che è stato presentato all’American Heart Association e che ha preso in esame 90 mila persone nell´arco di 20 anni, “C´è una crescente evidenza che il gruppo sanguigno possa influenzare il rischio di malattie croniche". Infatti è stato evidenziato che i soggetti aventi un gruppo sanguigno di tipo AB e le donne che hanno invece il gruppo B sono più esposti al rischio “ictus” rispetto a chi ha sangue di altri gruppi. Più precisamente le percentuali di rischio per i gruppi AB e B sono rispettivamente del 26% e del 15% superiori al gruppo sanguigno di tipo 0. Quindi conoscendo il proprio gruppo sanguigno si può avere una maggiore probabilità di prevenire un ictus.
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Ma ci sono segnali per riconoscerlo? Alcuni campanelli d’allarme possono far presagire la comparsa dell’ictus. Prima di tutto fare attenzione ad un eventuale disturbo del linguaggio, a pronunciare anche le parole più semplici. Tenere poi in considerazione eventuali formicolii o perdita di sensibilità agli arti, disturbi della vista, mal di testa improvvisi e di forte intensità, difficoltà di comprendere frasi e discorsi che si ascoltano ed infine attenzione ai sensi di vertigini o perdita di equilibrio. In presenza di questi sintomi il paziente deve essere trasportato al più presto al Pronto soccorso. (immagine presa dal web)