03/08/14

Questione di naso | Legame profondo tra odori ed emozioni

Perché alcuni profumi riescono a evocare i nostri ricordi di infanzia? Dallas Campbell ci dice tutto sul percorso privilegiato che dagli odori porta alle emozioni.

Alzi la mano chi non è mai stato travolto da un profumo particolare e proiettato magicamente in un altro luogo e in un altro tempo, distantissimo dalla situazione che sta vivendo. Una fragranza può diventare, infatti, un ponte incredibile verso il passato. Come può avvenire tutto ciò?

ISTINTI ANIMALI
Va detto che la nostra sensibilità olfattiva non è neppure lontanamente paragonabile a quella di altri mammiferi. "Un naso umano medio ha circa cinque milioni di recettori olfattivi per narice", dice Tìm Jacob dell'Università di Cardiff, in Gran Bretagna. "Non pochi, ma un'inezia rispetto ai cani: i segugi 'vincono' con quasi 250 milioni di queste cellule sensoriali". Nel mondo animale, l'odorato è essenziale per procurarsi il cibo, difendersi dai pericoli e riprodursi (in altre parole, "Dove trovo il pranzo?", "Sto per diventare il pranzo di qualcuno?", "Posso invitarti a pranzo?"). Particolarmente interessante, però, per noi e soprattutto per chi agisce spinto da motivazioni commerciali, è la capacità del nostro apparato olfattivo di teletrasportarci nel tempo con profondi effetti sulla nostra sfera psicologica. Tutti abbiamo vissuto un'esperienza simile: un sentore appena accennato, ma molto specifico, ci ha improvvisamente ricordato un periodo, una persona, un luogo, un evento.
Legame tra odore e emozioni

Che succede in tal caso? Prima di tutto, il bulbo olfattivo (la parte del cervello incaricata di elaborare gli odori) è direttamente collegato al sistema limbico, l'area cerebrale "primitiva" che comanda stati d'animo, emozioni e soprattutto, i nostri ricordi involontari, quelli cioè che emergono spontaneamente senza doverli attivamente richiamare. Il legame tra odori e emozioni è molto profondo. "Dal punto di vista evolutivo, l'area cerebrale che è oggi suddivisa nelle varie componenti del sistema limbico era, un tempo, tutta corteccia olfattiva", dice Rachel Herz, che ha condotto ampie ricerche sull'impatto psicologico degli odori presso la Brown University, negli USA. "Con l'evoluzione, si sono poi differenziate le varie strutture. Quindi, potremmo non essere in grado di sperimentare le emozioni se non avessimo il senso dell'odorato. Le informazioni trasmesse dai profumi e dalle emozioni sono fondamentalmente le stesse: entrambe ci spingono ad avvicinare oppure a evitare qualcosa".

MESSAGGI OLFATTIVI
Esistono, dunque, legami tra odori specifici e le nostre emozioni. Ma si tratta di processi innati, oppure acquisiti? "Assolutamente acquisiti", conferma Herz, autrice di The Scent of Desire. "Non esistono effetti psicotropi innati riferibili agli odori: è tutto frutto del nostro vissuto o del nostro retroterra culturale". Questo porta ad alcuni effetti interessanti. "La fragranza di Gaultheria è poco apprezzata in Europa settentrionale e amatissima negli Stati Uniti", racconta Herz. "Negli USA, infatti, è impiegata per aromatizzare mentine o gomme da masticare, mentre in Europa del Nord oggi viene utilizzata per profumare un detergente per W.C. e, in passato, era un medicamento e un analgesico. Ciò che ricolleghiamo a un odore determina la nostra risposta nei suoi confronti". Queste associazioni mentali non sempre sono individuali: a volte, formiamo collegamenti collettivi. "In Nord America e nell'Europa occidentale, la lavanda ha connotazioni altamente evocative di uno stato di rilassamento", dice ancora Herz.

"Tali messaggi determinano il contesto di interpretazione di questo odore ogni volta che lo incontriamo. Se, però, qualcuno ha avuto un'esperienza negativa la prima volta che ha annusato la lavanda, quella persona non la giudicherà una fragranza rilassante". Una volta stabilita un'associazione con un odore, gli effetti possono essere ad ampio raggio. Il Gottfried Laboratory della Northwestern University, negli USA, studia l'impatto olfattivo sulla nostra mente. In uno studio, in particolare, un gruppo di volontari è stato esposto a un odore piacevole e un altro gruppo a uno spiacevole (entrambi gli odori erano proposti in concentrazioni talmente basse da risultare scarsamente percepibili); poi, è stato chiesto ai partecipanti di assegnare punteggi a volti umani visualizzati su uno schermo. "Dopo l'esposizione a un odore subliminale piacevole, i volti sono stati più spesso giudicati simpatici, e viceversa", dice Jay Gottfried.

"Gli effetti, dunque, possono andare oltre la sfera cosciente". Il legame tra odori ed emozioni funziona anche nella direzione opposta: presso lo stesso laboratorio Gottfried, alcuni volontari sono stati esposti a una leggera scossa elettrica, durante la quale hanno percepito un determinato odore. In seguito, sono riusciti a cogliere la differenza tra quel profumo e un altro, mentre in precedenza, li avevano giudicati indistinguibili. Le nostre conoscenze relative alle implicazioni psicologiche degli odori risultano sempre più sfruttabili a livello commerciale.(science)


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