08/06/14

GLI 88 SANTUARI DI SHIKOKU

GLI 88 SANTUARI DI SHIKOKU 
di Nakagawa Toyoko 

La Terra abitata è costellata da luoghi sacri, da santuari, da chiese, da monasteri, da cappelle. Inconsciamente l'uomo è spinto dagli elementali a restituire energia alla realtà spirituale. Fra questi luoghi sacri, il più carico di fede, è la regione Shikoku con le sue quattro province, nell'isola giapponese di Honshu. Da più di mille anni, negli 88 templi che formano un anello lungo chilometri, qualche centinaio di henro (pellegrini) staziona ogni giorno in qualcuno di questi 88 templi. E questi pellegrini non sono soltanto buddhisti, ma appartengono a tutte le sette religiose del Giappone. Il numero 88 è importante per i Buddhisti perché è il simbolo delle 88 passioni umane.

Fare il pellegrino agli 88 templi di Shikoku è l'espressione più importante della spiritualità di un giapponese. Un tempo il pellegrinaggio veniva fatto a piedi e durava molti mesi. Ora comodi pulmann fanno compiere il pellegrinaggio anche a gente molto anziana, anche agli ammalati. Morire durante il pellegrinaggio è considerato una grande fortuna. Chi fondò questi 88 luoghi sacri fu un membro del celebre clan Saeki-Otomo al servizio della corte imperiale.

Il suo nome era Kukai, nato nel 774 a Shikoku e morto a Koya il 22 aprile 835. All' età di 17 anni, invece di entrare al servizio imperiale, dopo aver studiato all'università di Kyoto, andò a vivere sul monto Koya e si fece monaco buddhista. Fu Kukai che andando a piedi nella regione di Shikoku fondò gli 88 templi facendo miracoli e aiutando la gente a scoprire la libertà spirituale. Dopo la sua morte la Corte Imperiale lo chiamò Kobo Daishi (il Grande Maestro) e con questo nome è venerato da più di mille anni. Il pellegrinaggio può iniziare da uno qualsiasi di questi 88 templi, ma si deve ritornare al punto di partenza dopo aver fatto il circolo completo. Durante il viaggio si recita il mantram: NAMU DAISHI HENJO KONGO e il pellegrino è convinto di non essere solo nel suo pellegrinaggio. Dice: Dogyo nini (Noi due pellegrini assieme) poiché sa che con lui, invisibile, c'è Kobo Daishi, il cui corpo di cristallo forma una cupola sulla regione di Shikoku.

I pellegrini portano nel loro sacco da pellegrinaggio un quaderno dalla carta costosa e dalla bella copertina rilegata in seta. In ogni tempio un monaco mette un timbro e la data della visita, e a fianco gli amici pellegrini scrivono il loro nome e il loro augurio. Molti pellegrini vengono con quaderni che già portano i timbri del viaggio del padre o del nonno, e questi quaderni sono la cosa più cara della famiglia che li possiede, la testimonianza della loro fede nella Realtà Spirituale. Il pellegrinaggio a piedi è molto faticoso. Si segue il fiume Yoshino e si devono scalare alte montagne, superare passi pericolosi. Pietre migliari apposite indicano il sentiero dei pellegrini. Tutta la regione di Shikoku è montagnosa e coperta da boschi. Ma nei templi c'è molta pace e le mogli dei monaci preparano ottimo cibo. Le camere per riposare sono semplici ma bellissime, con vetrate che guardano su giardini fioriti e boschi millenari. Kukai fino dall'infanzia aveva rapporti diretti con i kami, gli spiriti elementali del bosco. Furono questi che gli profetizzarono che sarebbe diventato il più grande Maestro Spirituale del Giappone.

All'età di sette anni Kukai salì su di una grande roccia su di un burrone e gridò al cielo: "Se è vero che sono stato chiamato a salvare la gente, salvami, o Buddha! Se non è vero, lasciami morire", e si gettò nel vuoto. La leggenda, una delle tante che si raccontano sulla sua vita, dice che un gruppo di angeli lo prese al volo e lo riportò sulla roccia. La dea Jizu, la guardiana dei bambini, apparve tra le nuvole e lo benedisse. Kukai studiò in Cina dall'804 all'806 seguendo la celebre Scuola Chen-yen, Studiò il Confucianesimo e il Taoismo, ma abbracciò il Buddhismo. Tornato in Giappone fondò la setta Shingon o della "Vera Parola", che insegna l'Himitsukyo (l'Insegnamento Segreto), e nell'816 fondò il monastero sul Monte Koya che divenne il centro di questa setta, la principale delle sette scuole del Buddhismo Giapponese.

Il suo insegnamento si basa sulla ricerca della Verità, sulle varie graduazioni della Verità. Questa setta vede in Dainichi Nyorai quel sole centrale da cui deriva ogni verità. Ogni raggio di questo sole invisibile e infinito è un frammento di verità percepito da differenti menti finite. Come questi raggi irradiano in varie direzioni, anche opposte, così mezze verità o anche visioni contraddittorie hanno il loro significato e il loro compito. Dal pensiero di Kobo Daishi è nato il pensiero religioso moderno, quello che considera l'eterno Buddha (antimateria) emanare tutte quelle particelle di materia che compongono la nostra realtà illusoria. In ogni particella di polvere è celato il Buddha. Ogni individuo ha la sua verità. Ogni aspetto della vita, essendo illusorio, non ha alcun valore; serve soltanto per lo sviluppo della coscienza umana. I mali del mondo sono prodotti dall' egosimo e dall' ingnoranza che genera questo egosimo, ma anche questi mali non hanno importanza. Ciò che importa è la lezione individuale che viene a modificare l'inconscio collettivo.

La Pagoda di Muro-ji del Tempio di Naro,
costruita nell'824 da Kobo
Daishi.
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Kobo Daishi non è soltanto venerato come Grande Maestro, ma come l'inventore del sillabario Hiragana, basato sui caratteri cinesi. Fu un ottimo artista, un poeta, un rinomato calligrafo e un ingegnere civile che ha lasciato opere degne di Leonardo da Vinci. Kobo Daishi e Dengyo Daishi (che lo aveva preceduto) hanno dato al Buddhismo un carattere giapponese, incorporando molto del magismo della religione Shintoista e del Taoismo. Kobo Daishi credeva che Miroku-bosatsu, il successore del Buddha che apparirà sulla Terra 5000 anni dopo l'arrivo del Buddha nel Nirvana: sarà l'apportatore della Vera Libertà all'uomo del futuro. Nella bellissima pagoda Muro-ji, presso il Tempio di Nara, costruita da Kobo Daishi nell'824, sono nascoste le profezie per i tempi futuri.

I miracoli attribuiti a Kobo Daishi sono innumerevoli, ma egli non se ne attribuiva il merito. Erano i kami e gli dei che rispondevano alle sue preghiere. La sua dottrina si basa sulla forza della preghiera. La sua divinità preferita era Kozuko, la divinità dello spazio, perché la sua saggezza era vasta come  lo spazio stesso. Adorava anche Kannon, il Buddha che impersona la misericordia (la Kwan Yin cinese), Yakushi, il Buddha che cura gli ammalati e anche Amida, il Buddha dalla luce senza limite che promette la rinascita nella Pura Terra dell'Occidente. Il culto negli 88 templi è molto semplice. La sera si fa il goma, il servizio del fuoco. Il monaco che presiede la cerimonia siede su di un particolare basso altare che ha al centro un braciere con carboni ardenti. Intonando canti di supplica per i pellegrini, il monaco getta nel braciere 108 bastoncini di legno. Essi rappresentano le 108 illusioni dell'anima, un numero astratto perché le illusioni e i peccati umani sono infiniti. Da come le fiamme si alzano dal braciere i pellegrini interpretano la risposta al loro problema.

Ognuno degli 88 templi ha una sua caratteristica. Per esempio il decimo tempio, che si chiama Kirihata-ji, ed è dedicato al Bodhisattva Kannon, ha il monopolio dei ritratti di Kobo Daishi. Questo santo fu anche un grande riformatore dei metodi educativi. Presso il suo quartier generale nella capitale, a To-ji, fondò la prima scuola giapponese aperta sia ai ricchi, sia ai poveri, ai contadini e agli aristocratici. Agli ufficiali imperiali che criticavano questa innovazione, egli rispose che sia il popolino che gli aristocratici avevano qualcosa da dare: "Non è mai stato possibile produrre un ottimo piatto con un solo gusto o una bella melodia con una sola nota". L'Università di Monte Koya, che sorge vicino al monastero di Koya-ji, è unica al mondo. Offre corsi accelerati per coloro che sono chiamati alla vita monastica tardi nella vita. È anche il luogo dove si insegna il Buddhismo Esoterico della Setta Shingon e dove si ottengono le profezie che il governo giapponese non ama siano divulgate.

In questa università non si insegna a curare le malattie fisiche, ma a raggiungere la pace interiore e a trovare il "sentiero del cuore", imparando a vedere le interazioni che ci legano a tutti gli uomini e all'universo intero. L'insegnamento del Buddhismo Shingon è molto profondo e molto difficile da praticare, come la "Therapia E". Secondo questo insegnamento il corpo fisico con la sua personalità, appartiene alla Terra, ma ha un continuo filo diretto con la Realtà Spirituale. Perciò sul Monte Koya si è sviluppato un complesso culto dei morti. Si crede che il portare le ceneri dei morti in questo tempio assicuri l'entrata nel paradiso. Così il monte Koya è diventato il cimitero di tutto il Giappone.
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