19/04/14

La respirazione cura le paure

La paura è un'emozione scatenata da un senso di pericolo. La paura prepara il corpo a reagire ad un pericolo, o con la lotta o con la corsa per fuggire. In ogni caso dobbiamo mettere in azione tutto il corpo a fare uno sforzo. Per questo avviene un'accelerazione del battito cardiaco e delle principali funzioni fisiologiche di difesa. 

Ma se il corpo non reagisce al pericolo, perchè il pericolo non esiste, allora si ha un'iperventilazione che porta ad avere capogiri e formicolii alle estremità e alle labbra. Alla paura iniziale che ha scatenato l'evento , si aggiunge la paura di svenire e di morire; ed è a questo punto che arriva il panico una paura che, rischia di diventare sproporzionata ed eccessiva, bloccando ogni energia. Per superare gli attacchi di panico non ci sono solo i soliti antidepressivi. Un aiuto formidabile arriva anche dalla medicina naturale: tecniche di rilassamento corporeo e psicologico, spiritualità, omeopatia, agopuntura, ecc.

immagine peresa dal web
E tra i più formidabili scacciapaura, c'è una buona respirazione, una cosa fino ad ora trascurata, ma dalla forte valenza diagnostica e terapeutica, è quella di riconoscere il rapporto fra l'insorgere delle crisi di panico e gli squilibri energetici associati alla respirazione. In un gran numero di casi, si è evidenziato che all'origine del panico c'è un meccanismo molto semplice: è incentrato sul timore indotto dalle sensazioni che emergono quando intensifichiamo inconsapevolmente la respirazione. Si è costatato che le sensazioni scatenanti i casi di panico avevano numerosi punti in comune con quelle indotte dall'iperventilazione, e che esisteva un'evidente relazione tra gli attacchi di panico e le alterazioni del respiro. Si è notato che gli stessi sintomi dell'iperventilazione (capogiro, formicolio alle mani, timore di perdere il controllo emotivo, respiro affannoso, oppressione, vertigine, paura ed eventuale tachicardia) sorgono con estrema facilità in quanti, senza esserne coscienti, si trovano in condizione di subventilazione. Per loro è sufficiente un breve periodo di tensione psicologica per indurli all'irrigidimento muscolare che inibisce la respirazione completa e, dopo un certo tempo che il soggetto respira al di sotto di una soglia ottimale, è predisposto a fenomeni di «iperventilazione spontanea» ogni volta che si trova in circostanze che lo inducono ad ampliare la respirazione anche solo parzialmente. Gli attacchi di panico, molto spesso, insorgono così e la cosa non succederebbe se si lavorasse a sbloccare la respirazione. Un ciclo respiratorio completo, che può durare da mezz'ora a due ore, termina sempre con piacevoli sensazioni di rilassamento. Inoltre tutte le sensazioni negative riemerse durante la seduta, come anche tutti i sintomi fisici di alterazione dovuta a iperventilazione, non si ripresenteranno più nelle sessioni successive. Queste trasformazioni positive tendono in seguito a permanere e a consolidarsi nella vita di ogni giorno.
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