21/04/14

Oggi 21 aprile, si festeggia il natale di Roma. E' il 2767°

Oggi si festeggiano i 2767 anni ab Urbe condita (anche se ritrovamenti recenti sembrano spingere la fondazione di Roma indietro di due secoli circa). Un’epopea senza fine quella della città Eterna, dai Re alla Repubblica, dagli Imperatori ai Papi, oltre due millenni e mezzo di storia che ancora vivono sovrapposti nelle meraviglie della capitale. Secondo la tradizione era il 21 aprile del 753 a.C. quando Romolo uccise il gemello Remo e fondò Roma. La più autorevole trattazione antica di questa prima pagina della storia dell’Urbe è stata scritta e tramandata dall’insigne storico del I secolo avanti Cristo Tito Livio nella sua monumentale opera “Ab Urbe condita”, che comprendeva in origine 142 libri, dei quali rimangono i volumi 1-10 e 21-45. Racconta Livio (“Ab Urbe condita, I, 7): «Siccome erano gemelli e il rispetto per la primogenitura non poteva funzionare come criterio elettivo, toccava agli dei che proteggevano quei luoghi indicare, attraverso gli auspici, chi avessero scelto per dare il nome alla nuova città e chi vi dovesse regnare dopo la fondazione. Così, per interpretare i segni augurali, Romolo scelse il Palatino e Remo l’Aventino. Il primo presagio, sei avvoltoi, si dice toccò a Remo. Dal momento che a Romolo ne erano apparsi il doppio quando ormai il presagio era stato annunciato, i rispettivi gruppi avevano proclamato re l’uno e l’altro contemporaneamente. Gli uni sostenevano di aver diritto al potere in base alla priorità nel tempo, gli altri in base al numero degli uccelli visti. Ne nacque una discussione e dal rabbioso scontro a parole si passò al sangue: Remo, colpito nella mischia, cadde a terra. È più nota la versione secondo la quale Remo, per prendere in giro il fratello, avrebbe scavalcato le mura appena erette [più probabilmente il pomerium, il solco sacro] e quindi Romolo, al colmo dell’ira, l’avrebbe ammazzato aggiungendo queste parole di sfida: “Così, d’ora in poi, possa morire chiunque osi scavalcare le mie mura”. In questo modo Romolo s’impossessò da solo del potere e la città appena fondata prese il nome del suo fondatore».
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