Si trova nel Veneto, in provincia di Treviso da cui dista 26 km. È situata nella pianura ad est di Treviso, alla sinistra del torrente Musone, affluente del Brenta.
Castelfranco città medioevale Castelfranco Veneto si caratterizza per l'impronta quadrangolare del suo nucleo storico, sorto in posizione militarmente strategica, completamente circondato da un canale e da un terrapieno erboso su cui sorgono le mura.
Storia La città viene fondata nel 1199 da cento famiglie trevigiane su un probabile castrum romano. Per la sua fiorente economia, favorita da una particolare politica fiscale, e soprattutto per la sua posizione strategica è ambita e attaccata da Padovani e Feltrini, nel 1215 e nel 1220. Dopo il regime ezzeliniano, tragicamente cessato nel 1259, e un breve periodo di signoria caminese e scaligera, passa a Venezia il cui dominio, temporaneamente interrotto dalla guerra della lega di Cambrai, dura fino alla fine della Repubblica, nel 1797.
In seguito passa agli Austriaci che la elevano al rango di città e la tengono fino al 1866, anno dell'annessione al Regno d'Italia.
Arte e monumenti Il nucleo originario della città è raccolto entro la cinta delle mura merlate del castello eretto dai Trevigiani, intervallate dai quattro torrioni angolari e dall'imponente torre mediana, o dell'Orologio, sopraelevata e adattata a campanile del Duomo nel secolo XVIII. Castelfranco ha una lunga e pittoresca fila di case e portici, ed antichi edifici con eleganti logge ed affreschi. Appartengono al secolo XV l'antico albergo Alla Spada con facciata affrescata da B. e C. Campagnola, il palazzo Menegosto, la casa Costanzo e la loggia del Pavaglione.
Notevole è la casa ritenuta del Giorgione, oggi Museo Giorgionesco, con un bellissimo affresco decorativo all'interno attribuito all'artista stesso. Cinquecentesche sono le case Piacentini, ora albergo alla Stella, Bovolini-Pinarello, Marta e Rainati, tutte affrescate, ed ipalazzi Novello-Chiavacci, Colonna-Rainati e De Castellis. Il '700 rinnova il volto della città e l'architettura di molti edifici.
A questo periodo risalgono S. Maria della Pieve, con grande pronao corinzio, opera di G. Riccati, la chiesa di S. Giacomo Apostolo, opera di G. Massari, il Teatro Accademico e il palazzetto della Biblioteca Civica, progettati da F.M. Preti. Il Duomo di S. Liberale, di linee palladiane, è ricco di notevoli opere d'arte, tra cui una notevole pala del Giorgione, eseguita intorno al 1505, e dipinti di A. Zanchi, Palma il Giovane e P. Piazza. La sagrestia conserva brani di affreschi di P. Veronese, dipinti di P. Damini, P. Piazza e G.B. Ponchini, preziosi paramenti e suppellettili sacre e rari codici miniati. Settecenteschi sono pure i palazzi Duodo e Azzoni-Avogadro, con stucchi ed affreschi dell'epoca, ed il palazzo Novello-Baggio.
Il Museo Civico, che accoglie anche la Biblioteca Comunale, raccoglie reperti archeologici romani, armi, cimeli, stampe e dipinti.
Manifestazioni Festa patronale di S. Liberale (27 aprile); fiera del radicchio castellano (dicembre). Concorso internazionale per cantanti lirici (luglio).
Prodotti enogastronomici La specialità ortofrutticola della zona è il radicchio castellano o variegato.
Tra i formaggi troviamo il pannarello, il latteria e la casatella trevigiana.
In campo enologico, le vicine Conegliano e Valdobbiadene sono famose per la produzione di Prosecco, Cartizze e Spumante.
Radicchio variegato al gorgonzola
Valori nutrizionali Protidi 7 Lipidi 15 Glucidi 27 Kcal 271
Ingredienti per 4 persone:
*500 g di radicchio variegato
*150 g di pane raffermo
*50 g di gorgonzola
*olio d'oliva
*succo di limone
*aglio *pepe *verde
Mondate il radicchio, lavatelo in acqua corrente, sgocciolatelo e asciugatelo con cura, poi tagliatelo e accomodatelo in un' insalatiera. Sciogliete in olio d'oliva e succo di limone dei pezzettini di gorgonzola. Tritate del pepe verde ed aggiungetelo alla salsa con la quale condirete il radicchio incorporando ad esso il pane raffermo tagliato a dadolini minuti e fritto in olio dove avrete schiacciato un paio di spicchi d'aglio. Il radicchio variegato di Castelfranco si presta meno alle cotture di quello di Treviso: è soprattutto una stupenda insalata, di gusto delicato e dai colori meravigliosi che con la cottura scompaiono.