01/03/14

Un figlio, un papà e due mamme

Forse oggi come oggi pensare, porsi delle domande, riflettere, sono azioni che per lo più sono considerate d'ingombro alla frenetica vita nella quale il mondo e i suoi inquilini sono proiettati. Manca il tempo pare, per tutto e per tutti, e soffermarsi a pensare e rfilettere non va bene. Ho fatto questa premessa perchè quando ho letto questa agenzia sono rimasta impressionata.
Si chiama “fecondazione in vitro con tre genitori”, ed è una tecnica concepita per evitare la nascita di bambini con gravi malattie ereditarie.
Manipolazione dell'ovocita
 In questi giorni la Food and Drugs Administration, l’ente americano che detta le regole in materia, deciderà se è arrivato il momento di passare dalla fase di sperimentazioni sugli animali a quella sull’uomo. E' una tecnica complessa e controversa: per i sostenitori è l’unica possibilità esistente per evitare la nascita di bambini affetti da una classe di malattie gravi e incurabili; per i detrattori potrebbe aprire la strada ai figli “su misura”, con gli occhi azzurri o i capelli biondi, di alta statura o dotati per la musica (un po' come andare al supermercato e scegliere il prodotto che più si addice alle nostre esigenze). In cosa consiste? I ricercatori sono riusciti a mettere a punto tecniche di manipolazione dell’ovocita per sostituire alcune parti di Dna che potrebbero contenere mutazioni dannose e sostituirlo con lo stesso materiale genetico proveniente da un’altra donna sana. Il Dna in questione è quello cosiddetto mitocondriale, contenuto all’interno di organelli chiamati mitocondri, di solito definiti come le centrali energetiche della cellula (anche se la loro funzione non è solo di produrre energia). Gli scienziati hanno identificato centinaia di mutazioni del Dna mitocondriale che possono provocare ogni sorta di malattie con sintomi gravi, dalla cecità all’epilessia agli ictus ricorrenti. Ne è affetto un neonato su 5mila e attualmente non c’è cura.  I memtodi sono due: il primo, sviluppato alla Università di Newcastle in Inghilterra, parte dall’ovocita con Dna mitocondriale malato già fecondato. Il suo Dna nucleare, contenente il patrimonio genetico del padre e della madre, viene rimosso e trasferito in un altro ovocita sano, da cui è stato rimosso il Dna nucleare; il secondo , messo a punto da Shoukhrat Mitalipov e colleghi della Oregon Health & Science University, il Dna nucleare viene invece rimosso dall’ovocita malato non ancora fecondato e trasferito in uno sano, che verrà poi fecondato in provetta. L’embrione così ottenuto, a questo punto, verrebbe trasferito nell’utero della madre per far procedere la gravidanza. Il bambino nato grazie a questa tecnica avrebbe il patrimonio genetico del padre e della madre e il Dna mitocondriale della donna che ha fatto da donatrice: tecnicamente, tre genitori. Finora i ricercatori hanno creato embrioni umani in questo modo, senza però trasferirli nell’utero. Nella sperimentazione con animali, scimmie nella fattispecie, sono nati animali sani, che non hanno avuto complicazioni fino all’età adulta. Secondo gli scienziati che la studiano, la tecnica è matura per essere trasferita nell’uomo. Secondo altri, però, si tratta di un passo avventato perché le conoscenze ottenute dagli esperimenti con gli animali non sarebbero ancora sufficienti. Per quanto questi progressi possano entusiasmare chi fa ricerca, non si sa ancora a cosa potremmo andare incontro. Quali potrebbero essere le conseguenze nelle generazioni successive, quali problemi legati al business che potrebbe nascere da tutto ciò. E poi, saremo in grado di limitarne la speculazione senza interferire troppo con il semplice e regolare andamento naturale della vita?
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