09/10/14

Alchimia: finalmente ritenuta degna di essere portata alla luce | L'Alchimia

.... descrizione della psiche umana mediante simboli e un mistico la interpreterà come ricerca conoscitiva del divino.[Qui]


IL NOME «ALCHIMIA»
La parola alchimia deriva direttamente dall'arabo al kimia. Al è l'articolo determinativo «il»; la seconda parte della parola è invece molto meno chiara. In base un'opinione diffusa sarebbe da riconnettersi al termine egiziano chem, che significa «nero» e andrebbe posta in riferimento all'Egitto come «Terra dal Suolo Nero». L'alchimia sarebbe perciò «l'Arte Egiziana» o «l'Arte Nera». Alcuni studiosi, invece, pensano che la derivazione più probabile sia dal vocabolo greco chyrna, collegato al processo di fusione del metallo. Questa parola deriva a sua volta dal verbo chèin, che significa «versare»; chèin ha altre varianti, come chyrnos, «succo di una pianta», e chylos, parola di significato assai simile, ma alla quale si associa l'idea di «gusto». E' possibile che alle origini dell'alchimia il concetto di estrazione del succo dalle piante e quello della lavorazione dei metalli fossero strettamente associati. (Chi fosse interessato a un'indagine più approfondita sull'etimologia della parola legga il Capit.olo 4 del libro di Jack Lindsay The Origins of Alchemy in Graeco-Roman Egypt [Le origini dell'alchimia nell'Egitto greco-romano], che è completamente dedicato a questo argomento).


I LIMITI CRONOLOGICI DELL'ALCHIMIA
Le origini dell'alchimia non possono essere fissate con precisione, ma si possono far risalire sia nell'Estremo Oriente (specialmente in Cina) sia nella civiltà occidentale, alla fine del II o III sec. d.C. In Occidente essa ebbe un risalto assai grande nella cultura alessandrina, che riuniva aspetti del mondo egiziano e di quello della Grecia classica. L'alchimia orientale si preoccupava essenzialmente di ricavare un elisir di longevità, mentre quella della cultura greco-egiziana aveva a che fare soprattutto con metalli e minerali. Ambedue miravano alla conoscenza dell'ordine dell'universo; queste scuole caddero in declino nel V-VI sec. d.C. Mentre la tradizione orientale proseguì, con alterne fortune, nel corso dei secoli successivi, la scuola occidentale si spostò nel mondo arabo, dove fu praticata con grande entusiasmo e si sviluppò finché l'Europa non uscì dai secoli bui e incominciò a interessarsi alle tradizioni del sapere preservato dagli Arabi.

A partire dal XII secolo, molti paesi europei diedero inizio ad uno studio autonomo dell'alchimia come scienza. Essa venne considerata in modo oscillante, ora come campo di studio assai elevato, degno di essere praticato dai re, ora come professione di furfanti e truffatori. Nei secoli XVI e XVII, sull onda degli ideali rinascimentali, perpetuati in scuole filosofiche sul tipo di quella dei Rosacroce, l'ansia degli uomini istruiti di riunire in modo sistematico e completo i vari ambiti di studio, per procedere ad un confronto e ad una sintesi delle arti, delle scienze, dell'occultismo e della teologia, contribuì a dare nuovo rilievo all'alchimia, finalmente ritenuta degna di essere portata alla luce e di essere considerata a pari dignità con altre discipline.

Fino ad allora, infatti, essa era stata studiata in segreto, trasmessa solo oralmente o per simboli e allegorie forzatamente ambigui. Il fatto di poter essere discussa e praticata apertamente ne cambiò ovviamente la qualità. Molti dei principi, delle idee, dei simboli alchemici furono incorporati da altre branche del sapere, quali la medicina, la musica e la letteratura. L'alchimia vera e propria si sottrae agli sguardi del pubblico, al punto che molti la reputarono estinta. In realtà, fino al giorno d'oggi si è continuato a praticarla, in tutta tranquillità, da parte di pochi aderenti e ora si sta sollevando un nuovo interesse intorno alla sua tradizione.

Grazie alla psicologia si è compreso come il valore del suo patrimonio iconografico non fosse effimero, senza contare che si è riscoperto tutto il fascino di una disciplina che comporta aspetti di tipo sia psichico sia scientifico. Si assiste ad un nuovo tipo di consenso nei confronti dell'alchimia che, se nuovamente formulata, potrebbe essere considerata ancora una volta un serio argomento di studio.


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