Oggi la water footprint è oggetto di una norma internazionale, la ISO 14046 "Environmental management, Water footprint, Principles, requirements and guidelines", che ha visto la luce proprio nei giorni che hanno preceduto l'avvio della World Water Week, in programma a Stoccolma dal 31 agosto al 5 settembre, organizzata dal SIWI, Stockholm International Water Institute. Acqua ed energia sono i temi portanti dell'edizione 2014, che riunisce oltre duemila tra esperti, operatori, manager e imprenditori di tutto il mondo per scambiare idee, confrontarsi sulle nuove tecnologie, trovare insieme nuove soluzioni.
Waterfootprint Logo immagine presa dal web |
Grazie alla water footprint vengono analizzati non solo i prelievi di risorse idriche, ma anche l'inquinamento delle acque generato dalle attività umane, oltre a prendere in considerazione diverse categorie di impatto, dalla degradazione all'eutrofizzazione, dalla tossicità all'acidificazione delle acque. Conoscere l'impronta idrica di un processo aziendale è un vantaggio non solo per i consumatori ma anche per le aziende.
Vantaggio che si traduce in efficienza dei processi produttivi, risparmio di risorse idriche e possibilità di conquistare nuove fette di mercato, attirando i clienti e i consumatori più sensibili alle produzioni sostenibili. "In alcuni Paesi come la Francia, sono già stati varati dei provvedimenti legislativi (legge Grenelle, ndr) che prevedono che tutti i prodotti in vendita debbano riportare in etichetta la carbon footprint , ossia quanta CO2 viene emessa per produrre quel bene o fornire quel servizio, e la water footprint. Lo scopo della norma ISO appena pubblicata è proprio quello di definire un quadro che renda più consapevoli i consumatori, i produttori e i rivenditori in fase di scelta e di acquisto dei prodotti" conclude Manzardo.